Chelsea-Shakhtar, quando il mercato fa bene

Mykhailo Mudryk è il maggior talento che il calcio ucraino ha messo in luce negli ultimi anni. Classe 2001, ala sinistra in grado però di ricoprire anche il ruolo di trequartista e finto nove. Insomma, lì davanti sa fare davvero tutto e si vede. Il tutto condito da 7 gol su 12 partite in campionato e 3 su 6 in Champions League, praticamente uno ogni due partite. La sua forza fisica, la tecnica eccellente ed una personalità già spiccata gli hanno permesso di bussare alle porte del grande calcio. Adesso, infatti, è un giocatore del Chelsea. Il club londinese ha versato ben 100 milioni (70 più bonus facilmente raggiungibili) nelle casse dello Shakhtar Donetsk per portarlo in Premier League. Molti avranno pensato. “Ecco, l’ennesimo scippo allo Shakhtar”. Si, perché è bene ricordare che Donetsk è la capitale del Donbass e di conseguenza sono almeno 8 anni che la squadra non ha più una sua casa (lo stadio, la Donbass Arena, è stato bombardato, ndr) ed è costretta a giocare praticamente sempre in trasferta o fuori dal paese, come in Champions League, dove la Uefa gli ha assegnato la sede provvisoria di Varsavia. E se prima lo Shakthar era una bella realtà fatta di brasiliani di talento e di ottimi giocatori, adesso il club si è clamorosamente indebolito e impoverito, specialmente da quando la Fifa in seguito all’invasione russa ha concesso a tutti i giocatori ucraini di potersi svincolare o trovare accordi con altri club anche se i mercati nazionali fossero chiusi. Ci sono alcuni casi come quello di Dodo alla Fiorentina (pagato 15 milioni di euro, ndr) oppure altre situazioni con giocatori che hanno fatto la valigia, rescisso il contratto e sono andati a giocare altrove. Calciatori e non solo, come Roberto De Zerbi che stava mettendo in atto in Ucraina la sua splendida idea di calcio ma è stato costretto drammaticamente a scappare e trovarsi un’altra squadra. Nessuno li biasima, ci mancherebbe.

Chelsea-Shakhtar, quando il mercato fa bene

Chelsea-Shakhtar – Corsa all’acquisto

Ogni professionista può e deve prendere la decisione migliore per la sua carriera, ma è innegabile che così la squadra del presidente Ahmetov si è ritrovata con una rosa dimezzata e fatta in gran parte di giovani ragazzi provenienti del vivaio. Ecco che allora quando hai un talento eccezionale come Mudryk, la strada è una sola: goderselo e valorizzarlo finché puoi, soprattutto se ti chiami Shakhtar e soprattutto se la Fifa non ha mai pensato di proteggere i club ucraini (basterebbero anche degli aiuti, ndr). L’aiuto più grande, per tutti, è arrivato proprio da Mykhailo. “Lo venderemo solo a chi ci offrirà un sacco di soldi” aveva detto il direttore sportivo Dario Srna, ex bandiera proprio dello Shakhtar e della nazionale croata. E così è stato. Parliamoci chiaro, 100 milioni non si possono rifiutare. Lo sarebbero anche nella mediocrità della nostra Serie A, figuriamoci per un club che versa nelle condizioni dello Shakhtar. Il Chelsea ha battuto la concorrenza spietata dell’Arsenal e dopo praticamente una vera e propria asta al rialzo, ha portato Mudryk a Londra sponda Blues. La cosa bella arriva adesso. Proprio Rinat Ahmetov (proprietario di quello che rimane delle acciaierie di Mariupol, ndr) ha trovato un accordo con il Chelsea per il quale 24 milioni dei 100 serviranno a finanziare il progetto “Cuore di Azovastal”, con l’obiettivo di aiutare i difensori di Mariupol e le famiglie dei soldati caduti. Grazie a questi 24 milioni di euro ci saranno cure mediche, protesi e supporto psicologico necessario. Ed è proprio dalle parole dell’oligarca che si capisce la situazione sentimentale dello Shakhtar. Un cuore diviso a metà.

Chelsea-Shakhtar, quando il mercato fa bene

Chelsea-Shakhtar – Il gol più bello

“Da una parte sono felice per Mudryk e orgoglioso di lui. Questo ragazzo ha dimostrato da solo che l’impossibile può diventare possibile con talento e duro lavoro. Sono assolutamente sicuro che l’Europa intera applaudirà il bellissimo e brillante talento di Mykhailo“. “Dall’altra – ha aggiunto Ahmetov – non ho mai nascosto che il mio sogno è vincere trofei europei. Questo significa che giocatori come Mudryk dovrebbero essere nel nostro club, nel nostro campionato. Purtroppo ora è impossibile perché in Ucraina c’è una guerra ignobile e ingiusta scatenata contro di noi dalla Federazione Russa. Ma sono sicuro che vinceremo”. Quando finirà la guerra non lo sapremo mai, e così non sapremo mai per quanto ancora il calcio ucraino verserà in queste condizioni, ma condividiamo il sogno proprio del presidente dello Shakhtar Donetsk: “Giocheremo un’amichevole con il Chelsea alla Donbass Arena. Dobbiamo fare del nostro meglio per avvicinarci a quel giorno”. E se quel giorno ci sarà, una cosa è certa: molto sarà anche grazie al talento di Mudryk che ha permesso di incassare tutti questi soldi allo Shakhtar per aiutarlo ad andare avanti tra normale amministrazione e sognare di ricostruire un giorno la propria casa. Nel frattempo Mudryk ha già esordito in Premier League. I tifosi dei blues con lui li davanti sognano di tornare alle vittorie dei tempi di Abramovic (che in questa storia non centra assolutamente nulla, ndr) grazie ai gol di Mudryk. Ma intanto il gol più bello, forse, già lo ha fatto.

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La guerra e la solitudine di Papa Francesco, tra i pochi a chiedere con forza la pace: ce ne parla Alessandro Di Battista con un commento in apertura. All’interno anche il 2024 in Medio Oriente, la crisi climatica, il dramma dei femminicidi in Italia, la cultura e lo sport. Da non perdere, infine, le rubriche Line-up, Ultima fila e Nel mondo dei libri, realizzate da Alessandro De Dilectis, Marta Zelioli e Cesare Paris.

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