Una delle cuginette di Caivano scrive alla mamma: “Lontana da te mi sento morire”

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(Adnkronos) – "Cara mamma, da quando mi hanno allontanato da te mi sento sola ogni giorno. Mi manchi. Mi sento morire, vorrei uscire con tutti i miei fratelli, ma ormai sono già due mesi che non vi sento e mi sento morire. Nessuno potrà mai prendere il vostro posto". Sono le parole di una delle due cuginette di Caivano alla mamma. La lettera della 12enne vittima, insieme alla cugina di 10, di abusi sessuali reiterati al Parco Verde, è stata pubblicata sul Messaggero. Dopo i fatti, la minorenne è ospite di una casa famiglia (idem sua cugina ma in un'altra struttura) e non ha avuto alcun contatto con la famiglia, neanche a Natale. Lo hanno stabilito i giudici, in quanto – si legge sul quotidiano – non è ancora stata ascoltata in sede di incidente probatorio e le sue dichiarazioni, non ancora raccolte per cristallizzare la prova, potrebbero essere condizionate.  Diversi gli appelli dell'avvocato di famiglia Angelo Pisani affinché vi fosse un incontro con i genitori, ma niente. La bambina è riuscita soltanto a far avere alla mamma la lettera in cui si legge: "Siete genitori bravi mi avete dato il rispetto e l'educazione, ma non ti preoccupare mi trovo bene, però non vediamo l'ora di ritornare tutti insieme, vi voglio bene, lo sapete, non vedo l'ora di ritornare, mamma". Con lei, nella stessa struttura, c'è anche la sorellina. Anche la mamma e il fratello 16enne sono stati trasferiti in due distinte case famiglie.  “Una lettera straziante alla mamma che descrive lo stato d'animo della bambina, la sua nostalgia… disumano sottrarre una piccola all'affetto della mamma, senza nemmeno una telefonata a Natale. E' dolore che si aggiunge a dolore sia per i figli, che per la madre", commenta all'Adnkronos l'avvocato Angelo Pisani che difende la famiglia con la collega Antonella Esposito. Insieme hanno presentato diverse istanze per chiedere l'immediata revoca del blocco totale dei loro contatti, sia fisici che telefonici, imposto dai giudici del Tribunale dei minori. Accettare questo distacco familiare prolungato non è facile, spiega Pisani: "un trattamento del genere non viene riservato neanche ai detenuti che pure hanno diritto alle visite dei familiari in carcere". "All'ennesima istanza presentata, il 4 dicembre mi risponde il pm della Procura dei minori di Napoli dicendomi di attendere la relazione dei servizi sociali. Ma se sono lecite le visite protette, perché attendere la loro valutazione che tra l’altro non arriva? Tra un po' passa anche la Befana e questi bambini non possono sentire nemmeno la voce della propria mamma", sottolinea Pisani, a giudizio del quale la "cieca burocrazia" sta minando un nucleo familiare già sofferente. "Ci si aspetterebbe dopo un reato tanto grave, la messa in sicurezza di tutti i membri della famiglia, perché anche la mamma della vittima ha subito abusi e maltrattamenti dal marito. E dopo il dolore per quanto accaduto alla figlia, ora anche l’ingiustizia di vedersi di fatto cancellare ogni rapporto con i suoi ragazzi chiusi tutti in case famiglia senza alcun segno di umanità. Gli psicologi riferiscono che questo allontanamento dalla mamma è un ulteriore danno per la piccola e soprattutto per la madre che rischia la vita. Le vittime – aggiunge – non devono mai essere considerate responsabili e pagare le pene che invece spettano ai carnefici". Nell'inchiesta sono nove le misure di custodia cautelare nei confronti di sette minorenni e due maggiorenni accusati di avere violentato le due cuginette di 10 e 12 anni a Caivano emesse dai magistrati napoletani a settembre. L'indagine era nata proprio dalle denunce dei genitori dopo che un messaggio sul cellulare del fratello di una delle due piccole vittime aveva svelato l'orrore alle famiglie. A dicembre ad uno dei maggiorenni sono stati concessi i domiciliari a Venezia con il braccialetto elettronico.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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