Chilometro lanciato nella Storia. Carriera da film, il fratello Ivan “nemico” in casa: «Non ci parlavamo più»
Accorrete, registi distratti: vi è sfuggito materiale per un grande film, di quelli basati on a true story. Una sorta di Rush, incentrato sulla rivalità tra Hunt e Lauda, ma in versione familiare. Fratelli avversari, due fuoriclasse nello stesso sport e nella stessa squadra. La paura di essere copiato l’uno dall’altro e per questo magari superato. Prestate ascolto anche voi, scrittori senza idee fresche o con il blocco dell’inventiva. La vita di Simone Origone fa al caso vostro, non ringraziateci per il suggerimento. Può essere una pellicola o un romanzo di livello: la straordinaria carriera al centro, la tranquillità (e pericolosità) delle Alpi sullo sfondo e tutta intorno, minata dall’antagonismo con il fratello Ivan, 8 anni più giovane. Momenti di tensione, per 3-4 stagioni hanno smesso di parlarsi, tanto era accesa la competizione.
Simone, classe 1979, è il grande di casa. L’uomo più titolato nella storia del “chilometro lanciato”, disciplina in cui l’obiettivo è far registrare il picco di velocità più alto possibile. La Formula 1 dello sci: si passa da 0 a 200 km/h in meno di 6 secondi. Il corpo è il motore, la benzina la passione che brucia dentro. Nient’altro che gli sci ai piedi. Un proiettile rosso nel mare bianco della neve: il suo attuale record è di 254,050 km/h, fa spavento pure con la macchina in autostrada. Palmarès infinito, ci vuole la tabella a parte per elencare i trofei conquistati. Da non leggere tutti d’un fiato solo perché, dopo, un po’ mancherebbe il respiro. Qui sotto, meglio lasciare spazio al suo racconto. Sgorga denso come una tazza di cioccolato caldo da bere a Champoluc, frazione dell’alta val d’Ayas, in Valle d’Aosta, dove vive: 1.200 anime tra cui spicca il suo spirito da campione disciplinato e ribelle. Il destino da numero uno, SimONE OrigONE, ce l’ha segnato già all’anagrafe.