I talebani tornano al 1996: divieto a immagini di esseri viventi su TV e giornali

In Afghanistan, i talebani hanno reintrodotto una misura restrittiva che vieta la pubblicazione di immagini di esseri viventi su giornali e trasmissioni televisive. Questa decisione, che ricorda le rigide norme introdotte durante il loro regime negli anni ’90, si basa su una visione rigorosa della legge islamica, secondo la quale le rappresentazioni visive di esseri umani e animali sarebbero contrarie ai principi religiosi. Questo divieto colpisce duramente la libertà dei media e l’informazione nel Paese, già sotto forte controllo.

Durante il regime talebano del 1996-2001, le immagini di persone, animali e qualsiasi forma di espressione visiva furono vietate, comprese fotografie e film. Con la nuova presa di potere avvenuta nell’agosto 2021, i talebani avevano promesso di essere più moderati rispetto al passato, ma l’introduzione di nuove norme restrittive sta facendo temere un ritorno alle vecchie pratiche.

Il divieto ha un impatto devastante sul mondo dell’informazione e della cultura in Afghanistan. La produzione televisiva, cinematografica e giornalistica del Paese, che negli ultimi due decenni aveva registrato una crescita significativa, rischia di subire un forte ridimensionamento. Inoltre, la censura delle immagini rende sempre più difficile il lavoro dei giornalisti, che non solo devono affrontare le restrizioni sull’espressione, ma ora vedono limitate anche le loro capacità di documentare la realtà.

La decisione talebana rappresenta un ulteriore giro di vite sulle libertà individuali e collettive degli afghani, in particolare per le donne, che già affrontano severe restrizioni di movimento e partecipazione pubblica. Negli ultimi mesi, il regime ha intensificato le limitazioni sui diritti civili, suscitando la condanna della comunità internazionale. I governi e le organizzazioni per i diritti umani stanno osservando con preoccupazione questo nuovo capitolo nella governance dei talebani, temendo che si possa tornare ai giorni più oscuri del loro precedente regime.

Il ritorno alle pratiche del passato dimostra quanto poco sia cambiato, nonostante le promesse di moderazione e inclusione fatte al momento della riconquista del potere. La popolazione afghana, che già deve far fronte a una crisi economica e umanitaria senza precedenti, vede ridursi ulteriormente le proprie libertà fondamentali sotto il regime talebano, che continua a governare secondo un’interpretazione estremista della legge islamica.

Questa mossa evidenzia un ripristino delle rigide regole sociali che i talebani avevano implementato nel passato, e solleva seri dubbi sul futuro del Paese, dove la libertà di espressione e i diritti umani stanno diventando sempre più fragili.

(Federico Brignacca)

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