I massacri di Israele sconvolgono soltanto una parte di mondo, gli altri continuano nel loro ignobile silenzio
Nel 2002, un cinquantatreenne Benjamin Netanyahu, appena nominato ministro degli Esteri da Ariel Sharon, mentì al mondo intero sostenendo che il Presidente iracheno Saddam Hussein stesse cercando di dotarsi di ordigni nucleari. “È certo che Saddam sta portando avanti un programma per lo sviluppo di armi nucleari” disse Netanyahu. Era una colossale fake news, detta per indicare al blocco occidentale la strada da perseguire: la distruzione dell’Iraq e la deposizione di Saddam Hussein.
Un anno dopo, sulla base di un’altra menzogna – la presenza di armi di distruzione di massa –, gli Stati Uniti invasero l’Iraq distruggendo un Paese intero, provocando la morte di centinaia di migliaia di civili (600.000 vittime tra morti dirette e indirette), usando fosforo bianco su Falluja e creando un vuoto di potere che sarebbe stato riempito negli anni a venire anche dallo Stato islamico. Saddam Hussein fu effettivamente deposto, per la gioia israeliana e di Netanyahu in particolare. Sono passati ventun anni da quando Netanyahu disse quella balla.