Sull’onda del politically correct stiamo assistendo a una serie di modifiche del nostro passato
Un terreno impervio e scivoloso quello del politically correct, lo abbiamo visto nel corso di questi ultimi tempi in diversi frangenti, ma in realtà lo viviamo da almeno 60 anni. Si tratta infatti di un concetto profetizzato dallo scrittore George Orwell, che ne aveva scorto le prime avvisaglie già all’epoca. In un suo saggio sosteneva che corrompere e trasformare il linguaggio avrebbe portato al decadimento della cultura e della civiltà.
Il politically correct è partito dagli Stati Uniti e ha preso piede soprattutto, inizialmente, nei Paesi di lingua anglosassone e scandinavi. Si tratta di un linguaggio volto a correggere e modificare termini preesistenti per evitare di ferire o intimidire persone per il loro orientamento sessuale, per il credo religioso, la salute fisica o mentale, o la loro provenienza etnica. Un processo che è molto distante, logicamente, dal nutrire effettivo rispetto verso il prossimo: cambiare un termine non significa cambiare una mentalità.
Il problema della “sensibilità moderna”
Negli ultimi anni questo pensiero ha preso delle forme improbabili e al limite del paradosso, spingendosi addirittura alla censura dei libri di Roald Dahl, con l’intenzione di sostituire diverse parole nei manoscritti dell’autore per adeguare i suoi testi alla “sensibilità moderna”. La decisione è stata presa dalla casa editrice Roald Dahl Story Company. L’intento è quello di cancellare o edulcorare ogni riferimento al genere, alla razza e al peso. Dai testi verranno quindi rimossi i termini come “brutto” o “grasso”. Non è ovviamente l’unico autore a essere stato colpito dalla mannaia della censura. Un altro scrittore come Ian Fleming, importante per le sue opere e soprattutto per il suo personaggio 007, deve rendere conto al fattore tempo e i suoi scritti su James Bond dovranno essere “bonificati” e liberati da ogni riferimento inadeguato.
Saranno dunque cancellati i termini considerati poco inclusivi o discriminatori. Verranno rimosse parole utilizzate con un chiaro riferimento all’etnia dei personaggi e inoltre – secondo quanto riportato dal Telegraph – ci sarà un disclaimer per specificare che, ai tempi della stesura dei manoscritti, determinate espressioni erano diffuse mentre ai nostri giorni vengono considerate offensive. Non è la prima volta che un’opera di Fleming subisce un intervento di questo tipo, era già accaduto con Vivi e lascia vivere, lì venne cancellato il frammento in cui si parla di abuso di alcool da parte dei commercianti di diamanti di origine africana.