Vaiolo delle scimmie, l’Oms dichiara lo stato di emergenza sanitaria internazionale

L’OMS ha dichiarato il 14 agosto lo stato di emergenza sanitaria internazionale a causa dell’aumento esponenziale dei casi di mpox, noto anche come vaiolo delle scimmie, in diverse zone dell’Africa. L’annuncio è stato fatto dal direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, dopo una consultazione con il comitato di emergenza, che ha concluso che la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale.

L’mpox, che ha cambiato nome per evitare stigmatizzazioni, è particolarmente diffuso nella Repubblica Democratica del Congo, ma si sta rapidamente propagando in altri paesi africani, tra cui Burundi, Kenya, Rwanda e Uganda.

Dall’inizio del 2024, il virus ha causato oltre 15.000 contagi e 461 decessi nel continente, con un aumento preoccupante registrato nelle ultime settimane. La situazione è ulteriormente complicata dalla comparsa di un nuovo ceppo, il Clade 1b, che si trasmette più facilmente rispetto alle varianti precedenti. Un aspetto allarmante è il crescente numero di bambini contagiati.

Secondo i dati dell’OMS, nella Repubblica Democratica del Congo, il 39% dei casi e il 62% dei decessi riguarda bambini di età inferiore ai cinque anni. Save the Children ha lanciato un appello, evidenziando le condizioni precarie nei campi per sfollati a Goma, dove migliaia di bambini sono a rischio di contrarre la malattia.

La dichiarazione di emergenza sanitaria internazionale richiede una risposta rapida e coordinata da parte della comunità globale per contenere l’epidemia. L’OMS ha esortato i governi e le organizzazioni internazionali a intensificare le misure di controllo e prevenzione, inclusa la sorveglianza sanitaria, la distribuzione di vaccini e le campagne di sensibilizzazione pubblica.

Sebbene i numeri globali di mpox siano inferiori rispetto al picco dell’epidemia tra il 2022 e il 2023, gli esperti temono una nuova recrudescenza della malattia, specialmente in Africa, dove le infrastrutture sanitarie sono spesso inadeguate.

(Federico Santoboni)

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