“L’ho attaccata per il suo silenzio vile di fronte al genocidio del popolo palestinese e per il suo essersi rapidamente trasformata da sedicente sovranista a complice dell’establishment”
Sono passati due anni dall’insediamento del governo Meloni. Il cosiddetto “governo dei patrioti” giurò il 22 ottobre 2022. Da un lato sembrano passati secoli, da un altro, pensando all’assoluto immobilismo del governo, pare che il discorso di insediamento, quando l’underdog (così si definì quel giorno) promise di stravolgere i pronostici, ci sia stato l’altro ieri. Sembra esser passato un secolo, sì, d’altronde quel giorno non erano ancora iniziati né il genocidio del popolo palestinese né l’ennesima invasione del Libano da parte israeliana e neanche gli innumerevoli tentativi (alcuni di natura terroristica), sempre da parte dello Stato ebraico, di trascinare in una guerra regionale l’Iran.
La stessa impressione si ha pensando alla Russia, quella Russia che sarebbe dovuta crollare, implodere, una Russia pronta a sbarazzarsi di Putin, una Russia sempre più isolata. Negli ultimi due anni, nonostante il massiccio invio di armi a Kiev e l’approvazione di 15 pacchetti di sanzioni durissime, la Russia non è crollata né al fronte né in economia. La Russia cresce e avanza, e sempre più Paesi fanno la fila per entrare nei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), ovvero il gruppo di Stati che sta tentando di costruire un nuovo ordine mondiale.
Le strategie di Giorgia
La Meloni ha sposato in pieno la strategia NATO e UE in Ucraina e ha perso. È l’Europa a esser finita in una crisi politica ed economica senza precedenti. Basti pensare a quel che accade in Germania, un tempo motore economico europeo e oggi Paese di fatto in recessione (la Volkswagen sta addirittura pensando, per la prima volta nella storia, di chiudere alcuni stabilimenti tedeschi). Meloni & Co. provano a convincere la pubblica opinione di una ritrovata centralità in ambito internazionale ma è propaganda. Un conto è essere centrali, un altro è essere sudditi.
La sudditanza nei confronti di Bruxelles la si è vista con l’approvazione del nuovo Patto di Stabilità e Crescita, un patto peggiorativo rispetto a quello passato. La sudditanza con Washington si vede dal comportamento in Ucraina. La sudditanza con Israele, senza alcun dubbio il peggior Stato terrorista al mondo, la si è vista nella non-risposta all’attacco da parte israeliana ai nostri militari in Libano. I balbettii di Tajani dopo il secondo attacco a una nostra base sono una delle pagine più imbarazzanti della storia della politica estera italiana.
Economia e altri aspetti
Sul fronte interno, al netto della solita propaganda, la situazione è piuttosto complicata. Le famigerate riforme delle pensioni e della giustizia non si sono viste. La legge Fornero non solo non è stata abolita ma in parte è stata peggiorata. Basti pensare ai tentativi da parte del governo di convincere i cittadini a lavorare più a lungo (“il governo sta studiando incentivi per ritardare l’uscita dal mondo del lavoro”, Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia) mentre Nordio non ha fatto altro che proseguire la strada intrapresa dalla Cartabia, una strada che odora di impunità e tutela dei colletti bianchi. Il governo ha prodotto una stretta sulle intercettazioni, ha abolito l’abuso d’ufficio e di fatto ha svuotato il reato di traffico di influenze.
Inoltre ha imposto un bavaglio alla stampa, vietando ai giornali di pubblicare intercettazioni e ordinanze. Mentre vengono tutelati i potenti, in un Paese dove tra l’altro i detenuti per reati finanziari o contro la pubblica amministrazione sono pochissimi, si introducono nuove fattispecie di reati. In due anni di governo il centro-destra ha introdotto 48 nuovi reati e pare che altri 24 saranno inseriti nel Codice con il decreto sicurezza. Oltre 70 nuovi reati insomma, specchietto per le allodole per i cittadini che giustamente chiedono maggiore sicurezza. Le tasse non sono state affatto abbassate. È vero, il cuneo fiscale è stato tagliato, ma si tratta pur sempre di una misura adottata dal governo Draghi anche se la Meloni l’ha estesa. Una parte della platea delle partite Iva che fatturano più di 65.000 euro all’anno ha avuto vantaggi con l’ampliamento del regime forfettario fino agli 85.000 euro, è vero. Ma si tratta di un numero irrisorio di persone e c’è anche chi, pur avendo diritto al passaggio al regime forfettario, ha preferito restare dov’era ritenendo quello ordinario più conveniente.
Insomma, nessuna rivoluzione fiscale. Inoltre, considerando il costo della vita e i tagli ai comuni annunciati nell’ultima finanziaria (i comuni senza denari non potranno far altro che aumentare le tasse comunali), è probabile che la stragrande maggioranza dei cittadini perderà potere d’acquisto e denari nei prossimi mesi. Sull’immigrazione, tema grazie al quale la Meloni ha vinto le elezioni, ad oggi il fallimento è palese. Record di sbarchi nel 2023 (oltre 150.000 arrivi) e, ad oggi, soluzione albanese crollata in virtù di una sentenza della Corte europea. Chi annunciava blocchi navali ha speso centinaia di migliaia di euro per spedire 18 persone in Albania e vederle tornare sulle nostre coste alcune ore dopo.
I trasporti
La qualità delle infrastrutture italiane è pessima. Nel nostro Paese quando piove ci scappa il morto. Della manutenzione, la grande opera necessaria, si parla sempre meno. In compenso si è deciso di spendere 15 miliardi di euro (più del doppio dei denari stanziato ogni anno a supporto delle università pubbliche) per il ponte sullo Stretto. Una vergogna. Per non parlare dei trasporti. Ormai un treno in orario è un’eccezione. Non si era mai vista una situazione più drammatica di quella vissuta da milioni di cittadini durante l’estate.
C’è chi ormai ha difficoltà a programmare incontri di lavoro in altre città per via dei consueti ritardi dei treni. Il principale responsabile del disastro è Matteo Salvini, vicepremier nonché Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un ministro che, per coprire i propri fallimenti, si è trasformato in un opinionista h24 che mette bocca su tutto lo scibile umano e che ambisce alla polemica social affinché si eviti di parlare della sua attività di ministro.
La sanità
Il governo si vanta di aver aumentato i finanziamenti, ed è effettivamente vero. Qual è il problema allora? Il problema è che inflazione e invecchiamento della popolazione (dunque un numero di pazienti superiore di anno in anno) rendono indispensabile un aumento dei finanziamenti alla sanità decisamente maggiore di quello deciso dal governo. Traduzione? Nel 2025 la qualità dei servizi sanitari sarà peggiore di quella del 2024. Ai cittadini, in fondo, interessa solo questo, la qualità dei servizi. Io non ho mai attaccato la Meloni utilizzando l’accusa di fascismo.
L’ho attaccata per il suo silenzio vile di fronte al genocidio del popolo palestinese e per il suo essersi rapidamente trasformata da sedicente sovranista a complice dell’establishment. E la vicenda della mancata imposizione della tassazione sugli extra-profitti alle banche, misura sbandierata proprio dalla Meloni e da Salvini a favor di telecamera, dimostra plasticamente la sua continuità con le élite. Il nostro Paese avrebbe bisogno di un sano sovranismo, non di un governo Draghi-bis mascherato da un esecutivo di patrioti.