Con la sua mostra itinerante, Senzatomica sta sensibilizzando le persone ad analizzare il problema del nucleare da un’altra prospettiva
A oggi potrebbe apparire come un discorso utopico, è comprensibile. Il dato di fatto, però, è che un futuro migliore potrebbe davvero esistere, a patto che tutti i governi del mondo scelgano di abbandonare investimenti sul nucleare e decidano di non disporre mai più di bombe atomiche. Se solo lo si volesse davvero, sarebbe una possibilità concreta, di reale attuazione. Basterebbe rispettare i trattati esistenti o semplicemente le regole del buon senso.
Perché, al contrario, non esisterebbe più un futuro se anche uno solo dei Paesi che dispongono allo stato attuale di almeno una bomba atomica (in una delle varie declinazioni possibili) decidesse di utilizzarla contro qualcun altro, dando vita a un’escalation nucleare (inevitabile considerando che ormai la ha chiunque) che spazzerebbe via l’intera umanità. Sarebbe sufficiente questo semplice e banale ragionamento, in teoria, per capire quale sia la sola e unica strada da percorrere. Nella pratica, però, si continua ostinatamente ad andare nella direzione opposta, quella più pericolosa e senza senso.
La battaglia di Senzatomica
Si tratta di un ragionamento molto facile da comprendere, ma per i più duri di comprendonio Albert Einstein lo tradusse in un’efficace metafora, ancora oggi tristemente d’attualità: «L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi». Siamo i soli esseri viventi ad aver creato di loro spontanea volontà un qualcosa capace di farli estinguere o comunque di mettere a repentaglio la sopravvivenza della loro stessa specie.
Le scuse per “giustificare” questa scelta sono sempre le stesse, ossia l’utilizzo di queste armi per “garantire la pace”. Un’antinomia che mette in luce un paradosso etico e logico, di chi è pienamente consapevole che, dal momento della realizzazione della prima bomba atomica, non sia stato fatto nessun minimo passo in avanti per rendere più sicuro il mondo, ma al contrario ne sono stati fatti sempre di più per accrescere la distruttività della guerra, per rendere più instabile l’equilibrio mondiale.
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