(Adnkronos) – Per i manager italiani, gli effetti della pandemia e la presenza di guerre e tensioni internazionali sono fattori estremamente condizionanti per l’internazionalizzazione del business, tanto da contribuire a modificare l’ordine delle priorità all’interno delle imprese. In azienda cresce infatti l’attenzione alle problematiche connesse alla cybersecurity, ritenute nell’oltre 82% dei casi molto o estremamente importanti. Così come diventano fondamentali le azioni da intraprendere per mappare le competenze e formarle in modo da scongiurare il cosiddetto 'skill mismatch', che pesa in modo significativo secondo l’81% dei manager. Sempre in ottica di export, diventa prioritario investire nella reputazione intesa come forza e credibilità del brand, che in questi anni attraversati dalla twin transition – ambientale e digitale – ha ricevuto una progressiva attenzione da parte del management. Queste sono alcune delle opinioni raccolte nell’ambito del progetto 'Nave in mare aperto' promosso da Fondirigenti, il Fondo interprofessionale per il finanziamento della formazione dei dirigenti, in collaborazione con Confindustria e Federmanager, e realizzato da Federmanager academy, la management school di Federmanager, che ha intervistato oltre 250 manager, provenienti da aziende di diversa dimensione, e focalizzata sulle esigenze delle imprese in tema di internazionalizzazione. Partendo dall’esame delle varie sezioni della 'nave/impresa' il progetto ha fatto emergere le profonde interconnessioni e l’insieme di necessità e competenze utili a far approdare con successo la 'nave' verso nuovi Paesi operando con una leadership capace di guida e coordinamento. "L’emergenza pandemica e i conflitti ora in corso nel mondo, la rottura della supply chain tradizionale e le incertezze legate alla crisi energetica sono fattori che stanno condizionando le politiche aziendali. Il nostro Made in Italy è un brand forte nel mondo e, grazie alla capacità di management e imprese, sta dimostrando grande resilienza di fronte alle instabilità geopolitiche con cui facciamo i conti", commenta il presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla. "Molto spesso un’azienda – ricorda Marco Bertolina, presidente di Federmanager academy – deve cambiare rotta o progetti, è come se si dovesse riparare una nave in mare aperto, senza poter contare su un porto sicuro . Siamo partiti da questa metafora per esaminare i vari problemi che si presentano e per trovare le soluzioni insieme a tutte le aziende e ai manager che hanno partecipato al progetto avviato dalla nostra academy con Fondirigenti". "I manager – sottolinea Marco Bodini, presidente di Fondirigenti – rappresentano il cuore pulsante di qualsiasi impresa. Sono loro che devono guidare, innovare e prendere decisioni sagge per navigare in mare aperto. Il progetto ha evidenziato come tutti i ruoli manageriali impegnati in azienda, anche quelli più nascosti, siano indispensabili nel governo dei processi di internazionalizzazione. E come tutti debbano essere adeguatamente preparati ad affrontare il mare aperto. Fondirigenti come di consueto, utilizzerà i risultati di questa iniziativa in una logica circolare, da un lato, per acquisire elementi per calibrare i contenuti e le priorità dei propri avvisi, dall’altro, per diffonderli ai manager e alle aziende, sul territorio nazionale". "Abbiamo voluto promuovere – spiega il direttore generale di Fondirigenti Massimo Sabatini – questo progetto di valenza nazionale, nell’ambito delle nostre iniziative strategiche, per capire se è come, in anni di grandi cambiamenti, si sono modificate le coordinate di riferimento per chi opera sui mercati internazionali. Oggi, le imprese (le nostre “navi”, usando la metafora progettuale) sono chiamate a operare in un mondo interconnesso e interdipendente, e le dinamiche geopolitiche influenzano in maniera sempre più marcata il commercio e gli investimenti. La navigazione in questo contesto richiede figure professionali dedicate e aggiornate, dotate di competenze e strumenti in grado di garantire il giusto grado di orientamento per mantenere la rotta". Una volta recepiti i risultati della survey, l’iniziativa si è articolata in sei laboratori online che hanno riscosso notevole successo, con la partecipazione di circa 500 tra manager e imprenditori. I partecipanti hanno potuto beneficiare di indicazioni strategiche, strumenti operativi e preziose occasioni di networking con realtà aziendali che oggi navigano in contesti molto complessi, per mettere a fuoco i tratti distintivi del nuovo management dell’internazionalizzazione. I risultati del progetto e le conseguenti riflessioni, sono state al centro dell’evento finale, che si è tenuto oggi, nel corso del quale hanno portato la propria testimonianza personalità di spicco del mondo manageriale ed imprenditoriale, con l’obiettivo di contribuire alla definizione di un modello aggiornato di competenze manageriali per l’internazionalizzazione. Il webinar conclusivo, aperto dai saluti di Marco Bertolina, presidente Federmanager academy e Mario Cardoni, direttore generale Federmanager, ha visto una riflessione introduttiva sviluppata da Marco Bodini, presidente Fondirigenti, e la presentazione del modello 'Nave in mare aperto' da parte di Federico Mioni, direttore Federmanager academy. Dopo gli interventi da parte di manager, imprenditori e di Marco Felisati, Affari internazionali Confindustria, l’evento è stato concluso da Massimo Sabatini, direttore generale Fondirigenti. —lavoro/sindacatiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
- Dietro agli attacchi israeliani non c’è solo una furia omicida ma uno schema ben preciso, pensato per fare di Israele l’unico attore a contare nella regione.