La moda della “Chip Challenge” è diventata virale sui social. Ma le conseguenze sono già state tragiche
La confezione è una bara di carta in miniatura, al suo interno vengono richieste “le ultime parole” e sull’incarto c’è scritto “Rip”, acronimo di “Riposi in pace” (o in inglese “Rest in peace”). Potrebbe sembrare un macabro gioco dell’orrore, in realtà è la strategia pubblicitaria stabilita da un’azienda della Repubblica Ceca, che si è proposta di creare la patatina fritta più piccante del mondo e di costruire su di essa una vera e proprio gara, la “Hot Chip Challenge”, con tanto di un iPhone come premio principale che sarà estratto tra i partecipanti che condivideranno sui social network la testimonianza video dei loro tentativi. E come spesso accade in certe situazioni il premio è solo un pretesto, il vero obiettivo è mettersi in mostra sui social network, con video a profusione su Instagram, TikTok e così via. “E che sarà mai, è solo una patatina”, penserete giustamente voi.
E invece no, non è esattamente così, come vedremo tra poco e come del resto è scritto chiaramente pure sul sito ufficiale di chi la produce: “Sembra una tortilla chips e a prima vista non sembra pericolosa. Tuttavia, il suo condimento unico la rende la patatina più piccante del mondo e ricorderai di averla mangiata per il resto della tua vita. Il potere del peperoncino prima attaccherà la tua lingua e poi si diffonderà in tutto il tuo corpo. Non puoi farlo senza lacrime e sudore”.
A seguire, viene indicata la composizione del “pacchetto sfida”: “Se ti aspetti un sacchetto di nachos piccanti, ti sbagli. In ogni confezione troverai una sola patatina, che racchiude tutta la potenza del peperoncino più piccante del mondo. Nella confezione è compreso anche un guanto. Questo serve per maneggiare in sicurezza i trucioli. Perché quando diciamo che sarà un vero viaggio, lo intendiamo sul serio”.
Le “patatine killer” a portata di click – Le controindicazioni
Fin qui, ancora tutto bene. Sì, può incutere un po’ di timore, ma si può sempre pensare a un’esagerazione voluta a fine di marketing, per stimolare interesse e curiosità. Poi, però, ci sono le avvertenze. E queste sembrano un po’ meno una bravata, piuttosto una sorta di reale “bugiardino”: “Una volta mangiate le patatine, vivrete un viaggio davvero pazzesco che vi sembrerà infinito. Ma per la vostra comodità, la parte peggiore durerà 5-10 minuti. Se è troppo, potete provare con pane e latte. Queste due cose possono alleviare l’intensità del calore. Può essere difficile da credere, ma mangiare la patatina più piccante del mondo è sicuro e non può farvi male. Tuttavia, condizioni del tutto comuni includono visione offuscata, problemi respiratori e molto sudore. Ma questo è quello che può succedere quando mangi del peperoncino. È spiacevole, ma non pericoloso. Le uniche persone che dovrebbero evitare questa sfida sono le donne incinte e che allattano, i bambini, le persone con problemi di stomaco o, in breve, coloro che sono affetti da qualche patologia pregressa e a lungo termine”.
Qui effettivamente il discorso si fa un po’ più serio. Vengono indicate delle categorie di persone alle quali è sconsigliato cimentarsi nella sfida, così da mettersi al riparo da eventuali effetti collaterali derivati dall’assunzione di questa patatina ultra-piccante. Il problema, però, è che per acquistarle non serve di certo presentare un certificato medico di sana e robusta costituzione, un test allergologico o uno screening completo che evidenzi eventuali patologie. No, in alcune zone del mondo è sufficiente acquistarle normalmente nei supermercati per una cifra che si aggira sui 10 euro, in tutte le altre basta ordinarle sul sito ufficiale per farsele spedire. Ecco allora che si apre a chiunque la possibilità di accettare la sfida. Ed ecco allora che ci sono, inevitabilmente, delle conseguenze tremende.
Le “patatine killer” a portata di click – La morte di Harris Wolobah
Come quella che è accaduta negli Stati Uniti lo scorso settembre, tanto per fare un primo esempio. In questo caso la marca è differente (si tratta delle patatine “Paqui”, prodotte dalla Amplify Snack Brands, una filiale della Hershey Company), anche il nome della sfida (“One Chips Challenge”), ma il concetto è lo stesso, così come la confezione, gli avvertimenti e l’ingrediente alla base della patatina, cioè il “Carolina Reaper” (in questo caso associato al “Naga Viper”), che dal 2013 è inserito nel Guinness dei primati come il peperoncino più piccante del mondo, grazie ai suoi 2.200.000 SHU (circa 400 volte il livello tipicamente presente nella salsa Tabasco o in un jalapeno), unità di misura utilizzata sulla scala Scoville per indicare l’intensità.
A mettersi alla prova è stato un ragazzo di 14 anni, Harris Wolobah, studente al secondo anno della Doherty Memorial High School nel Massachusetts. Nelle ore successive al test, si è sentito male ed è andato nell’infermeria della scuola. Così lo hanno fatto tornare a casa, dove ha continuato a lamentare un forte bruciore di stomaco, per poi perdere i sensi, smettere di respirare e morire. Inutile la corsa in ospedale e i tentativi di rianimarlo. La notizia è stata riportata dal Boston Globe. La famiglia, ovviamente, ha visto la morte del ragazzo come una diretta conseguenza dell’assunzione della chip. Sebbene alcune ricerche abbiano messo in evidenza che i peperoncini comunemente presenti in queste patatine, incluso il Carolina Reaper, possono causare gravi complicazioni cardiovascolari negli adolescenti, allo stato attuale non è ancora chiaro se e come la chip possa aver ucciso Wolobah. Per capire cosa sia successo si attendono i risultati dell’autopsia del ragazzo, che dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno.
Le “patatine killer” a portata di click – I primi ritiri dal commercio
Intanto, attraverso la portavoce Kim Metcalfe, l’azienda – in una dichiarazione rilasciata al New York Times – ha espresso la sua posizione: “Siamo profondamente rattristati dalla notizia ed esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia. Sarebbe inappropriato per noi speculare o commentare ulteriormente”. Poco dopo, sul proprio sito internet, ha messo il seguente comunicato nella home page: “La Paqui One Chip Challenge è destinata solo agli adulti, con un’etichetta chiara e ben visibile che evidenzia che la patatina non è per bambini o chiunque sia sensibile ai cibi piccanti o che abbia allergie alimentari, sia incinta o abbia problemi di salute preesistenti. Abbiamo notato un aumento del numero di adolescenti e di altri individui che non prestano ascolto a questi avvertimenti. Di conseguenza, mentre il prodotto continua a rispettare gli standard di sicurezza alimentare, per estrema cautela, stiamo lavorando attivamente con i nostri rivenditori per rimuovere il prodotto dagli scaffali”.
Dopo qualche settimana, però, un altro episodio simile, fortunatamente conclusosi senza la tragedia, si è verificato in Germania, dove due ragazzine di 13 e 14 anni hanno tentato la “Hot Chip Challenge” (quindi con le patatine prodotte dall’altra azienda) e sono finite in ospedale nella città di Garmisch-Partenkirchen, nel sud della Baviera. Entrambe hanno sviluppato forti crampi allo stomaco e difficoltà respiratorie dopo aver tentato la sfida. Ancora più di recente, anche le cliniche nella città sud-occidentale di Heilbronn hanno dichiarato di aver trattato due casi in cui dei giovani avevano sofferto di mal di stomaco e grave irritazione nel rivestimento della gola dopo aver mangiato le patatine piccanti. Dei segnali che non hanno lasciato indifferenti le autorità tedesche, che oltre ad aver aperto un’indagine sulla possibilità che gli adolescenti avessero subìto danni fisici per negligenza, hanno analizzato con maggiore attenzione il prodotto.
Le “patatine killer” a portata di click – Le analisi dei lotti
Da questi test di laboratorio è emerso che la concentrazione effettiva di capsaicina (sostanza irritante presente nei peperoncini) all’interno delle patatine può variare notevolmente oltre i limiti indicati e talvolta supera il livello di sicurezza raccomandato per gli adulti. Anche l’Istituto federale per la valutazione dei rischi ha avvertito le persone di fare attenzione. “Il rischio elevato, non solo per i bambini e i giovani, è che chi mangia queste patatine estremamente piccanti soffra di gravi problemi di salute, che spesso devono essere curati in ospedale”, ha spiegato Peter Hauk, Ministro dell’Alimentazione del Baden-Württemberg. L’elevata intensità di piccantezza delle patatine, nello specifico, può causare nausea, vomito, pressione alta, bruciore agli occhi e irritazione delle mucose. L’azienda ha assicurato di non aver mai riscontrato problemi di alcun tipo tra i suoi consumatori, ma di essere al lavoro per una nuova ricetta con “un’esperienza altrettanto piccante ma con un minore apporto di capsaicina”.
Questo perché la Germania, notando nell’analisi di vari lotti livelli di capsaicina al di fuori di quanto segnalato, ha deciso di ritirare il prodotto dagli scaffali dei supermercati con effetto immediato: “Sulla base dei risultati parziali dell’indagine si può presumere che nessun lotto possa essere classificato come sicuro – ha dichiarato un portavoce dell’Ufficio statale bavarese per la salute e la sicurezza alimentare (LGL) – e le autorità amministrative distrettuali competenti per l’esecuzione sono già state informate di ciò e hanno chiesto di adottare misure adeguate, di ritirare il prodotto dalla circolazione, indipendentemente dal lotto”.
Questo non eliminerà il problema, perché in ogni caso sul web sarà sempre possibile acquistare questo genere di chips, ma quantomeno lo limiterà, evitando di metterlo a disposizione di chiunque come se fosse una patatina normale, riducendo di conseguenza i potenziali partecipanti a questa challenge del tutto insensata e che, a parte intrattenere il pubblico dei social, non fa altro che mettere a repentaglio la salute di chi la prova. Perché anche se molte persone riescono a superarla senza danni permanenti, c’è sempre dietro l’angolo il rischio di problemi seri. Molto seri.