Scontro tra il Governo e Stellantis

Il dibattito tra il governo italiano e Stellantis continua a intensificarsi. Dopo il rifiuto di John Elkann di partecipare a un’audizione parlamentare, la premier Giorgia Meloni ha espresso critiche significative durante un’apparizione in diretta a “Porta a Porta”, evidenziando l’importanza del dialogo con le istituzioni e denunciando la mancanza di rispetto verso il Parlamento.

Nel suo intervento, Meloni ha accusato Elkann di non comprendere appieno il funzionamento della Repubblica Italiana, dichiarando: “Temo che a John Elkann sfuggano alcuni principi fondamentali della nostra Repubblica.” Ha sottolineato che il suo rifiuto di partecipare non rappresenta solo un “no”, ma un “no perché aspetto il tavolo del governo”, un’affermazione che ha ulteriormente accresciuto la frustrazione della premier.

Meloni ha rimarcato che i fondi destinati a Stellantis provengono dagli italiani e che l’azienda deve rendere conto di questo. “I soldi degli italiani devono essere investiti a beneficio degli italiani,” ha ribadito, per chiarire il punto.

Prima delle recenti critiche, Elkann aveva già risposto con una lettera indirizzata al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, in cui ribadiva la sua disponibilità a un dialogo “franco e rispettoso” e spiegava le motivazioni alla base della sua scelta di non partecipare all’audizione. Ha enfatizzato che “in questi anni non c’è stato alcun disimpegno in Italia” e ha descritto come Stellantis utilizzi i suoi investimenti annuali, pari a 2 miliardi di euro, rispettando le politiche industriali dei Paesi in cui opera.

Da parte sua, Giorgia Meloni ha insistito sulla necessità di un confronto diretto con Elkann, affermando che il governo continuerà a mantenere un dialogo con Stellantis, senza alcuna forma di sudditanza. Ha chiarito che la comunicazione tra governo e azienda deve rispettare le istituzioni e che un incontro al tavolo del governo non può sostituire l’importanza di un’audizione parlamentare.

Tuttavia, va notato che questo scontro non è un episodio isolato, ma riflette le crescenti tensioni nel settore automobilistico, attualmente in forte crisi.

(Federico Santoboni)

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