Investire in Ucraina, in questo momento, è oculato e lungimirante. La rassicurazione arriva direttamente dalla premier italiana Giorgia Meloni dal palco di un blindatissimo Palazzo dei Congressi di Roma dove ieri, 26 aprile, si sono dati appuntamento i massimi esponenti dei governi italiano ed ucraino, insieme ai rappresentanti del mondo imprenditoriale, delle principali istituzioni finanziare internazionali e delle associazioni di categoria per la Conferenza Bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina. La prima in Italia. Nelle enormi sale dell’edificio completato nel 1954 nel quartiere Eur, il tema riecheggia tra le opere d’arte realizzate da artisti italiani del Novecento, ricostruire l’Ucraina, insieme ai tanti punti interrogativi che sembrano non interessare molto la platea degli addetti ai lavori e che ruotano intorno al come e quando avverrà la ricostruzione di un Paese in guerra dal 24 febbraio 2022. La stessa guerra che sia Giorgia Meloni che Volodymyr Zelensky, quest’ultimo collegato in video, vedono come opportunità per il futuro dell’Italia e dell’Ucraina. È per questo che la conferenza bilaterale è stata dedicata proprio alla discussione di interventi e progetti attraverso i quali l’Italia può offrire contributi concreti all’Ucraina del domani. Tra le sessioni, oltre a quella plenaria istituzionale, una seconda parte dedicata alle Istituzioni Finanziarie Internazionali, tavoli di discussione e approfondimento settoriale su infrastrutture e trasporti, energia e ambiente, agroindustria, salute, digitale e servizi, spazio e avionica, e industria metallurgica. Tra i numerosi interventi della fitta giornata, e le promesse, l’Italia sembra non essere intenzionata a cedere nessuna fetta di mercato agli alleati europei e internazionali, per un business che adesso fa gola a molti.
Quanto vale ricostruire l’Ucraina – La conferenza di Roma
A fare gli onori di casa è Giorgia Meloni, i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso, mentre in rappresentanza del governo di Kyiv sono volati a Roma il primo ministro Denys Shmyhal, il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba e il vice primo ministro e ministro per lo sviluppo economico ucraino Yulia Svyrydenko. E poi, tra gli altri, Carlo Monticelli, governatore della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, Antonella Bassani, vice presidente regionale Europa e Asia Centrale della Banca Mondiale, e le circa centinaia di aziende italiane presenti al Palazzo dei Congressi dell’Eur chiamate a condividere la propria expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. Anche verso la Ukraine Recovery Conference del 2025, che l’Italia si candida ad ospitare: “È nostro compito aiutare l’Ucraina a scrivere il nuovo capitolo della sua storia, e l’Italia ha le carte in regola per essere protagonista – ha detto Giorgia Meloni -, non solo per la determinazione, la credibilità con cui ha fatto le sue scelte e senza mai tentennare, ma anche perché nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista di tutte le grandi scelte di questi anni e perché si candida a ospitare nel 2025 la Ukraine Recovery Conference, una conferenza molto più grande di questa, per segnare la nostra volontà ad andare avanti su questo terreno”. Un sostegno economico da 9 zeri che continua inevitabilmente ad aumentare: poco più di un mese fa la Banca Mondiale ha aggiornato la stima dei danni provocati da Mosca, facendola salire dai 349 miliardi dello scorso settembre ai 411 di marzo 2023. Proiezioni che hanno escluso i danni provocati a case, infrastrutture e trasporti nei territori occupati dalla Russia e che verranno conteggiati in un secondo momento. Le cifre di cui avrebbe veramente bisogno Kyiv non sono chiare a differenza di quelle dei danni subiti a oltre un anno dall’inizio del conflitto, dalle infrastrutture al patrimonio passando per l’ambiente – secondo l’Unesco la guerra in Ucraina è costata circa 2,6 miliardi di dollari di danni al patrimonio e ai siti culturali del Paese, mentre ammontano a 50 miliardi quelli causati all’ambiente.
Quanto vale ricostruire l’Ucraina – Le altre conferenze
Roma come Varsavia, Londra e Lugano, di ricostruzione non si è parlato solo ieri nella capitale italiana e quella di Roma non è stata né la prima né l’ultima conferenza sul tema. Germania e Francia sono state infatti tra le prime ad organizzare conferenze bilaterali rispettivamente a ottobre e a dicembre dello scorso anno per accaparrarsi una grossa fetta di progetti – alla fine dell’anno Macron ha mobilitato circa 700 imprese e promesso un pacchetto robusto di garanzie statali insieme ai primi accordi per ricostruire linee ferroviarie ed edifici istituzionali e residenziali. E persino il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha già firmato un memorandum per la ricostruzione nel vertice di Leopoli dell’agosto scorso. A Berlino, invece, la Commissione europea e la presidenza tedesca del G7 avevano ospitato a ottobre una simil conferenza per ribadire il fermo sostegno dell’UE e della comunità internazionale all’Ucraina a seguito dell’invasione della Russia. Nel frattempo il G7, di cui l’Italia sarà presidente di turno nel 2024, ha lanciato la Piattaforma di coordinamento dei donatori e dopo la prima Ukraine Recovery Conference, che si è svolta a luglio 2022 a Lugano, il prossimo appuntamento multilaterale si terrà a Londra a giugno. Senza dimenticare il Forum Internazionale Rebuild Ukraine di Varsavia del 15 e 16 febbraio 2023 che ha visto la partecipazione del nostro Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dell’Ice, della Camera di Commercio Italiana in Polonia e della Camera di Commercio Italiana per l’Ucraina CCIPU – sono state più di 30 le aziende italiane che hanno partecipato al forum internazionale di Varsavia.
Quanto vale ricostruire l’Ucraina – Affari e interessi
“Alla fine della guerra servirà un importante sforzo finanziario a livello mondiale per ricostruire l’Ucraina”, si legge nella pagina web della Commissione Europea sulla ricostruzione dell’Ucraina. Un sostegno finanziario, umanitario, di emergenza, di bilancio e militare che ammonta al momento a 50 miliardi di euro già erogati all’Ucraina, di cui 37,8 miliardi “per favorire la resilienza economica, sociale e finanziaria complessiva, incluso un pacchetto di aiuti finanziari senza precedenti di ben 18 miliardi di euro per il 2023, e circa 12 miliardi di euro in assistenza militare messi a disposizione nell’ambito dello strumento europeo per la pace e direttamente dagli stati membri”. Proprio per questo, a margine della conferenza bilaterale di Roma, sono stati già firmati diversi memorandum d’intesa, tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero dell’Economia ucraino per la cooperazione tecnica in campo industriale, tra Agenzia ICE e Ministero degli Affari Esteri ucraino, tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano e il Ministero della Protezione Ambientale e delle Risorse Naturali ucraino per la cooperazione in materia di sviluppo sostenibile e protezione ambientale, e uno sul Modello Agroalimentare Italiano per la ricostruzione e la sicurezza alimentare dell’Ucraina tra l’Ukrainian Agri Council Public Union e la Filiera Italiana.
Il governo italiano sta inoltre valutando ulteriori fondi e prestiti agevolati da parte della Cooperazione Italiana per un ammontare di 160 milioni di euro per il 2023, il Ministero dell’Economia e delle Finanze contribuirà al Fondo BEI “UE per l’Ucraina” con una garanzia di 100 milioni di euro, e cercherà di sostenere la transizione verde e aiutare Kyiv a raggiungere gli obiettivi stabiliti dagli accordi internazionali sul clima e sulla tutela dell’ambiente di cui il nostro Paese è parte firmatario. Inoltre, le aziende italiane che operano nel settore dell’energia doneranno attrezzature per le infrastrutture energetiche e civili ucraine attraverso il Meccanismo di Protezione Civile dell’UE e la Protezione Civile Italiana. Ed è proprio “agli imprenditori italiani in platea” che si rivolge quasi in chiusura della plenaria Giorgia Meloni, invitandoli a “non aver paura di investire, di costruire, ricostruire in Ucraina, di saper guardare oltre i difficili mesi che stiamo attraversando. Non abbiate paura di scommettere sulla vittoria dell’Ucraina e sulla sua integrazione europea”, sottolinea. Lo fa spesso anche Zelensky che chiede alle aziende italiane di costruire il futuro ucraino, per poi ringraziare tutti, in italiano, per il sostegno. Il video si interrompe e la conferenza volge al termine, mentre la guerra, invece, continua.