(Adnkronos) – La mancata ratifica da parte dell'Italia della riforma del Mes "priva" gli altri Paesi dell'area euro di "strumenti" e "reti di sicurezza" cui potrebbero voler accedere. Lo sottolinea il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe, a Lussemburgo a margine della riunione dei ministri dell'Eurozona. "Rispetto le diverse visioni nazionali – dice – che i Paesi hanno sulla riforma del trattato del Mes. E rispetto assolutamente la necessità per i Parlamenti nazionali di valutare la materia in modo molto attento ed appropriato". "E' quello che abbiamo fatto in Irlanda – continua – abbiamo seguito la stessa procedura, perché è quello che dobbiamo fare, e rispettiamo il fatto che lo facciano altri Paesi. In aggiunta, continua ad essere davvero importante rispettare gli impegni presi reciprocamente. Nel consiglio dei governatori del Mes abbiamo avuto una discussione: abbiamo sentito l'eccellente rapporto del Mes che delinea le diverse opzioni per lo sviluppo del Meccanismo in futuro. Per andare avanti, è vitale che rispettiamo gli impegni". "Il punto fondamentale è che, se un Paese non ratifica la riforma – prosegue – tutti gli altri Paesi vengono privati degli strumenti aggiuntivi e delle reti di sicurezza che quella riforma prevede. E' una norma collettiva. Anche se un Paese decide che non intende avvalersi di quegli strumenti, cosa che è assolutamente nelle loro facoltà di scelta, ci sono comunque strumenti cui altri Paesi potrebbero voler accedere. Quindi è importante dare quelle opzioni agli altri Paesi. Ho un rapporto eccellente con il ministro Giorgetti e continueremo ad averlo. Sottolineo semplicemente che siamo ad uno snodo importante. La ratifica da parte di tutti è una priorità importante", conclude. Il consiglio dei governatori del Mes, riunitosi stamani a Lussemburgo, non ha avuto una vera "discussione" sulla ratifica da parte dell'Italia, ma ha semplicemente "preso atto delle consistenti difficoltà dell'Italia a ratificare" il trattato. Lo spiega il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni, a margine dell'Eurogruppo nella capitale del Granducato. Il consiglio "avrà l'occasione di sentire dall'Italia che cosa intende fare" per la ratifica della riforma del trattato relativo al Meccanismo, "ora che le elezioni europee hanno avvenuto. Sta al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti dire quali sono le sue intenzioni: noi siamo in modalità ascolto", aveva spiegato il direttore del Mes Pierre Gramegna, a margine della riunione, cui partecipa anche il ministro italiano, che non ha risposto alle domande dei giornalisti, entrando nella sede. "Non posso parlare per il ministro Giorgetti – continuava – non vedo l'ora di ascoltarlo. Speriamo che il rapporto sul rendere il Mes adeguato alle esigenze dei tempi incoraggi l'Italia ad avere un atteggiamento positivo", continua. Non sembra però che l'Italia possa ratificare, dato che non c'è una maggioranza in Parlamento: "Non siamo ancora a quel punto – risponde – è una decisione dell'Italia: siamo in modalità collaborativa per vedere come l'Italia possa essere portata a ratificare, ma è una decisione sovrana del Parlamento". Il trattato "è stato firmato molto tempo fa e abbiamo bisogno del backstop in questi tempi difficili, che aggiunge uno strato di protezione per il sistema bancario". Non sembrano intenzionati a ratificare, tuttavia: "Lo dite voi, preferirei ascoltare il ministro Giorgetti su questo", conclude. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
- Cosa è rimasto in America cent’anni dopo? Una domanda che ancora oggi in molti si fanno, tra repliche decadenti e imitazioni sconclusionate.