L’annessione potrebbe costringere la Corte Internazionale di Giustizia a emettere mandati di arresto per Netanyahu e Gallant
Dopo un massacro di oltre 41mila persone uccise in una guerra spietata e spacciata per lotta al terrorismo, c’è da chiedersi cosa ne sarà della Striscia di Gaza. Quando terminerà la follia di Israele, che ha trasformato una prigione a cielo aperto in una vera e propria macelleria, quale sarà il futuro destinato ai palestinesi dell’enclave? Difficile a dirsi, soprattutto perché tutte le ipotesi che circolano attualmente sui media arabi, ma anche su Haaretz, quotidiano israeliano, sono di quelle che non lasciano spazio a umanità e speranza. Quel che è certo, al momento, è che Israele stia entrando nella seconda fase della sua guerra a Gaza, cercando di completare la conquista della parte settentrionale della Striscia.
La regione nel mirino dell’esercito israeliano è quella che va dalla vecchia linea di confine fino al corridoio di Netzarim. Ebbene, analizza Aluf Benn, caporedattore di Haaretz: nel possibile piano per il futuro di Gaza, quest’area potrebbe essere gradualmente resa disponibile per degli insediamenti ebraici prima e per un’annessione a Israele poi, a seconda del livello di proteste internazionali che tali misure potrebbero suscitare.
Il piano del generale Giora Eiland
Nel silenzio totale di buona parte della stampa mainstream, il primo ministro Benjamin Netanyahu – come riporta The Times of Israel – sta considerando il cosiddetto “piano dei generali” per imporre un assedio totale nella parte settentrionale di Gaza ed espellere tutti i suoi residenti.
La succitata operazione è stata partorita da una delle menti del sedicente “esercito più morale al mondo”, quella del generale in pensione Giora Eiland. Senza troppi giri di parole, il militare va dritto al punto, affermando: «Dobbiamo dire ai palestinesi del nord della Striscia che hanno una settimana per evacuare il territorio, che diventerà poi una zona militare, in cui ogni persona è un obiettivo».
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