Il mondo è in piazza per la Palestina

Dopo l’assedio totale di Israele all’interno della Striscia di Gaza, sono aumentate le manifestazioni pro Palestina in tutto il mondo.

Dopo il ventiduesimo giorno di bombardamenti israeliani e di assedio totale, migliaia di persone sono scese in piazza a sostegno della Palestina. Le manifestazioni sono andate in scena in tutta Europa, la giornata di sabato 28 ottobre si è rivelata la più significativa. Il giorno prima infatti, poco prima delle ore 20, l’esercito israeliano è entrato nella Striscia di Gaza via mare, terra e aria, provocando quasi 8mila morti totali dall’inizio del conflitto: “Sarà una guerra lunga e dolorosa”, ha annunciato il primo ministro Netanyahu.

Proteste in piazza per la Palestina
Tutto il mondo in piazza per la Palestina (LaPresse) – IlMIllimetro.it

Di conseguenza, non sono mancate le dimostrazioni nelle strade delle principali città europee: Manchester e Glasgow nel Regno Unito, ma anche Parigi in Francia, dove il raduno era stato vietato dalle autorità competenti (a differenza di Orleans e Montpellier). Gli attivisti parigini, che si sono riuniti a Chatelet, sono stati caricati dalle forze dell’ordine e non hanno potuto raggiungere Place de la Republique. Venerdì il collettivo “Urgence Palestine” aveva presentato ricorso contro la decisione del prefetto di vietare il corteo, ma la richiesta è stata respinta sabato dal Tribunale amministrativo di Parigi: “Il coinvolgimento di alcuni manifestanti, stando alle dichiarazioni da loro fatte, lasciano pensare a un sostegno nei confronti di Hamas”, questa la motivazione.  

Il mondo è in piazza per la Palestina – A Roma strappata la bandiera d’Israele

Nella Capitale d’Italia è stato indetto un corteo filo palestinese nazionale nemmeno ventiquattro ore dopo l’imponente veglia organizzata da Amnesty e altre 60 organizzazioni per chiedere la pace e la protezione di tutti i civili coinvolti nel conflitto. Sono stati molti i momenti di tensione e scontri verbali con la Digos, dopo che un manifestante si è arrampicato sul muro che costeggia il palazzo della Fao per rimuovere la bandiera israeliana. La Rete napoletana per la Palestina ha invece denunciato quello che ha definito un “atto di censura preventiva” da parte della polizia, che ha fermato e perquisito per circa due ore sette autobus di attivisti diretti a Roma per manifestare.

Roma in piazza per la Palestina
Manifestazioni in piazza a Roma pro-Palestina (LaPresse) – IlMillimetro.it

Le forze dell’ordine hanno sequestrato solo “pochi cartelli ritenuti offensivi nei confronti del primo ministro israeliano Netanyahu” e quattro caschi, che secondo gli attivisti erano presenti sui pullman visto che quattro ragazzi avevano raggiunto i pullman con i loro motorini. “È chiaro che l’inaccettabile ‘operazione di polizia e digos’ ha avuto come obiettivo, oltre la censura preventiva, quello di ritardare l’arrivo dei 350 passeggeri dei bus al concentramento. Per noi l’ennesima dimostrazione del fatto che lo Stato italiano continua ad essere schierato con quello israeliano che in barba a tutti i principi e le leggi internazionali occupa da oltre 50 anni il territorio palestinese. Uno Stato succube di Israele e Stati Uniti che non può tollerare il legittimo dissenso e solidarietà verso il popolo palestinese”, si legge nel comunicato. La stessa prassi sarebbe stata applicata anche ai pullman provenienti da altre parti d’Italia e le forze dell’ordine, oltre ai sequestri, avrebbero chiesto anche l’elenco dei nomi di tutti i passeggeri.

Il mondo è in piazza per la Palestina – Scontri in Germania, bloccate le manifestazioni in Svizzera, Austria e Ungheria

Anche in Germania, a Berlino, dove la comunità palestinese è una delle più grandi d’Europa, ci sono state repressioni violente all’interno di manifestazioni pacifiche. Il corteo non autorizzato dalle autorità nel quartiere Neukölln, si è concluso con diversi scontri che hanno portato all’arresto di 174 persone e al ferimento di 65 agenti. Come in Francia, anche in Germania i giornalisti di origini arabe vengono targettizzati dalle forze dell’ordine. Nazeeha Saeed, cronista originaria del Bahrain, è stata spintonata dalla polizia mentre copriva le manifestazioni, nonostante la pettorina identificativa. La Germania, però, ha un problema con le manifestazioni in favore della Palestina da prima del nuovo conflitto.

Scontri a Parigi per il divieto di manifestazioni
Parigi in rivolta a favore della Palestina (LaPresse) – IlMillimetro.it

Nel maggio 2022, si è assistito a una campagna di repressione contro palestinesi e manifestanti, quando la polizia di Berlino ha vietato preventivamente cinque eventi registrati per commemorare i 74 anni della Nakba. Oltre 120 persone sono state arrestate e la polizia ha ammesso di aver effettuato profilazione razziale, arrestando chiunque sembrasse palestinese. Nel luglio 2023 a un attivista palestinese con lo status di rifugiato in Germania è stata notificata la revoca della protezione a causa delle sue attività politiche. Anche in Svizzera, Ungheria e Austria sono state emesse diverse ordinanze per vietare le manifestazioni. 

Il mondo è in piazza per la Palestina – A New York gli ebrei al fianco di Gaza

Centinaia di persone sono state arrestate a New York City durante una manifestazione a Grand Central Station, organizzata da un movimento ebraico contro i bombardamenti di Israele su Gaza. Secondo la polizia gli arresti sono stati almeno 200 mentre gli organizzatori parlano di oltre 300 fermati. I dimostranti sono arrivati in migliaia e hanno bloccato il traffico del grande snodo inscenando un sit-in pacifico.

New York in piazza per la Palestina
Anche New York a supporto della Palestina (LaPresse) – IlMillimetro.it

I partecipanti erano per lo più ebrei newyorchesi, giunti all’appello del gruppo Jewish Voice for Peace-New York City.

Secondo gli organizzatori è stata “la più grande manifestazione di disobbedienza civile che New York abbia visto da vent’anni a questa parte”. I dimostranti portavano felpe nere con le scritte “Not In Our Name” e “Cease Fire Now” stampate in bianco. Persone in strada al fianco dei palestinesi anche in Australia e Canada.

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