Gli “ebrei senza legge” in Cisgiordania


Le radici del terrorismo sono profonde e radicate, le violenze ai danni dei palestinesi vanno avanti da sempre 

C’è una guerra poco rumorosa, fatta di infinite violenze e discriminazioni razziali, in pieno stile apartheid. È la realtà della Cisgiordania, dove, da undici mesi a questa parte, non passa giorno in cui non vi sia una rappresaglia dell’Esercito israeliano o una prepotenza da parte dei coloni. Le vittime, così come a Gaza, sono i palestinesi che vivono qui, sul lato ovest del fiume Giordano. A fine agosto Israele ha invaso tutta la regione settentrionale della West Bank, concentrando i suoi assalti nelle città di Jenin, Tulkarem e Tubas. Era dalla Seconda Intifada, la rivolta palestinese iniziata nel 2000 e terminata nel 2006, che la Cisgiordania non subiva un’offensiva di questa portata.

Continuano le atrocità nei confronti del popolo palestinese
Un convoglio di veicoli blindati israeliani durante un raid a Tulkarem (foto LaPresse) – ilMillimetro.it

Prima del 7 ottobre 2023 non è che si vivesse in una realtà pacifica, anzi. La discriminazione verso gli arabi è chiara e tangibile oramai da tempo, precisamente dal ’67, anno in cui Israele, dopo la vittoria della Guerra dei sei giorni, oltrepassò la famosa “linea verde” prevista dall’armistizio di Rodi, del 1949. Tuttavia, dall’inizio del conflitto, come riporta Haaretz, la frequenza e la violenza degli attacchi dei coloni sono aumentati a dismisura. Quelli che vivono nella West Bank, in avamposti non autorizzati, ma che si stanno espandendo a macchia d’olio, sono «ebrei senza legge» [così li definisce il quotidiano israeliano]. Bruciano i campi coltivati degli agricoltori palestinesi, uccidono il loro bestiame. Lanciano molotov sulle case dei villaggi e tirano pietre contro le auto dei civili. Organizzano delle vere e proprie spedizioni punitive, per castigare un popolo che ha la sola colpa di non essere quello favorito dallo Stato.

«Terrorismo ebraico in aumento»

Sotto una leggera, leggerissima patina di legalità, nella West Bank le violenze dei coloni sono all’ordine del giorno. È notizia recente e di rilievo: persino Ronen Bar, capo dello Shin Bet, una delle agenzie di intelligence israeliana, ha dichiarato senza mezzi termini che «il terrorismo ebraico sta aumentando ed è fuori controllo». Ma c’è di più. I coloni, che si macchiano di ogni tipo di brutalità, agiscono indisturbati, ma soprattutto impuniti. Già, perché sempre Ronen Bar, nella lettera indirizzata al premier Benjamin Netanyahu, ha aggiunto che «il terrorismo ebraico è alimentato dai leader di estrema destra, nonché membri della Knesset, come Itamar Ben-Gvir».

La guerra va avanti ormai da quasi un anno
Palestinese ucciso durante un attacco israeliano in Cisgiordania (foto LaPresse) – ilMillimetro.it

Con tanto di nome e cognome, il numero uno dello Shin Bet ha denunciato quello che pare essere un sistema rodato in Israele. Ebbene, i coloni, che talvolta vengono arrestati dopo aver commesso svariati crimini e reati, non solo vivono il carcere in condizioni più agiate rispetto agli altri detenuti, ma, una volta fuori di prigione ricevono dei fondi dai parlamentari di destra. Ovviamente la spiegazione è di facile intuizione: per i fanatici messianici, che sfortunatamente siedono addirittura in Parlamento, le violenze contro i palestinesi sono da gratificare, mica da condannare. Un bel premio in shekel, e i coloni violenti torneranno a seminare il terrore in Cisgiordania.

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