Per la scienza è un sì, ma nei limiti. Pioniere fu il medico giornalista Michael Mosley, mancato in Grecia lo scorso 9 giugno
«Amo la vita. Per questo voglio restare giovane, pieno di energie e godermi tutto il più a lungo possibile». Aveva detto così, nei primi 12 secondi del suo documentario per la BBC, Michael Mosley. Nel 2012 Eat, Fast and Live Longer ha incollato allo schermo migliaia di inglesi, mentre il “giornalista medico dell’anno” – 1995 –, nato a Calcutta, inseguiva con il fiato corto un maratoneta ultracentenario. O meglio, il suo segreto per vivere così a lungo. «Nessuna dieta in particolare?». «Mangiare poco». Era la sua carica del 101.
Dopo averlo sottoposto a un test medico, il dottor Luigi Fontana, uno dei massimi esperti del binomio alimentazione-longevità a livello mondiale, dice a Mosley che un terzo del suo corpo è grasso. Sono in uno studio della Washington University School of Medicine. Un giornalista, Mosley, che ha vissuto tutto sulla sua pelle. È al ventiseiesimo minuto del documentario (disponibile anche su Amazon Prime Video) che nomina per la prima volta il digiuno intermittente. Questa volta nessuna maratona… è una corsa di coscienza che avviene a bordo di una Ferrari fiammante, quella del ricercatore italiano Valter Longo, anche lui noto volto accademico per i suoi studi sull’invecchiamento, oggi Direttore dell’Istituto sulla Longevità alla University of Southern California.
In età adulta, il digiuno intermittente consente di abbassare i livelli di IGF-1, un ormone di natura proteica simile all’insulina, che ha una funzione anabolica: ci permette di crescere. Se l’ormone IGF-1 (o somatomedina) è indispensabile per lo sviluppo nell’età infantile, lo diventa meno in età avanzata. Per contenerlo, ridurre l’apporto calorico e dimezzare le proteine non è abbastanza. «Il digiuno abbassa in modo più rapido i livelli di glucosio e dell’ormone IGF-1». Mosley vuole vedere se funziona sulla propria pelle e diventerà uno dei pionieri del digiuno intermittente, professando la sua dieta di 800 kcal con il giornalismo scientifico e i libri. Grazie al suo lavoro ha cambiato stili di vita, a partire dal suo. Stravolto le opinioni, le convinzioni – anche personali – della gente comune, l’approccio dei medici e dei nutrizionisti. C’è chi è stato grato a Michael Mosley e chi in forte contrasto.
Il suo corpo senza vita è stato trovato il 9 giugno 2024 sull’isola greca di Symi, dov’era in vacanza con la moglie Claire Bailey, da cui si era allontanato nel pomeriggio per fare una passeggiata. Per cinque giorni non si è saputo niente di lui, fino a quando le autorità non hanno ritrovato il suo cadavere accasciato tra le rocce di una zona troppo faticosa da attraversare di giorno, sotto il sole. L’area rocciosa si trova vicino la spiaggia di Agia Marina, nei pressi del resort in cui alloggiava con sua moglie. Dalle telecamere di sorveglianza dell’hotel, scrive il Guardian, riportando le parole del medico legale che si era recato sul posto nel momento in cui era stato ritrovato il corpo, Mosley sembrava molto provato per quella scalata. Potrebbe aver avuto un malore. Essersi seduto, ormai senza forze, anziché cadere. Il giornalista aveva 67 anni. Amava la vita.
I pareri discordanti sul digiuno intermittente sono i tasselli di un unico puzzle
In inglese, fasting significa “digiuno”. Fasting aiuta a credere che passi in fretta. Il digiuno intermittente non ha una legge universale, esistono diverse alternative a seconda della velocità con cui si vogliono raggiungere gli obiettivi; ma anche a seconda dell’età (da non escludere, poi, la resistenza). È “legge”, invece, che debbano evitarlo le donne in gravidanza, chi soffre o ha sofferto di disturbi del comportamento alimentare e le persone anziane. I modelli di digiuno intermittente più diffusi sono tre. Il 16:8 si pratica digiunando per 16 ore e mangiando in un arco di tempo di 8. Si può scegliere se saltare la colazione e iniziare l’assunzione di cibo in tarda mattinata, così da non dover cenare nel pomeriggio, oppure se anticipare l’ultimo pasto della giornata, prerogativa della sera e che solitamente rilassa più degli altri, alla fascia pomeridiana.
Il modello 5:2 consiste nel farsi bastare un apporto calorico tra le 500 e le 800 kcal per due giorni a settimana e di mangiare normalmente nei giorni restanti: è il digiuno intermittente di Michael Mosley e assicura una perdita di peso più veloce rispetto al modello 16:8. Il 23:1 è una forma più severa, che è necessario seguire includendo sempre, e in modo bilanciato, sia i grassi sia le proteine sia i carboidrati. Per quest’ultima tipologia c’è solo una chance, un solo pasto al giorno.