Tutto abbastanza prevedibile, quasi scontato. Il cambiamento climatico, la siccità, la terra che brucia e l’inquinamento dei mari: sono condizioni attuali con cui l’Italia ha già iniziato a fare i conti. La primavera, soprattutto al nord, aveva illuso il nostro Paese, convincendo anche il più pessimista tra gli agricoltori che il 2022 sarebbe stato un anno diverso. Niente di tutto ciò, ci ha pensato il caldo torrido di giugno a spazzare via ogni possibilità. E adesso prepariamoci a un’estate infernale, roba da guinness dei primati: il 2022 rifletterà in pieno lo stravolgimento del clima aggravato dalle emissioni di CO2 derivate dalle attività antropiche. Non basterà un periodo, più o meno lungo, di piogge torrenziali a compensare settimane senza acqua. La novità principale infatti è rappresentata dall’approvvigionamento idrico, un tempo solo al Meridione, oggi tangibile in maniera concreta anche nel Settentrione.
Stato di crisi
“Credo sia inevitabile dichiarare uno stato di crisi rispetto alla siccità”. È il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, a dirlo senza troppi giri di parole. Mentre diverse regioni si sono già mosse – come il Piemonte – e altre sono pronte a farlo, in primis l’Emilia Romagna, il governo inizia a pensare a uno stato di crisi per combattere l’emergenza idrica che rischia di piegare l’agricoltura, gli allevamenti e provocare notevoli disagi anche nelle abitazioni private. “Abbiamo intere aree del paese ed europee che non vedono pioggia da mesi. L’aumento dell’energia è cominciato a settembre dopo un fine estate senza vento al nord che ha portato ad una minore produzione di energia – ha aggiunto Patuanelli – e questo ha scaturito un aumento delle riserve del gas. La transizione ecologica deve essere concreta, con tutti gli attori allo stesso tavolo a prendere decisioni comuni”.
Dopo il Piemonte, è toccato all’Emilia-Romagna spiegare di essere “pronta a chiedere” al governo “lo stato di emergenza nazionale”. L’assessora all’Ambiente, Irene Priolo, ha parlato di un “passo necessario” per fronteggiare una “situazione complessa” che ha “preoccupanti ricadute sul fronte delle produzioni agricole, ma non solo”. Priolo ha parlato anche con il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, che avrebbe condiviso con la Regione la serietà della situazione: “Si è impegnato a portare la questione all’attenzione del governo, in particolare dei ministri competenti ed è già al lavoro in queste ore”. L’acqua è scarsa, dunque, e quella che abbiamo rischia di essere resa inutilizzabile per un altro effetto della siccità, una sorta di catastrofe annunciata. A lanciare l’allarme in questo senso è l’ANBI, Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, che ha rivelato come la grave crisi stia provocando una estensione delle acque salate lungo il delta del fiume Po. La risalita del cuneo salino ormai supera i 15 chilometri e la situazione è a pochi centimetri dall’aggravarsi ulteriormente nel giro di pochi giorni.
Soffrono gli animali
Temono il caldo gli animali nelle fattorie lombarde, a cominciare dalle mucche che con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno, lo ha affermato pochi giorni fa la Coldiretti Lombardia, sottolineando che preoccupa pure il calo delle rese nel foraggio per l’alimentazione, tagliate dall’assenza di precipitazioni. Per le mucche – sottolinea la Coldiretti Lombardia – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo nelle stalle sono già scattate le misure anti afa, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale arrivi a bere fino a 140 litri di acqua contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle, inoltre, sono in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura, mentre i pasti vengono rimodulati per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. Al calo delle produzioni di latte, bisogna considerare pure i maggiori consumi di energia e acqua che in questo momento sono costosi e carenti.
Non solo la Lombardia, in provincia di Verona la terra soffre le temperature che all’improvviso sono diventate torride dopo una primavera fresca. Alberto de Togni, presidente di Confagricoltura Verona, lo ha raccontato di recente: “Siamo di fronte a un periodo siccitoso e a un caldo africano di cui non si ha memoria da decenni. Siamo passati da un maggio fresco a un’estate di fuoco che ci sta costringendo a razionalizzare al massimo le risorse idriche, che sono limitate”. Da una parte il caldo può aiutare, dall’altra però le piogge diventano necessarie per alcune piantagioni: “In questo periodo siamo nella fase della raccolta del grano e il caldo è ottimo per la semina. Ma ci aspettiamo che arrivi la pioggia in quanto mais e soia e altre colture a pieno campo, comprese le orticole, le viti e gli alberi da frutta, hanno bisogno di acqua e di temperature fresche. Le irrigazioni di soccorso sono indispensabili, ma questo comporta un aumento dei costi a scopi irrigui, con un surplus di spese che andrà a gravare sui redditi degli agricoltori, già messi a dura prova dalla pandemia”.
Allarme laghi
L’emergenza siccità sta colpendo anche i grandi laghi della Lombardia: il lago di Como, secondo quanto riferisce l’Autorità di Bacino del Lario, è infatti ai minimi storici. Il lago Maggiore, analizzando i dati delle autorità di bacino, dopo aver recuperato 4cm grazie alle piogge cadute nei primi giorni di aprile, oggi ha un valore attuale di 3,8 cm allo zero idrometrico di Sesto Calende, con un riempimento al 30%. Il lago di Como invece (-30 cm) ha una riserva d’acqua disponibile prossima solo al 5%.
Da gennaio mancano all’appello 20 miliardi di metri cubi di acqua, che corrispondono al -47% di pioggia rispetto alla norma. Al Nord-ovest il deficit ha raggiunto il -71% di anomalia mensile (il 7° valore più basso mai registrato). Il lago di Como, a causa della grave siccità, si è ritirato così tanto da creare una grande spiaggia, un fattore negativo che in decine di anni non si era mai visto. Normalmente, infatti, questa lingua di sabbia si trova sotto almeno 1 metro di acqua.
Come combattere la siccità
Le crisi idriche rappresentano oggi uno dei rischi più seri a livello socioeconomico, geopolitico ed ambientale. Il pericolo è concreto: la domanda di acqua, in crescita costante da parte di una popolazione mondiale in aumento, combinata con gli effetti del cambiamento climatico, fa sì che la scarsità idrica e la siccità siano divenute una grana in molte parti del pianeta e che le infrastrutture per superare questo ostacolo diventino sempre più preziose. L’intervento su più fronti è fondamentale tanto in termini di sostenibilità, quanto per ragioni economiche. Secondo le Nazioni Unite, sebbene l’acqua copra il 71% della superficie terrestre, solo il 4% è di natura dolce e solo lo 0,5% di quest’acqua è utilizzabile per consumi umani. Oltre 2,1 miliardi di persone sono carenti tuttora di un accesso stabile a fonti di acqua potabile e circa il 40% della popolazione mondiale è chiamato ad affrontare il problema della scarsità di acqua.
Le regioni colpite da siccità, come illustrato in occasione del Water Scarcity & Drought Summit svoltosi a Brisbane (Australia) nell’ottobre 2016, vedranno un calo del loro PIL fino al 6% entro il 2050, contro una crescita del PIL del 6% per quelle in grado di gestire correttamente le risorse idriche. L’uso sempre più intensivo di acqua causerà la riduzione di due terzi delle risorse idriche disponibili nelle città entro il 2050. Inoltre, con una produzione di cibo in aumento del 50% entro il 2030, la domanda correlata d’acqua salirà del 40-50%.
Ma la siccità minaccia anche alcune zone degli Stati Uniti. Non lontano dalle luci psichedeliche dei casinò e dei negozi cult dello shopping di Las Vegas, il fiume Colorado, che porta acqua alla regione e non solo, sta gradualmente riducendo la sua portata e come conseguenza il Lake Mead, il lago artificiale che garantisce la fornitura di quasi tutte le riserve di acqua per Las Vegas, si sta lentamente svuotando. Per dissetare l’area urbana, Salini Impregilo (gruppo multinazionale italiano che opera nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria) ha realizzato il Tunnel idraulico di Lake Mead Intake, opera che consiste in un articolato sistema di prelievo e trasporto delle acque del Lake Mead, situato a circa 30 chilometri a sud-est della città di Las Vegas (Nevada), al fine di aumentare la fornitura idrica per circa 4,5 milioni di metri cubi al giorno, da destinare a usi potabili e domestici.