ONU: oltre Meloni-Musk c’è il patto per il futuro

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è riunita per mettere a punto “soluzioni multilaterali per un domani migliore”

La presenza di Giorgia Meloni a New York la settimana scorsa è finita sulle pagine di tutti i giornali e telegiornali, soprattutto per l’affaire (o presunto affaire) tra la premier e il CEO di Tesla nonché uomo più ricco del mondo, Elon Musk. Tra meme e post sui social, i due hanno tenuto banco facendo parlare e anche discutere del tipo di interazione che hanno avuto.

Ma dietro alla presenza del Presidente del Consiglio a New York e al premio consegnatole dal multimiliardario americano c’è il Summit of the Future, la due giorni che ha preceduto i lavori della 79° Assemblea Generale e che ha visto coinvolti i più importanti Capi di governo, impegnati a discutere il futuro del nostro pianeta.

Oltre alle chiacchiere scaturite da questo incontro, il patto per il futuro
Giorgia Meloni ed Elon Musk all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (foto LaPresse) – ilMillimetro.it

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è riunita per mettere a punto “soluzioni multilaterali per un domani migliore”, non solo con gli Stati Membri ma anche con le agenzie ONU, le organizzazioni non governative, le organizzazioni della società civile (OSC), le istituzioni accademiche, il settore privato e i giovani. Lo scopo era quello di creare un nuovo consenso globale su come dovrebbe essere il futuro e su quali strategie debbano essere attuate oggi per garantirlo. Il via libera al testo, la cui negoziazione è iniziata ben nove mesi fa, non era affatto scontato.

Stéphane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite, ha fatto sapere che l’esito della votazione era talmente incerto che il segretario generale, António Guterres, aveva preparato tre diversi discorsi da pronunciare a seconda del risultato della discussione. Approvazione, rifiuto e stallo erano i tre differenti scenari possibili, nessuno escluso. Una votazione che, peraltro, è stata interrotta da un evento imprevisto: il viceministro degli Affari esteri russo, Sergey Vershinin, ha presentato un emendamento al testo, sostenuto da Bielorussia, Corea del Nord, Iran, Nicaragua e Siria, per introdurre il “principio di non interferenza negli affari interni degli Stati”. Un’iniziativa che, tuttavia, è stata respinta dalla stragrande maggioranza dell’Assemblea.

Ambiente, diritti umani e generazioni future

Al termine della due giorni (22-23 settembre) è stato adottato il “Patto per il futuro”(Pact for the future) che comprende due allegati: un Accordo digitale globale e una Dichiarazione sulle generazioni future. Sottoscritto da 143 Paesi, è il patto internazionale più vasto stipulato negli ultimi anni. Si tratta di un documento di 42 pagine che tocca una serie di temi (sviluppati in 56 azioni), tra cui la sicurezza e la pace – quanto mai prioritarie con le guerre in Ucraina, Gaza, Libano e Sudan –, la lotta ai cambiamenti climatici, uno sviluppo equo e sostenibile.

Si è parlato anche di ambiente e di come risolvere i problemi innescati dai conflitti in corso
Le conseguenze devastanti della guerra sull’ambiente – ilMillimetro.it

Con il Patto, che rientra nella prospettiva più ampia dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, gli Stati membri si sono impegnati, tra le altre cose, a riformare il funzionamento del Consiglio di sicurezza dell’ONU, della Banca mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, con lo scopo di dare un ruolo di maggiore importanza ai Paesi attualmente sottorappresentati. Lo sviluppo sostenibile è uno dei temi chiave dell’accordo e sottolinea l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici, con uno sforzo consistente negli investimenti indirizzati alle energie rinnovabili. Un riconoscimento particolare è stato attribuito anche al ruolo della cultura come componente integrale nella costruzione di un futuro più equo per tutti, grazie al suo potere trasformativo e alla sua capacità di favorire la coesione sociale.

Non mancano, poi, i riferimenti alla tutela dei diritti umani e all’empowerment delle donne. L’accordo mira, infatti, a un rafforzamento “sui diritti umani, l’uguaglianza di genere e l’emancipazione femminile”, lanciando anche “un chiaro appello sulla necessità di proteggere i difensori dei diritti umani”. Il tema delle generazioni future è di fondamentale importanza, tanto che gli è stato dedicato uno dei due documenti allegati che prevede una serie di novità, tra cui la figura di un “inviato per le generazioni future”. Si tratta di soggetto, con diritto di voto, che all’interno delle varie istituzioni dell’ONU dovrebbe tutelare gli interessi e i bisogni delle nuove generazioni e di quelle non ancora in vita.

Una figura innovativa che riflette lo scopo della due giorni e più in generale dell’accordo, ossia quello di arricchire sempre più il multilateralismo, inteso come condivisione delle decisioni, che è una delle basi fondanti delle Nazioni Unite.

Sicurezza e tecnologia

Particolare attenzione è stata rivolta anche alla trasformazione digitale, su cui si concentra uno dei due documenti allegati. “Il primo quadro globale completo per la cooperazione digitale e la governance dell’intelligenza artificiale”, si legge nel testo al cui centro c’è l’istituzione di un Panel scientifico indipendente all’interno delle Nazioni Unite, che avrà il preciso scopo di valutare l’intelligenza artificiale e i vari rischi connessi, oltre alle potenzialità.

La sicurezza e la tecnologia al centro del dibattito
Nel Patto per il futuro si è parlato anche di sicurezza e tecnologia – ilMillimetro.it

Per quanto stabilito nel Patto, inoltre, è previsto l’avvio di un dialogo globale sulla governance dell’intelligenza artificiale. Un confronto che coinvolga la società civile, l’accademia, le aziende tech e, ovviamente, i governi. L’obiettivo finale, le cui modalità di raggiungimento certo non sono semplici, è quello di sviluppare una serie di norme e di standard condivisi a livello internazionale per lo sviluppo etico dell’intelligenza artificiale.

Tema, quest’ultimo, sempre più discusso in ogni continente. Quello che gli Stati membri vedono è un futuro in cui il divario tra le nazioni sia sempre più sottile, pertanto l’accordo fissa una serie di azioni necessarie da svolgere affinché si giunga a una condizione in cui l’accesso alle tecnologie digitali sia più equo, sia per i Paesi sviluppati sia per quelli in via di sviluppo. Secondo il Segretario generale dell’ONU, António Guterres, l’adozione del Patto è una svolta che può salvare “il multilateralismo dal baratro” rendendolo più “efficace, inclusivo e interconnesso”.

Guterres ha parlato della necessità di “azioni concrete” su ciascuna delle linee indicate dal documento, a cominciare dal cessate il fuoco nei conflitti “che dilaniano il mondo”. Un capitolo a parte del Patto è dedicato, infatti, a una serie di riforme di governance globale da cui dipende il futuro delle organizzazioni internazionali e degli stessi Stati membri che fanno parte delle Nazioni Unite. Tra gli elementi prioritari, in questa parte dell’accordo, c’è l’ampliamento del Consiglio di Sicurezza. Una richiesta che è arrivata, in particolare, dai Paesi africani.

Tra gli elementi più importanti del paragrafo ci sono il “no” al nucleare, i limiti alla corsa agli armamenti nello spazio e la necessità di regole più stringenti sull’uso dei cosiddetti “robot killer”, ossia quei dispositivi militari che possono selezionare e attaccare obiettivi senza intervento umano diretto, come droni o torrette automatiche.

Alcuni critici e analisti, tuttavia, hanno constatato come nell’accordo siano state messe finalmente nero su bianco oltre 50 azioni per raggiungere una serie di obiettivi virtuosi. Quello che manca, in molti casi, sono i dettagli. Quasi da nessuna parte, infatti, vengono specificate le modalità con cui queste misure verranno finanziate, portate avanti, e quindi implementate. È stato notato che manca, tra le altre cose, un meccanismo di monitoraggio, così come un calendario dettagliato. Sarà dunque da vedere se, come ha detto il residente dell’Assemblea Generale Philémon Yang, il Patto per il futuro sarà effettivamente “una pietra miliare” che “pone le basi per un ordine globale sostenibile, giusto e pacifico, per tutti i popoli e le nazioni”. L’appuntamento è tra quattro anni: nel 2028 ci sarà una nuova discussione. Punto per punto si vedrà lo stato di avanzamento di quella lunga lista di buoni propositi appena stabiliti.

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