Il Millimetro ha intercettato il generale più discusso del momento, tra polemiche sull’antifascismo, Ilaria Salis e la candidatura alle prossime elezioni europee
Tra i candidati più discussi alle prossime elezioni europee va annoverato il generale Vannacci che, con il suo best seller “Il Mondo al contrario” e le sue affermazioni, spesso ambigue, si è guadagnato non solo le pagine di giornale, ma anche l’attenzione del leader della Lega, Matteo Salvini. Proprio quest’ultimo, visti i sondaggi negativi sulla tornata elettorale di giugno, ha a lungo corteggiato il generale per candidarlo tra le sue fila nella speranza di evitare una Caporetto quasi annunciata.
Se il “Capitano” ha preferito cedere il passo al generale, difatti candidato in tutte le circoscrizioni, non sono dello stesso parere gli ufficiali leghisti che, a partire dal ministro Giorgetti e dal governatore Zaia, negli ultimi giorni hanno manifestato esplicitamente il loro dissenso. Per capire meglio il momento, noi de il Millimetro abbiamo raggiunto direttamente il generale Vannacci.
Vannacci a il Millimetro
La sua candidatura, anche se da indipendente, sta creando diversi malumori all’interno della Lega. Molti gli amministratori, soprattutto del Nord, che stanno facendo “campagna” contro di lei e, tra l’altro, lo stesso ministro Giorgetti è intervenuto durante il consiglio federale per precisare che le posizioni di un indipendente non sono quelle della Lega. Cosa ne pensa?
“Io sono un candidato indipendente, le discussioni interne al partito sono più che legittime e quindi continuerò a fare la mia campagna da candidato indipendente. Io porto avanti i principi di patria, di identità, di difesa dei confini, di sovranità nazionale, di sicurezza. Principi che sono sovrapponibili con quelli del partito con il quale mi sono candidato in maniera indipendente. Ogni discussione interna è legittima, la facciano pure. Poi alla fine saranno gli elettori a dare il responso“.
Questi sono i punti che lei vuole portare in Europa?
“In aggiunta a quelli che ho enunciato c’è il Green Deal, che è totalmente da riscrivere in quanto così com’è costerà un’enormità di denari e di fondi agli italiani, che non si possono permettere di spenderli senza conseguire alcun vantaggio da un punto di vista ecologico. Quindi, un’altra questione che affronterò è quella dell’ambientalismo ecologico, dell’agricoltura e di tutti questi provvedimenti imposti all’Unione Europea che costeranno ai privati italiani e allo Stato tantissime risorse senza avere nessuna risultanza dal punto di vista dell’ecologia“.
La sua candidatura è stata annunciata a ridosso del 25 aprile, a poca distanza da quella di Ilaria Salis. È stata una coincidenza o era qualcosa di voluto? Il messaggio che poteva passare era quello di una sorta di contro narrazione…
“Mai avuto nessun contatto“.
E che ne pensa della vicenda di Ilaria Salis?
“Io sono un garantista, qualsiasi persona che non riceva una condanna definitiva per me è innocente. Poi so che la signora è colpita da altre condanne definitive, mi sembra, per cui non ho nient’altro da dire se non prendere atto di questa situazione“.
Nelle scorse settimane nella sua intervista a “La Stampa” ci sono diversi punti ambigui: lei non ha condannato in maniera netta il regime fascista perché ha detto “è qualcosa di fattuale”.
“La storia è fattuale, non ammette giudizi morali, anche perché andrebbe vista nel contesto dell’epoca nella quale la si affronta. Come non esprimo concetti sull’Impero romano, non li esprimo neanche sul periodo napoleonico o su altri periodi. Ho detto solamente che il fascismo è finito cent’anni fa, è inutile riferirsi con un atteggiamento contemporaneo a un periodo storico terminato ottant’anni fa“.
Però, a posteriori, si può comunque affermare sia stato qualcosa di negativo.
“È stato un periodo storico. Lascio agli storici i giudizi, le critiche e gli elementi d’insegnamento che si possono trarre da questo periodo. Perché mi chiedete sempre i giudizi sul fascismo? Cosa aggiungerebbe o toglierebbe a un politico? Quali sono i principi dell’antifascismo? Democrazia e libertà, bene io per questi principi mi sono battuto rischiando la mia vita su decine di campi di battaglia nel mondo, senza avere le stesse persone che adesso mi chiedono di dichiararmi antifascista accanto a me. Quindi credo di non avere bisogno di patenti da parte di nessuno“.
Però la nostra costituzione è nata sulle ceneri del fascismo.
“Di 139 articoli della costituzione non ce n’è uno che parli di fascismo e antifascismo, non c’è alcuna norma, alcuna legge che obbliga a dichiararsi antifascisti, i giuramenti degli esponenti del governo e dei militari non chiamano in causa l’antifascismo“.
Su “La Stampa” lei parlava anche degli studenti manganellati: esprime almeno una condanna sull’uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine?
“Le cose sono diverse: la libertà di manifestazione è sacrosanta, però è soggetta a delle regole, quindi se quest’ultime non vengono rispettate è normale la reazione delle forze dell’ordine che devono farle rispettare“.
Ma deve essere proporzionata, non eccessiva.
“Le forze dell’ordine sono responsabili del mantenimento dell’ordine pubblico, quindi perché gli studenti vogliono infrangere l’ordine pubblico? Non ce n’è motivo, possono manifestare rispettando le regole dell’ordine pubblico. Cos’è che, invece, spinge gli studenti a sfidare e infrangere le regole imposte dall’ordine pubblico? Possono liberamente manifestare senza forzare i cordoni della polizia, no? Quindi perché lo fanno?”
Dall’altra parte però manganellare degli studenti indifesi…
“Ho capito, ma se uno non va a forzare i cordoni della polizia che è tenuta a far rispettare l’ordine pubblico sicuramente non c’è alcuna reazione da parte delle forze dell’ordine e non si rende necessario l’impiego della forza“.
E invece sul mettere gli studenti con disabilità in classi separate?
“Mai detta una cosa simile. Ho espresso un concetto diverso, ben comprensibile leggendo il testo dell’intervista e non limitandosi al titolo inventato pretestuosamente dal giornale. Ho detto che i disabili devono essere aiutati e supportati con delle attenzioni e cure particolari, che non si esauriscono al personale dedicato, ma probabilmente hanno anche bisogno di strutture ad hoc. Devono socializzare con gli altri, ma devono avere anche un supporto dedicato che gli consenta con delle tempistiche appropriate di sviluppare al meglio la loro personalità“.