Le ultime alluvioni confermano che il nostro Paese è un territorio estremamente fragile
e che gli interventi infrastrutturali non possono più aspettare
Tra il 19 e il 20 ottobre 2024 l’Emilia-Romagna è stata colpita dalla quarta alluvione in un anno e mezzo. La presidente della Regione e commissaria straordinaria Irene Priolo ha parlato di una “slavina” d’acqua che si è scaricata su Bologna dalle colline circostanti. Sono esondati diversi torrenti, alcune vie della città sono state sommerse dal fango che i volontari hanno prontamente spalato, mentre la preoccupazione per le prossime piogge ormai non abbandona più gli abitanti.
Negli ultimi anni, l’Italia ha visto un’impennata dei fenomeni meteorologici estremi, come piogge torrenziali, alluvioni, frane, che colpiscono un territorio già fragile per via della sua geologia complessa e di una distribuzione urbanistica spesso irrazionale. Lo confermano i dati: secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, nel 2023 sono stati registrati 378 eventi climatici estremi, con un aumento del +22% rispetto all’anno precedente, oltre 30 vittime e danni che superano gli 11 miliardi di euro solo in Emilia-Romagna e Toscana. Tra alluvioni ed esondazioni (+170% rispetto al 2022), temperature record nelle aree urbane, frane da piogge intense, mareggiate, danni da grandine e allagamenti, il Nord Italia è l’area più colpita, Lombardia ed Emilia-Romagna le regioni più in sofferenza.
PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO CLICCA QUI SOTTO…