Il cambiamento climatico ha investito l’Etiopia: in Borena, regione meridionale del Paese, non piove ormai da sei anni
«Io non posso restare qui, io devo cercare un futuro». La frase di Ordogagucio è netta e incontestabile. Come si può vivere in un posto dove non piove da sei anni? Siamo in Borena, una regione meridionale dell’Etiopia in cui oltre 150.000 individui sono rifugiati climatici. In queste zone i calendari si fissavano in base all’arrivo delle piogge, oggi, invece, il tempo sembra essere sospeso in un lungo e infinito limbo secco, con sei anni consecutivi senza pioggia e otto secchi negli ultimi dieci anni. Arrivarci non è facile, bisogna prima volare verso Addis Abeba, la capitale etiope, che ancora oggi conserva in parte l’architettura del colonialismo italiano, una vergogna nella nostra storia nazionale.
I nomi ricordano i fasti dell’impero di cartone che fu, mentre, tutto attorno, la città cambia, cercando di darsi una nuova veste: gli slum, le baraccopoli al suo interno, vengono abbattuti e al loro posto sorgono palazzi nuovi, spesso grattacieli. Per i poveri, qui non c’è spazio, non sono stati ammessi al futuro di questo Paese ambizioso quanto ambiguo, a partire dal suo premier: Abiy Ahmed Ali, Premio Nobel per la Pace e autore di uno storico accordo di pace tra l’Etiopia e l’Eritrea, ma anche responsabile della Guerra civile in Tigray, la regione nel nord dell’Etiopia confinante proprio con l’Eritrea.
Paese in crisi
Girare per la capitale è un’esperienza quasi mistica per via del traffico, dello smog, dei clacson e dei lavori in corso: da un lato si asfalta una nuova strada, dall’altro le grandi gru – che formano l’attuale skyline cittadino – costruiscono palazzi. Per volontà del premier, entro il 2030 tutte le automobili saranno elettriche, nonostante nel Paese ci siano solo due macchine ogni 1.000 abitanti e nonostante sia difficile importarle per via dei dazi doganali.
Un fuoristrada che in Europa pagheremmo 50.000 € qui si trova a circa il doppio e, calcolando il potere d’acquisto dei salari bassissimo, è pressoché impossibile per il cittadino medio etiope comprare un’automobile, anche usata e molto più economica, perché i dazi valgono anche per quelle.
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