Peter Stumpp e il complotto del licantropo

Streghe, vampiri e lupi mannari. Protagonisti di film e libri horror ma anche presenze fatidiche di un passato tragico

Quello che per noi oggi è qualcosa di fantasioso e se vogliamo anche a tratti affascinante e ciò che in passato poteva portarci ad essere vittime di terribili torture e morte.

Licantropo, il complotto
Quando un licantropo finisce al centro di un complotto (Immagine realizzata con IA) – ilMillimetro.it

Ignoranza e suggestione, i due portabandiera di un’epoca ormai lontanissima, (si spera) sono stati causa di moltissime condanne a morte. Tra i tanti nomi incisi con il sangue nella storia, vi è quello di Peter Stumpp, il licantropo. Di lui si è detto molto nel corso del tempo, che fosse un serial killer, che fosse vittima di uno scandaloso complotto, o che fosse, appunto, un lupo mannaro, questo secondo quanto riportato, per sua stessa ammissione.

È l’anno 1589, ci troviamo in Germania nelle campagne che circondano Bedburg, nella regione della Renania. Il luogo è da tempo teatro di violenti scontri politici e religiosi in particolare tra cattolici e protestanti. Oltre a questo vi è un’oscura presenza, una creatura che miete moltissime vittime tra gli animali, ma anche donne e bambini. Secondo le fonti dell’epoca addirittura verrebbero trovati pezzi di cadaveri nei campi, la gente del posto ha paura a uscire di casa perché teme di venire dilaniata.

La spiegazione più logica è che si tratti di un grosso animale, un lupo probabilmente. Una delle tante ipotesi che l’epoca vuole come più gettonate è che sia invece un lupo mannaro. Una creatura dominata dalla luna piena, figlia di numerose leggende e storie folkloristiche.

Gli uomini di Bedburg si mettono in cerca della bestia per porre fine a queste tragiche vicende e durante un inseguimento intercettano un lupo e riescono a tagliargli la zampa. La volta successiva gli stessi uomini hanno più fortuna e riescono a vedere il lupo da vicino, sguinzagliano quindi i cani che circondano l’animale e quando questi li raggiungono non trovano una bestia, ma il contadino Peter Stumpp. Si tratta di un uomo comune, sulla cinquantina, vedovo con due figli e benestante.

Un particolare desta subito l’interesse degli uomini che stavano cercando la bestia assassina, Stumpp non ha la mano sinistra, è rimasto mutilato in un incidente sul lavoro, mentre tagliava la legna. Questo fa di lui il lupo mannaro perfetto, quello a cui loro, appunto, avevano tagliato una zampa. In realtà il nome Peter Stumpp in effetti sarebbe un soprannome, il termine “stumpf”, in tedesco, significa infatti “monco”, il suo vero nome è Abal Griswold.

Il processo al lupo mannaro

Il processo a Stumpp inizia nell’ottobre del 1589, nulla di insolito, per l’epoca è prassi, si tratta di uno dei tanti famigerati processi alle streghe che in quel periodo erano quasi all’ordine del giorno tra donne bruciate vive e appunto, uomini affetti da licantropia.

Il processo al lupo mannaro
Caccia alle streghe e processi erano la normalità (Immagine realizzata con IA) – ilMillimetro.it

Iniziano ad interrogare il contadino mentre si trova già sul tavolo delle torture, ma prima ancora che queste abbiano effettivamente inizio lui confessa tutto. Dice di essersi interessato all’occulto alla tenera età di 12 anni dopo aver incontrato il diavolo in persona, che gli dona una cintura di pelle di lupo in grado di trasformarlo in licantropo. Indossandola diventa lupo, togliendola torna uomo.

Lui stesso descrive in questo modo l’animale: “Somiglianza di un lupo avido e divoratore, forte e potente, con occhi grandi che nella notte brillavano come fuoco, una bocca grande e ampia, con denti aguzzi e crudeli, un corpo enorme e zampe potenti”.

Peter Stumpp uno spietato serial killer

Peter Stumpp confessa di aver ucciso in 25 anni 14 bambini e 2 donne incinte. Aggiunge di aver trucidato anche il suo stesso figlio mangiandone il cervello e di aver avuto rapporti incestuosi con la figlia con cui potrebbe aver anche concepito un bambino e di aver avuto rapporti con un succubo, un demone dall’aspetto femminile. Stumpp non si fa mancare nulla nella sua dichiarazione e naturalmente viene condannato. Del resto all’epoca veniva ucciso chi non confessava, di fronte ad una situazione del genere non vi è nemmeno lo sforzo di estorcere null’altro.

Il caso fa scalpore in tutta Europa e vengono perfino diffusi dei volantini tradotti in inglese, olandese e danese, dove viene narrata “la vera e sorprendente notizia di un contadino che, con le arti della magia, si trasformava in lupo per sette ore” e si spiega che Stumpp “aveva una cintura e, quando la legava al corpo, diveniva uno spaventoso lupo“. Sono numerose le fonti di quel periodo che fanno cenno all’avvenimento.

Peter Stumpp, uno spietato serial killer
Tante le vittime confessate da Peter Stumpp (Immagine generata con IA) – ilMillimetro.it

Secondo uno dei documenti sopravvissuti, un opuscolo di 16 pagine del 1590 tradotto dal tedesco e pubblicato a Londra:

Sì, spesso accadeva che mentre camminava nei campi, se gli capitava di scorgere una compagnia di fanciulle che giocavano insieme o che mungevano le loro mucche, nella sua forma di lupo correva tra loro e, mentre le altre scappavano, lui era sicuro di catturarne una e, dopo che la sua sporca lussuria si era appagata, l’avrebbe assassinata all’istante. Inoltre, se gli piaceva o conosceva qualcuna di loro, la inseguiva, che fosse davanti o dietro, e la prendeva, perché tale era la sua velocità di passo mentre continuava a essere un lupo che avrebbe superato il levriero più veloce di quel paese; e aveva praticato così tanto questa malvagità che l’intera provincia era temuta dalla crudeltà di questo lupo sanguinario e divoratore”.

E ancora: “Continuando così le sue azioni diaboliche e dannabili nel giro di pochi anni, aveva assassinato tredici bambini piccoli e due belle giovani donne, nel modo più sanguinoso e selvaggio, e dopo aveva mangiato i loro cuori ansimanti, caldi e crudi, che considerava bocconi prelibati e molto adatti al suo appetito”.

Si dice inoltre di una giovane ragazza attaccata da Stumpp. L’uomo avrebbe cercato di morderle la gola, ma il suo colletto alto e rigido gli ha impedito di farlo, e le sue urla hanno spaventato un gruppo di bovini che pascolavano lì vicino che si sono lanciati contro Stumpp, costringendolo a fuggire.

La terribile esecuzione di Peter Stumpp

L’esecuzione di Stumpp avviene il 31 ottobre 1589 ed è terribile, tra le peggiori nella storia. Viene legato a una ruota, gli viene tolta la pelle con una tenaglia rovente e gli spezzano gli arti. Infine gli tagliano la testa e lo bruciano sul rogo insieme ai corpi della figlia Sybil e della presunta amante e vicina di casa Katharina Trumpen, torturate a loro volta, accusate di complicità e giustiziate. La testa dell’uomo viene infine esposta su un palo insieme ad una sagoma in legno rappresentante un lupo.

Peter Stumpp, la terribile esecuzione
Dopo i suoi crimini efferati Peter Stumpp venne ucciso in modo terribile (Immagine generata con IA) – ilMillimetro.it

Sempre secondo un opuscolo dell’epoca viene riportato che:

 “Dopo l’esecuzione, su consiglio dei magistrati della città di Bedburg fu eretto un palo alto e solidamente strutturato, che prima passò attraverso la ruota su cui era stato spezzato, alla quale fu anche fissato; dopo di che, un po’ sopra la ruota, fu incastonata nel legno la figura di un lupo, per mostrare a tutti gli uomini la forma in cui aveva eseguito quelle crudeltà. Sopra quella, sulla cima del palo, fu eretta la testa stessa dello stregone, e intorno alla ruota pendevano come sedici pezzi di legno lunghi circa un metro, che rappresentavano le sedici persone che si sapeva perfettamente essere state assassinate da lui. E venne stabilito di lasciarlo lì come un monito continuo per tutte le epoche successive, per ricordare gli omicidi che Stumpp Peter aveva commesso”.

In merito a questa terribile vicenda, a distanza di anni, naturalmente le considerazioni fatte successivamente sono di natura più razionale. Le ipotesi sono due: l’uomo era un feroce serial killer, oppure una vittima di un intricato complotto. Stumpp come detto era un uomo benestante e i beni dei condannati per stregoneria venivano divisi tra autorità religiosa e civile.

Oltre a lui anche la sua amante è molto ricca. Sono inoltre protestanti in un luogo dove la Chiesa Cattolica è appena tornata al potere. La contea dove vivono per essere precisi, è tornata ad essere cattolica nel 1587, retta da un Vescovo principe che può applicare la regola del Cuius Regio, Eius Religio, ovvero l’obbligo dei sudditi di uniformarsi al credo del proprio governante. Dopo Stumpp molti altri uomini vengono accusati di licantropia e sicuramente il caso del licantropo dà il via a molte altre vicende analoghe. In altre parole si dice che la questione abbia assunto questa dimensione per poter intimorire i protestanti e mostrar loro cosa sarebbe accaduto se non si fossero adeguati.

I lupi mannari nella storia

Le vicende sui lupi mannari si sono fatte strada nella storia dell’uomo, diffuse in ogni area del globo, non solo nei paesi nordici dove sono particolarmente sentite. La tradizione è sicuramente molto ben radicata in nord Europa a partire dai werwolf, (dal tedesco) passando per gli uomini – lupo del paganesimo germanico, i berserker.

Sono presenti immagini di guerrieri animali che risalgono addirittura all’età del ferro, arrivando fino al Paleolitico. Il lupo, un animale fondamentale in molte culture, visto come guida per le anime nell’altro mondo, di importanza vitale anche nella cultura sciamanica. Per non parlare del ruolo di rilievo avuto dalla lupa capitolina per Roma, colei che allattò Romolo e Remo, suoi ‘figli’.

La lupa di Romolo e Remo
La leggenda della Lupa che allattò Romolo e Remo – ilMillimetro.it

Sempre nell’antica Roma vi era anche il dio Luperco, protettore delle greggi, festeggiato a metà febbraio con le feste di Lupercalia. E Galeno (noto medico romano) parla della licantropia dicendo:

Coloro i quali vengono colti dal morbo, chiamato lupino o canino, escono di notte nel mese di febbraio, imitano in tutto i lupi o i cani, e fino al sorgere del giorno di preferenza scoprono le tombe. Tuttavia si possono riconoscere le persone affette da tale malattia da questi sintomi. Sono pallidi e malaticci d’aspetto, e hanno gli occhi secchi e non lacrimano. Si può notare che hanno anche gli occhi incavati e la lingua arida, e non emettono saliva per nulla. Sono anche assetati e hanno le tibie piagate in modo inguaribile a causa delle continue cadute e dei morsi dei cani; e tali sono i sintomi”.

E che poteva essere curato in questo modo:

È opportuno invero sapere che questo morbo è della specie della melanconia: che si potrà curare, se si inciderà la vena nel periodo dell’accesso e si farà evacuare il sangue fino alla perdita dei sensi, e si nutrirà l’infermo con cibi molto succosi. Ci si può avvalere d’altra parte di bagni d’acqua dolce: quindi il siero di latte per un periodo di tre giorni, parimenti si purgherà con la colloquinta di Rufo o di Archigene o di Giusto, presa ripetutamente ad intervalli. Dopo le purgazioni si può anche usare la teriaca estratta dalle vipere”.

Oltre a Peter Stumpp un altro caso noto è quello del sarto di Châlons, catturato nel dicembre del 1598. Il sarto venne accusato di aver adescato dei bambini nel suo laboratorio, dove li avrebbe stuprati e torturati prima di ucciderli tagliando loro la gola. Avrebbe poi fatto a pezzi i corpi e li avrebbe mangiati.

Sembrerebbe inoltre che di notte, il sarto indossasse delle pelli di lupo per poi addentrarsi nei boschi in cerca di vittime. Nella sua bottega vennero rinvenuti barili pieni di ossa sbiancate dalla calce.

Lupi mannari in Italia

Tutte le regioni d’Italia hanno le loro leggende sui lupi mannari e diversi nomi derivati dai dialetti del luogo. Ciclicamente vi sono stati dei veri e propri episodi da dover arginare, come quello del 1949 a Villa Borghese, Roma, quando in una notte di luna piena la polizia dovette intervenire per via di un soggetto furioso che ululava e scavava nel terreno. L’individuo in questione era Antonio Rossi, di Roseto degli Abruzzi (Teramo) che soffriva di questi attacchi, dichiarò in seguito di averli proprio durante il plenilunio.

Un altro episodio l’8 novembre 1949 a Napoli, dove una signora secondo le cronache, si era svestita completamente sulla scogliera di Molosiglio e con il mare grosso stava per tuffarsi in acqua. La donna, una volta portata in questura, dichiarò di essere appunto afflitta dal male del lupo mannaro. Iolanda Pascussi di 29 anni era separata, con due figli ed era un’appartenente all’orchestra della RAI. Nella sua dichiarazione aveva anche spiegato che, mentre si trovava in Galleria aveva sentito sopraggiungere un attacco ed essendo l’acqua fredda un buon anestetico in questi casi, aveva pensato appunto alla scogliera come rimedio immediato.

Nelle acque dell'Arno un caso di licantropia in Italia
Tra i tanti casi registrati in Italia, anche quello di un uomo che voleva buttarsi nell’Arno – ilMillimetro.it

In Liguria sono noti due episodi, uno a Genova, il caso di Beniamino Chessernik denunciato nel 1948 per aver emesso dei lugubri lamenti e degli ululati spaventosi, poi intercettato a catturato dai Carabinieri. Mentre a La Spezia nel 1950 un 23enne, Giorgio Vangi, un ragazzo malaticcio e smunto, questi si dice ululasse alla luna di notte, venne catturato una sera in preda a convulsioni, portato poi dal medico di turno, da cui fuggì con un balzo improvviso.

In Toscana invece nel 1950 venne trovato un ‘uomo lupo’ in piena crisi dentro le acque dell’Arno, un altro caso di licantropia che come rimedio utilizzava l’acqua per sedarsi come dichiarato dallo stesso una volta catturato. Tra il 1948 e il 1950 c’è stata quindi una vera e propria pandemia di licantropia con svariati episodi oltre questi citati.

Lupi mannari nella cultura pop

Libri e film sono invasi da quintalate di letteratura mannara, citarli tutti sarebbe impossibile, da Un lupo mannaro americano a Londra, passando per Michael J. Fox in Voglia di vincere, fino a Underworld e la sua guerra tra Vampiri e Mannari. E come dimenticare Jack Nicholson in Wolf – La belva è fuori, con al suo fianco la splendida Michelle Pfeiffer.

Le pagine dei libri sono a loro volta piene di artigliate di lupo, Stephen King, il maestro del brivido, ha dedicato a questi esseri il libro Unico indizio la luna piena, diventato una vera rarità in Italia. O anche Il figlio della notte di Jack Williamson romanzo del 1948, o Mal di luna.

Lupi mannari e cultura pop
“Wolf – La belva è fuori”, con Jack Nicholson, è uno degli esempi più famosi (screenshot YouTube) – ilMillimetro.it

Il lupo mannaro che terrorizza e ammalia al tempo stesso, con il suo fascino feroce che percorre i tempi e permane nonostante ci si evolva e si prendano le distanze dalle brutture dei roghi e delle sentenze di morte. In fin dei conti vi sarà sempre in un angolino remoto di noi quel barlume di dubbio che in una notte di luna piena, tutto sommato, un ululato a lacerar la notte potrebbe sempre turbarci e far affrettare il nostro passo.

Esistono gruppi di persone, esseri che vivono tra noi che non sono uomini né animali, ma qualcosa di mezzo tra d’uno e dell’altro. Sono quei casi in cui la natura animale ha avuto il sopravvento. Sì, il male ha vinto. So cosa voi pensate, perché anch’io la pensavo come voi. Ma la leggenda è una realtà e io ve ne darò la prova, affinché possiate credermi. Dovrete credermi!”. (Dal film horror del 1981 diretto da Joe Dante, L’ululuato)

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