Linkedin è gradito alla Generazione Z

Alla Generazione Z Linkedin stranamente piace

Se pensi che LinkedIn sia pieno di fuffa manager e post smielatamente motivazionali a coprire una sindrome da Burnout latente hai ragione. O forse in parte.

Linkedin è gradito alla Generazione Z
I giovani e i social

È inutile nasconderlo, ci sono dei social più boomer di altri e molti di questi non sempre riescono a tenere il passo con i cambiamenti della Gen Z. Se Instagram è ormai fin troppo pieno di contenuti leggeri, LinkedIn sembra esser l’unico appiglio rimasto con il mondo del lavoro. Ma alla Gen Z piace?

Sostanzialmente sono i social ad essersi adattati alla Gen Z e non il contrario, motivo per il quale c’è stata una sorta di autoselezione darwiniana sui criteri della generazione zeta. 

Sebbene LinkedIn in un primo momento potesse risultare un social autoreferenziale pieno di selfmade manager e con un pizzico di sindrome da Burnout compulsiva, le cose sono cambiate.

I nuovi standard della Gen Z riguardo il lavoro, meno riferiti ad aspetti economici bensì ad altri legati allo sviluppo personale e al benessere, hanno mandato in confusione datori di lavoro di ogni settore, generando distanza tra le diverse generazioni.

Insomma, è chiaro che alla Generazione Zeta non interessi essere “i migliori dell’ufficio” se questo significa rinunciare ad un pezzo di salute mentale e vita privata

Secondo le indagini svolte, per la generazione Z le priorità nella scelta del datore di lavoro sono le seguenti: equilibrio lavoro-vita privata, atmosfera di lavoro piacevole, equità, progressione di carriera e retribuzione

In particolare, secondo un’indagine condotta da Randstad, l’equilibrio lavoro-vita privata risulta essere il driver principale delle scelte della Gen Z con il 62% delle preferenze tra i vari criteri.

Questa destrutturazione e il conseguente abbandono dell’approccio serioso nei confronti di LinkedIn ha portato in alcuni casi estremi all’utilizzo di questo social addirittura come un’app di dating.

Principalmente questo cambio generazionale ha avuto una funzione decisiva per la creazione di un luogo di interazione e condivisione stimolante anche per i giovani. Nonostante le premesse del social dedicato al mondo del lavoro non lasciassero sperare si proseguisse in tale direzione.

Una generazione di nuovi lavoratori che si affaccia sul mondo del lavoro post pandemia è pronta per colonizzare vecchi spazi inesplorati che aspettano solo di esser ridisegnati.

La sensazione è che più “zoomers” si approcceranno al mondo del lavoro e più sarà difficile per aziende e istituzioni non tener conto delle nuove esigenze dei lavoratori del domani per un mondo meno ossessionato dalla produttività.

(Edoardo Galassi)

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