Protesta dei trattori, cosa vogliono gli agricoltori?

La mobilitazione europea, partita dalla Francia e dalla Germania, ha raggiunto l’Italia: in migliaia chiedono al governo maggiori interventi a loro sostegno

Presidi in tutto il Paese, strade invase da centinaia di trattori, la Capitale circondata per giorni dagli agricoltori del centro Italia che lanciano provocazioni al governo.

Gli agricoltori sono sbarcati nella Capitale
Protesta dei trattori, cosa vogliono gli agricoltori? – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

La mobilitazione europea, partita in particolare dalla Germania e dalla Francia, ormai da settimane ha raggiusto la penisola italiana, con i rappresentanti del settore primario che contestano le politiche agricole dell’Europa, chiedendo al governo maggiori interventi a loro sostegno.

La rivoluzione degli agricoltori

Due i pilastri principali su cui si basa la protesta: un livello di retribuzione giudicato inadeguato e il ricollocamento dei sussidi. Tra le varie istanze, i rappresentanti del settore agricolo chiedono una maggiore tutela del Made in Italy e si oppongono all’aumento del prezzo delle materie prime, tra cui il gasolio.

Gli agricoltori chiedono di essere ascoltati
Nel settentrione la protesta è scattata da giorni – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

Proprio nell’ultima settimana, dopo giorni di caos lungo le strade e le autostrade italiane coinvolte, è arrivata una svolta importante: l’Unione Europea ha ceduto sui pesticidi, ritirando la proposta di regolamento che tanto aveva fatto infuriare il settore agricolo. Il nuovo regolamento avrebbe dovuto portare a un dimezzamento dell’uso dei pesticidi entro il 2030 e, da anni, è uno tra i provvedimenti più contestati non solo in Italia, ma anche da parte delle principali associazioni europee degli agricoltori.

Il passo indietro dell’UE

È stata la presidente della commissione Ursula von der Leyen ad annunciare il passo indietro: “Ritireremo la proposta di regolamento Sur (Sustainable use regulation), mirata a promuovere l’uso sostenibile dei pesticidi in agricoltura, divenuta motivo di polarizzazione politica. Solo se i nostri agricoltori potranno vivere della terra potranno investire nel futuro. E solo se realizziamo insieme i nostri obiettivi climatici e ambientali, gli agricoltori saranno in grado di continuare a guadagnarsi da vivere. I nostri agricoltori lo sanno bene. Dovremmo riporre più fiducia in loro”.

La protesta è scattata anche nel centro Italia
Gli agricoltori protestano contro le politiche europee – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

La Commissione, tuttavia, non ha intenzione di rinunciare ai suoi buoni propositi circa le misure per una transizione verde e si è detta aperta a utilizzare un approccio diverso basato su un maggiore coinvolgimento delle parti interessate. Dalle parole di von der Leyen è emersa una componente di autocritica che non è passata inosservata: “Forse non siamo stati convincenti su misure pro-natura, i sussidi pubblici possono fornire questi incentivi. Insieme ad etichettature premium, ad esempio, in collaborazione con rivenditori e trasformatori”, ha detto la Presidente. La notizia arrivata da Strasburgo ha scatenato reazioni diverse a Palazzo Chigi. Da una parte, la Lega si è intestata la vittoria: “Evviva gli agricoltori, i cui trattori stanno costringendo l’Europa a rimangiarsi le follie imposte dalle multinazionali e dalle sinistre”, ha detto Matteo Salvini, dopo che in Europa è stata ritirata la proposta legislativa sui pesticidi. “La retromarcia annunciata da Ursula von der Leyen sulla proposta di riduzione di metà dei fitofarmaci in agricoltura è una vittoria della Lega e del buonsenso – scrivono in una nota gli europarlamentari leghisti Marco Zanni e Marco Campomenosi –, nel voto di novembre al Parlamento europeo la Lega votò contro al provvedimento, con un apporto decisivo per la bocciatura della proposta”. Positivo anche il commento del ministro dell’agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida: “La Commissione UE – ha detto – recepisce le proposte dell’Italia”. Nonostante il “successo” politico del dietrofront sui pesticidi, gli agricoltori italiani non si sono tirati indietro e hanno continuato a presidiare le strade e le autostrade del Paese, da nord a sud. Proprio ieri il ministro Lollobrigida ha incontrato gli agricoltori, che per giorni hanno atteso una convocazione da parte del Governo. Piccoli segnali di apertura sono arrivati anche dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, che ha affermato: “è in corso di valutazione l’intervento in materia di esenzione dell’Irpef per gli imprenditori agricoli che necessitano di un effettivo sostegno, eventualmente prevedendo specifiche franchigie”. Anche l’esenzione Irpef, va detto, sarebbe una piccola conquista.  

Per oggi, venerdì 9 febbraio, è previsto l’ingresso di 10 trattori in un corteo simbolico per portare la protesta nel cuore della Capitale, a piazza San Giovanni, dove ad attenderli ci saranno un migliaio di manifestanti.  È stata scongiurata, invece, l’ipotesi di una sfilata sul Grande Raccordo Anulare, così come la possibilità che la protesta prendesse il sopravvento anche a Sanremo, con il Festival in corso. All’alba di ieri, giovedì 8 febbraio, sette mezzi sono giunti a Bussana, frazione di Sanremo. Riscatto agricolo ha subito specificato che la mobilitazione si sarebbe potuta allargare poiché non era stata gradita l’ipotesi, proposta dalla Rai, secondo cui il conduttore Amadeus si sarebbe limitato a leggere un messaggio. “Far salire sul palco una delegazione di agricoltori riteniamo sia l’unica soluzione accettabile per dare il giusto significato alla grave crisi che l’agricoltura sta vivendo”, ha detto il movimento. Ciò che accadrà nella giornata di oggi è ancora carico di incertezze, fino a ieri la Rai stessa ha detto che sarà il conduttore del Festival a leggere un messaggio durante la quarta serata sanremese.

Le proteste in Europa

In Italia, come nel resto d’Europa, i coltivatori lamentano i costi maggiorati dagli standard di qualità imposti dalla politica agricola dell’UE e la competizione di prodotti di Paesi terzi per cui sono stati rimossi i dazi, come l’Ucraina. Dall’inizio dell’anno ad oggi migliaia di manifestanti in tutta Europa hanno marciato per le strade non solo dell’Italia, ma anche della Francia, della Germania e del Belgio. La Polizia francese ha arrestato centinaia di manifestanti a Parigi, di cui la maggior parte durante un tentativo di intrusione al mercato alimentare all’ingrosso di Rungis, alle porte di Parigi. Secondo quanto riferito poi dal ministro dell’interno, Gerald Darmanin, era stato detto ai manifestanti di non varcare Rungis, altrimenti le forze dell’ordine sarebbero intervenute di forza per bloccare la protesta, e così è stato. Mentre in Francia gli agricoltori spingono per raggiungere Parigi, in Germania la situazione non cambia. I rappresentanti del settore agricolo hanno bloccato per diversi giorni strade e ingressi autostradali con i trattori. Una delle regioni maggiormente coinvolte dal caos è stata la Baviera dove, proprio a causa dei blocchi causati da mezzi, numerose strade, anche a lunga percorrenza, sono state interrotte e di conseguenza il traffico è andato in tilt. Gli agricoltori tedeschi si sono radunati anche in altri läender del Paese, come la zona di Neubrandenburg.

Gli agricoltori scendono in strada
La protesta è iniziata in Francia e Germania – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

Centinaia di trattori hanno bloccato l’accesso a un magazzino della catena di supermercati Edeka (uno dei più grandi supermercati della Germania). Strade e porti del Paese nel caos anche in Polonia e in Belgio, con la categoria degli agricoltori che ha creato disagi diffusi principalmente nella Capitale Bruxelles, prendendo di mira soprattutto il quartiere europeo, sede degli edifici principali dell’UE. La protesta, alla fine di gennaio, è arrivata anche in Spagna e in Grecia. Asaja, Coag e Upa, le tre principali organizzazioni agricole spagnole, hanno indetto una serie di manifestazioni per chiedere un “piano d’urto”, sia a livello europeo sia a livello nazionale, e dunque una serie di misure urgenti in difesa del settore primario. Strade chiuse anche ad Atene e in altre aree della Grecia centrale. Anche in questo caso uno dei temi più criticati è l’aumento dei costi di produzione (soprattutto per i danni causati lo scorso settembre dalle alluvioni che hanno colpito il Paese). La mobilitazione europea ha dimostrato che, quando una causa è tanto profonda quanto condivisa, l’unione collettiva, non solo interna alle categorie ma anche tra nazioni, può portare a ottenere consistenti risultati politici. Il governo italiano intanto cerca fondi, mentre la protesta non accenna a retrocedere.

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