La fregatura del bipolarismo a discapito di idee logiche che ci permetterebbero di vivere meglio e più a lungo
Ho letto con grande interesse l’ottimo articolo sulla storia della canapa scritto da Matteo Mantero, collega di mille battaglie in Parlamento nella XVII Legislatura. Matteo si è sempre, legittimamente, dichiarato di sinistra. Io no. Io, ancor di più guardando il mondo e la politica di oggi, penso che destra e sinistra siano categorie obsolete incapaci di interpretare le pulsioni culturali, politiche, etiche e persino esistenziali degli esseri umani. Non pretendo di convincere nessuno. Sono le mie idee, mie e basta.
Nonostante in Italia (e non solo) il sistema politico e mediatico voglia convincere la pubblica opinione del ritorno (e della necessità quasi salvifica) di quello che viene definito “bipolarismo”, io non solo ritengo che ciò sia falso ma trovo il bipolarismo una sonora fregatura. Il bipolarismo (centro-destra contro centro-sinistra o destra contro sinistra), per via del cosiddetto “principio dell’alternanza” (oggi tocca a te ma prima o poi toccherà a me), annulla le macro-differenze, porta al conformismo, al consociativismo, alla palese strategia del non pestarsi i piedi sulle questioni più dirimenti.
Canapa e il finto bipolarismo
Rammento che in Italia sono stati gli ex comunisti ad abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, mentre sono stati i liberali, quelli del meno Stato e più impresa, a reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti, seppure in forma mascherata. Avvenne nel 1994 su input dell’allora governo Berlusconi I. Pochi mesi prima, nel 1993, i cittadini italiani si erano espressi in netta maggioranza (il 90,3% dei votanti) per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Tuttavia, come spesso accade in democrazia, la volontà popolare venne violentata e il finanziamento pubblico ai partiti trasformato nei cosiddetti “rimborsi elettorali”, una vera e propria truffa a danno degli italiani.
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