Non voglio dire che sia un Paese modello e che tutti gli altri debbano seguire il suo esempio. Anzi, sì, forse voglio dire proprio questo
Avevamo un’occasione, l’abbiamo fallita. È capitato spesso nella nostra storia, non è nemmeno una novità. Potevamo prenderci una rivincita ai danni di un popolo che non abbiamo mai stimato abbastanza. E forse l’errore è stato proprio questo, sentirci superiori quando, invece, numeri e dati alla mano, non lo siamo mai stati. Presunzione? A volte anche poca scaltrezza, furbizia, scarsa propensione alle responsabilità. La Francia è un Paese civile, l’ingresso in Costituzione del diritto all’aborto ne è la dimostrazione lampante. E, attenzione, lo è nei confronti del mondo intero, non è esclusivamente una nostra sconfitta. Avremmo dovuto prendere spunto già da tempo, anziché criticarli e sentirci imbattibili. Di solito, i più grandi nemici sono quelli che ti superano, non esiste un nemico perdente.
Da chi ne sa più di te, da chi fa una cosa migliore di te, puoi però rubare con gli occhi e imparare. E non per forza sputarci sopra perché quello è un “nemico”. Questo può accadere nella vita di tutti i giorni, in politica, nello sport (dove, comunque, ci siamo sempre difesi), per strada. Il popolo francese è sinonimo di compattezza e non ha mai dato segnali di cedimento. Se c’è da scendere in piazza per protestare, lo fanno tutti insieme a prescindere dalle ideologie, con coesione e unione di intenti. Con questo non voglio dire che la Francia sia un Paese modello e che tutti gli altri debbano seguire il suo esempio. Anzi, sì, forse voglio dire proprio questo.