La retorica del ‘’fai della tua passione un lavoro” non funziona più da tempo
Capire cosa fare da grandi è forse la più grande sfida di tutti i giovani pronti a diventare dei futuri adulti. Il problema è che nessuno ti insegna quali siano le mosse ottimali anche solo per capire cosa veramente ti appassioni e spesse volte la buona volontà non è mai sufficiente da sola per raggiungere quest’obiettivo.
Non tutti facciamo parte di quella categoria di persone che fin dal primo anno di scuola hanno il destino scritto verso una carriera già segnata, complice il più delle volte una situazione familiare maggiormente agiata, e per questo è importante ricordare che non avere la più pallida idea di cosa voler fare da grandi è totalmente normale.
Il punto è che per capire cosa si vuole “diventare” non esiste una via universale che vada bene per tutti
Scott Galloway, professore alla New York University’s Stern School of Business, in un articolo sul Time suggerì che con ogni probabilità chi consiglia senza indugio di seguire le proprie passioni a tutti i costi è già ricco a sufficienza grazie ad un lavoro “normale”.
Secondo il professore, infatti, nessuno nasce con la passione, per esempio, della legiferazione delle tasse, al massimo esistono persone talentuose abbastanza da appassionarsi delle materie in cui eccellono
Probabilmente neanche Steve Jobs inizialmente voleva arrivare dov’è arrivato!
Se si andasse ad analizzare la vita dell’iconico volto di Apple, le sue passioni stonerebbero molto rispetto allo storico discorso fatto agli studenti in cui esortava i ragazzi a tirare fuori una carriera da ciò che amavano.
Quello che si cela dietro un’apparente “spocchia” del professore statunitense è che non bisogna lasciarsi ingannare dall’illusione che basti “rendere la propria passione un lavoro” per realizzarsi, perché è un’impresa che non a tutti riesce.
Le motivazioni di ciò sono tante e non necessariamente collegate al talento di ognuno di noi.
William Damon, uno psicologo della Stanford University, ha riportato che solo il 20% degli under 26 riesce a definire e soprattutto articolare in cosa consistano le passioni che ci guidano. E anche quando queste hanno una definizione sono frutto delle aspettative sociali ad esse collegate.
Sostanzialmente di ciò che vorremmo fare non ne sappiamo nulla perché logicamente non l’abbiamo mai provato.
Siamo pieni di aspiranti avvocati ispirati da Suits o Better Call Saul o di futuri medici appassionati di Grey’s Anatomy e Dr. House, senza che nessuno abbia avuto modo di capire la differenza tra come appare da fuori un lavoro e cosa effettivamente implichi.
E mentre scopriamo questa differenza fondamentale il tempo sembra scorrere più velocemente che mai.
Non basterebbero sette vite per capire ogni lavoro in cosa consista e quali siano le tempistiche annesse prima di potersi ritenere soddisfatti, per cui seguire una sola passione nella speranza che sia la strada “giusta” sta diventando un lusso per pochi.
La soluzione sicuramente non è abbandonarsi ad un lavoro che non si apprezza ma probabilmente capire che esistono più chiavi d’interpretazione per inseguire la propria realizzazione personale e lavorativa.
(Edoardo Galassi)