Lo dicono i sondaggi, gli articoli su Lancet e sul New York Times: per gli anziani fare sesso è importante. Ed è meglio che farlo da giovani
“Due giorni fa al supermercato ho visto un bambino di dieci anni e un uomo almeno otto volte più grande di lui prendere lo stesso budino alla vaniglia. Quando si dice che gli anziani sono come i bambini non è vero solo nella misura in cui mangiano gli stessi budini o in quella per cui vanno accuditi, ma lo è quando decidiamo che, per loro, alcuni argomenti devono restare tabù, come il sesso“.
Il mese scorso, il leghista Rossano Sasso si indignava per il disegno di legge proposto dal M5S per introdurre l’educazione sessuale a scuola. È dal 1975 che ci si prova, siamo rimasti uno dei 5 Paesi dell’UE dove la materia non è ancora obbligatoria; per questo, a volte le scuole provvedono a insegnarla autonomamente: se la preoccupazione è l’imbarazzo che può crearsi nelle famiglie, bisogna considerare che tanto, alla domanda «che hai fatto oggi a scuola?», i bambini rispondono sempre e comunque «niente».
La scoperta dell’America è il sesso che invecchia – Le statistiche negli Stati Uniti
Il problema non è tanto la nostra età, quanto i concetti e gli argomenti a cui imponiamo la nostra età. Il sesso è non mai solo una parola per adulti, ma diventa una fase della vita lontana dall’infanzia e superata dalla vecchiaia: quando ci accorgiamo che sono entrambe abbastanza lontane, significa che abbiamo stabilito con successo una distanza di sicurezza. Proprio come con i bambini, anche con gli anziani si tende a evitare l’argomento sesso,in questo caso senza tirare in ballo la cicogna.
Un vecchio articolo del New York Times pubblicato il 29 settembre 1998, però, rinnega il sorpasso: i risultati di un sondaggio del National Council on the Aging condotto su 1292 americani over 60, dimostrava che il 39% degli anziani fosse soddisfatto di quanto facesse sesso e che l’altro 39% avrebbe voluto farne di più. Il 43% dei sessualmente attivi confessava poi, che, farlo da vecchi, fosse persino meglio che da giovani. Ecco una prova della percezione alterata del ricordo. E invece no. Da vecchi ormai si conosce il proprio corpo, non si rischiano gravidanze e ciò spinge a godersi il momento con maggiore libertà.
La scoperta dell’America è il sesso che invecchia – Un salto generazionale all’indietro
Chi altro sa che gli anziani fanno sesso, a parte loro? Credere che non sia vero ci conviene nel momento in cui spostiamo la questione all’interno della nostra sfera familiare: nessuno di noi si aspetta che i nostri nonni lo facciano; anzi, sembra addirittura esserci una sorta di salto generazionale all’indietro per cui il sesso non riguarda più neanche i nostri genitori. Ci auguriamo sempre che le persone anziane possano ancora volersi bene, affidiamo agli anziani la speranza (o il cliché) del vero amore, ma dentro di noi li consideriamo asessuati.
Se una coppia di anziani che si tiene per mano è bella da vedere, l’idea che possa andare oltre non è auspicabile: è come se l’affetto fosse un limite, una soglia che gli anziani non devono superare. Se per noi il sesso è innanzitutto fisicità, sembriamo tuttavia escludere il corpo: se con il tempo il corpo si trasforma, perché non valutiamo l’idea che, a rigor di logica, si trasformerà anche l’amplesso senza pensare che sparisca? Per citare un noto film, il sesso non è un Paese per vecchi. E allora gli adulti dimostrano una certa rigidità rispetto a esso, sono categorici a riguardo, invece per gli anziani è plastico: non è per forza vigore, può essere solo compagnia, solo emozione, solo un tocco. Chi sono i veri bacchettoni, noi o loro?
La scoperta dell’America è il sesso che invecchia – Gli stereotipi della società attuale
La società è un’industria di stereotipi, e i nostri preconcetti fanno sì che gli anziani si sentano inadeguati rispetto al sesso. Nel 2010 Harvard Health Publishing aveva citato uno studio condotto nel 2007 dall’Università di Chicago e uno successivo dell’Università dell’Indiana: nel primo si prendevano in esame 3000 americani tra i 57 e gli 85 anni, nel secondo circa 6000 americani tra i 14 e i 94 anni. Generalmente in America gli anziani erano esclusi dagli studi sui comportamenti sessuali. Le due ricerche avevano diffuso risultati validi ancora oggi: per esempio, che l’attività sessuale diminuisca con l’avanzare dell’età (e già questo non vuol dire che scompare); e che le donne anziane facciano meno sesso rispetto agli uomini.
Perché? Vivendo più a lungo, le donne hanno più probabilità di restare sole e questo dettaglio è importante perché, quando gli anziani hanno un partner, le possibilità che facciano sesso sono molto più alte. Perciò, gli uomini hanno oggettivamente una probabilità maggiore di farlo rispetto alle donne. Comune a entrambi, in tarda età, è la difficoltà di avere un orgasmo e di provare piacere: un dato interessante dello studio dell’Università dell’Indiana riguardava il fatto che, le donne che avevano avuto un rapporto extraconiugale, avevano raggiunto l’orgasmo più facilmente e accusato meno secchezza vaginale, perché più eccitate di quanto non lo fossero in una situazione più ordinaria.
La scoperta dell’America è il sesso che invecchia – Il cambiamento scientifico
Il sesso in tarda età fa i conti con un abbassamento dei livelli di testosterone e di estrogeni, disfunzione erettile e secchezza vaginale, ai quali tuttavia c’è rimedio (il Viagra, i gel lubrificanti…). Per le malattie croniche invece non si può fare molto, se non riadattarlo o addirittura pianificarlo, come ha spiegato una coppia settantenne intervistata da Vice nel 2019, in cui lei è affetta da fibromialgia. Per gli anziani il sesso può restare una priorità ed essere parte della vita senza che la malattia, ancora più della vecchiaia, possa impedirlo. È che spesso facciamo coincidere la vecchiaia con la rassegnazione, senza percepirla mai come innovatrice, in grado di rivoluzionare il sesso nella misura in cui gli anziani riescono a farlo proprio.
Se la giovinezza è l’imprevisto, la vecchiaia è lo stabilizzatore del sesso: non lo elimina, ma ne modifica durata e frequenza… quasi lo regolamenta. Il sondaggio più recente sul rapporto tra sessualità e anziani è stato pubblicato il 3 maggio del 2018 dall’Università del Michigan: si tratta del The University of Michigan National Poll on Healthy Aging. Come già suggerisce il titolo, il sesso è strettamente correlato a uno stato di buona salute. Svoltosi a ottobre del 2017 su un campione di circa 1000 americani tra i 65 e gli 80 anni, la parte forse più interessante del sondaggio sta nella domanda: “Se avessi un problema con la tua salute sessuale, con chi ne parleresti?”. Il 17% degli anziani ha risposto “con nessuno”. A causa degli stereotipi, il sesso tra gli anziani è giudicato inappropriato. Un altro 17% ha invece dichiarato di averne discusso, ma su sua iniziativa, con il proprio medico negli ultimi due anni.
La scoperta dell’America è il sesso che invecchia – I malintesi che condizionano tutti
L’impressione è che il rapporto tra il sesso e gli anziani sembri destabilizzare di più gli altri: persino i medici si sentono a disagio a intavolare l’argomento, e questo potrebbe tradursi nella mancata opportunità di individuare un sintomo, l’effetto collaterale di un farmaco, un’infezione: il sesso è a tutti gli effetti un passe-partout diagnostico. A tal proposito, The Lancet ha individuato i tre principali malintesi che condizionano tutti, in maniera indistinta: gli anziani non sono interessati o non fanno sesso; il sesso è solo penetrazione; tra gli anziani non c’è il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili. A ciò bisogna aggiungere che negli ultimi 10 anni, in America, il numero di infezioni trasmesse sessualmente sia raddoppiato negli over 55: facendo due conti, si tratta proprio di quelli che ai loro tempi non avevano ricevuto un’educazione sessuale a scuola.
Gli anziani di oggi saranno sempre meno anziani rispetto a quelli di ieri riguardo il loro rapporto con il sesso: i baby boomer che tra gli anni ’60 e ’70 erano già maggiorenni, e che hanno innescato la rivoluzione sessuale di quegli anni, hanno continuato anche da anziani a sdoganare il sesso. Sdoganare significa molto banalmente praticarlo. Sulla contraccezione il tema è ancora abbastanza fermo a ieri, perché l’idea di non usare precauzioni è avvalorata dalla menopausa femminile e la concezione diffusa è che il preservativo protegga solo dalla gravidanza. Questo aspetto preoccupa particolarmente i medici, che comunque tendono a non parlarne mai per primi. Come dimostrano gli studi condotti nell’arco di un ventennio, gli anziani continuano a fare sesso.
La scoperta dell’America è il sesso che invecchia – In America c’è una casa di cura che difende il sesso
In America, tra l’altro, c’è una casa di cura che si batte proprio per questo. Non tutti gli anziani godono di buona salute: come comportarsi con quelli che soffrono di una patologia come la demenza? È giusto che facciano sesso? Il 23 maggio 2014 l’americano Henry Rayhons, all’epoca 78enne, era stato accusato di aver abusato sessualmente di sua moglie, malata di Alzheimer e ricoverata presso il Concord Care Center nell’Iowa. L’anno dopo era stato assolto perché sua moglie in realtà era consenziente, ma da questa vicenda l’America si è interrogata sulla necessità di capire cosa è bene e cosa no per i pazienti affetti da demenza.
A prendere posizione è stata una casa di cura su tutte, la Hebrew Home a Riverdale, nel Bronx, secondo cui gli anziani con demenza sono in grado di esprimere il loro consenso sia verbalmente sia non verbalmente, e che già dal 1995 ha una sua policy (visibile anche sul sito) riguardo i bisogni sessuali dei suoi pazienti, “riconoscendo e sostenendo il loro diritto di impegnarsi in attività sessuali e di ottenere materiale sessualmente esplicito come riviste, video e libri”. Qui gli infermieri sono spesso dei complici: in alcuni casi coprono gli anziani più in forma che hanno due piedi in una scarpa, in altri organizzano i G-Date, ossia appuntamenti nella casa di cura stessa perché il sesso, in tutte le accezioni che la vecchiaia riscopre, può avere grandi benefici. Alla Hebrew Home sono stati i primi a capire l’importanza del sesso tra gli anziani e ad accantonare ogni forma di repulsione o di imbarazzo, continuando a sperare che ciò sproni anche medici e colleghi da ogni dove a superare le loro stesse barriere. Non essendo, quelli che fanno sesso, anziani 3.0.