Due piani di sviluppo della società: uno sui titoli “legacy” e l’altro su progetti nuovi, “originals”. Si decide qui il futuro della Titanus, storica casa di produzione cinematografica italiana fondata nel 1904 da Gustavo Lombardo arrivata oggi alla terza generazione rappresentata dal Presidente Guido Lombardo. È la più antica società cinematografica del mondo (insieme alla francese Pathè) e l’unica ancora in mano alla famiglia originaria. La presentazione della line-up di sviluppo della Titanus si è tenuta a Roma, alla Casa del Cinema. Noi de il Millimetro ne abbiamo parlato con il direttore generale Stefano Bethlen.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, diceva Zio Ben in Spiderman. Cosa significa rilanciare Titanus?
“Avere la possibilità di occuparsi di un brand italiano storico ma che al contempo abbia potenzialità internazionali. Parliamo di un’opportunità enorme. Benché la Titanus non si sia mai fermata, è stimolante lavorare per riaffermare questo gioiello nel panorama delle case di produzione cinematografica e poter proporre al mercato attuale grandi classici in una veste nuova”.
Per farlo quali sono gli step?
“In primo luogo, una capillare e approfondita fase di studio degli asset aziendali. A seguire, ascolto del mercato per comprendere trend e necessità. Infine scrittura di due linee editoriali – Originals e Legacy – con relativi prodotti. Legacy è il manifesto di questa azienda, istituzione familiare che rappresenta la produzione e la distribuzione cinematografica del nostro boom economico e non solo. La sfida di Originals è capire il taglio delle idee e su questo cerco di portare il mio background commerciale figlio delle esperienze americane vissute in Disney. Lombardo vuole opere belle che piacciano al pubblico. Io rappresento un nuovo impianto dell’azienda che tende verso una managerializzazione. È mia responsabilità produrre con la massima qualità all’interno di budget prestabiliti garantendo all’azienda l’adeguato ritorno”.
Le difficoltà dove sono?
“Partiamo dai punti di forza. Titanus assume persone nuove e dal mercato. Non stiamo ristrutturando uno staff del passato ma creando una squadra proiettata verso il futuro. Sarà fondamentale delegare le responsabilità dei progetti ai manager. Si passa da una concezione familiare a una più manageriale”.
Andiamo ai prodotti.
“Piedone, La Ciociara e Phenomena. Il primo, su tutti, è la prima opera di Legacy, coprodotta con Wildside e Sky Studios. Qui vantiamo un impianto già avanzato mentre gli altri nomi fatti sono ancora in fase embrionale”.
Come gestite il vostro rapporto con i giganti del cinema legati a Titanus?
“Siamo avvantaggiati dai rapporti personali che Guido Lombardo mantiene con tanti grandi registi che devono qualcosa alle sue intuizioni, da Enrico Vanzina a Dario Argento, passando per Giuseppe Tornatore. C’è un affetto nei confronti della famiglia Lombardo illimitato che per noi rappresenta un valore concreto. Oggi però, lavorando con un modello di business su commissione per piattaforme o broadcaster televisivi, diventano necessari dei cambiamenti. Dovremo essere bravi a non perdere il passo”.
Che reazione vi aspettate dal pubblico? Di solito quando si parla di remake o reboot si storce il naso…
“In Disney ho lavorato a stretto contatto con Pixar, Lucasfilm e Marvel, vivendo dall’interno la parentesi dei remake (Il Libro della Giungla, Il Re Leone etc.) e analizzando le varie reazioni del mercato. Ho imparato che un sequel va in scena solo se considerato migliore del primo. “Incredibili II” non è peggio del capitolo originale, così come “Alla ricerca di Dory“. “Monster University” è il prequel di “Monsters & Co.” ma non è male. Dipende da come sono pensati. Se si scrive e gira Piedone nello stile degli anni ’70 si assume un rischio enorme, per questo abbiamo scelto, dopo un’attenta fase di studio, di prendere un’altra direzione. Una volta distribuito avremo sicuramente un centinaio di haters ma anche chi apprezzerà questa seconda chiave di lettura, altri addirittura scopriranno un personaggio che non conoscevano. Al contempo si fa marketing”.
Quando si parla di Titanus si pensa alla magia delle sale. Nel futuro di un direttore generale attivo nel cinema che ruolo occupano?
“Elena“, “Ludwig” e “Francesca e Agnese” sono film pensati per andare in sala. È sbagliato escluderla a priori anche se oggi sembra un modello di business in perdita. Solo alcuni titoli top permettono al produttore di rientrare nel budget ed avere un ritorno (“Spiderman“, “Thor” e “Maverick“) ma condivido l’appello di Lo Nigro quando invita tutti a fare qualcosa. Mi riferisco anche al pubblico, che decide l’andamento del mercato, ma anche ai proprietari delle sale che andrebbero rimodernate (come fatto per il Barberini). Le sale italiane sono indietro su temi come entertainment (Londra insegna). Più il film al cinema diventa un’esperienza e più persone vedremo sedute sulle poltrone. Non è più il film ad attrarre ma la sala come modello di coinvolgimento”.