Libano, la guerra immobile

In prima linea nei combattimenti tra Israele e Hezbollah. Dal 7 ottobre il Sud del Paese è diventato un enorme campo dove miliziani sciiti ed esercito ebraico si bombardano tutti i giorni

Tiro, Libano. L’alta collina di fianco al villaggio libanese di Tayrharfa si affaccia su una catena di alture più basse, che si estendono fino all’orizzonte, ricoperte da una fitta boscaglia verde. Verso sud, si scorgono Jal al-Alam, Hanita, Bahaira e Habd Jareen, quattro basi militari israeliane che guardano verso il Libano.

Il caso della guerra immobile in Libano
Una bambina gioca con un RPG giocattolo in Libano (Nicolò Ongaro) – ilMillimetro

Viste da lontano, sono tutte uguali: bassi palazzoni situati sulle cime delle alture su cui si trovano, circondati da mura dalle quali svettano alte antenne da dove i soldati ebraici sparano colpi di artiglieria oltreconfine contro le postazioni di Hezbollah, il movimento armato libanese legato all’Iran, i cui uomini, invece, si nascondono da qualche parte nelle foreste.

Da lì, bombardano a loro volta lo Stato ebraico e tentano di avvicinarsi segretamente alle posizioni nemiche. Di colpo, riecheggiano nel silenzio secche raffiche di mitragliatrice. Da Hanita, gli israeliani hanno avvistato degli uomini di Hezbollah e hanno aperto il fuoco per allontanarli. Dopo qualche minuto, una delle colline inizia a bruciare.

La guerra immobile in Libano

L’esercito israeliano ha lanciato del combustibile acceso per incendiare la boscaglia e complicare così il lavoro al nemico. Scene, queste, che si vivono tutti i giorni, a partire dal 7 ottobre 2023, da quando il già fragile confine tra Israele e Libano si è trasformato in un territorio di bombardamenti quotidiani, facendo rischiare ogni giorno lo scoppio di una guerra su larga scala in tutta la regione mediorientale.

Nel Libano del Sud bombardamenti ogni giorno
Le bandiere di Hamas nelle strade di Burj el Brajne Refugee Camp (Nicolò Ongaro) – ilMillimetro.it

Questo confine è oggi uno dei tanti fronti di uno scontro più ampio, che vede Israele e l’Iran combattersi in tutto il Medio Oriente. Da decenni, Teheran finanzia, equipaggia e addestra movimenti armati ubicati intorno allo Stato ebraico, in funzione di colpirlo: principalmente Hezbollah in Libano, gli Huthi in Yemen, alcuni gruppi armati sciiti in Siria e, in alcune fasi, anche Hamas nella Striscia di Gaza.

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La storia al contrario

Il terrorismo israeliano e lo “spazio vitale” nazional-sionista. Nell’articolo principale Alessandro Di Battista sottolinea come sia «triste constatare quanto i discendenti delle vittime dell’Olocausto stiano, giorno dopo giorno, assomigliando sempre più ai peggiori carnefici della Storia». Greta Cristini analizza geopoliticamente i possibili scenari, mentre Luca Steinmann e Valerio Nicolosi ci raccontano la vita in Libano e in Cisgiordania con i loro reportage. All’interno Line-up, Un Podcast per capello, Ultima fila e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Alessandro De Dilectis, Riccardo Cotumaccio, Marta Zelioli e Cesare Paris.

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