È il 1979. L’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, dichiara le incisioni rupestri in Val Camonica come patrimonio dell’umanità. Quello lombardo è il primo sito italiano a ricevere il riconoscimento. Il primo di una lunga – lunghissima – serie, dato che l’Italia è il Paese che vanta più patrimoni al mondo: 58. Un primato che per ora nessuno può levarci, frutto del fatto che viviamo in una penisola che è stata uno dei più importanti centri di potere della storia. Questo ha contribuito alla formazione di un enorme patrimonio artistico e culturale ereditato nei secoli. Dai templi greci di Agrigento all’Area archeologica di Pompei, costruita all’epoca dei romani, fino ai capolavori del Rinascimento di Firenze e Ferrara. E poi Venezia, Roma, i Trulli di Alberobello, Piazza Armerina…solo per citarne alcuni!
Bellezze italiane, la nostra miniera d’oro – Quali sono e dove si trovano in Italia i patrimoni scelti dall’UNESCO?
I 58 siti attribuiti all’Italia – 53 tipo di culturale e 5 naturale – sono distribuiti in 18 regioni. Le uniche a non avere nessun bene sono la Valle d’Aosta e il Molise. Sul gradino più alto del podio c’è la Lombardia, che è la regione con il maggior numero: ne ha 10. Seguono il Veneto con 9 e la Toscana e la Sicilia che ne hanno entrambe 8. Qui la lista completa in ordine cronologico:
- 1979 Arte Rupestre della Val Camonica
- 1980 (e 1990) Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e San Paolo fuori le Mura
- 1980 La Chiesa e il convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie e il “Cenacolo” di Leonardo da Vinci
- 1982 Centro storico di Firenze
- 1987 Venezia e la sua Laguna
- 1987 Piazza del Duomo a Pisa
- 1990 Centro Storico di San Gimignano
- 1993 I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera
- 1994 La città di Vicenza e le ville del Palladio in Veneto
- 1995 Centro storico di Siena
- 1995 Centro storico di Napoli
- 1995 Crespi d’Adda
- 1995 Ferrara, città del Rinascimento, e il Delta del Po
- 1996 Castel del Monte
- 1996 Trulli di Alberobello
- 1996 Monumenti paleocristiani di Ravenna
- 1996 Centro storico di Pienza
- 1997 Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata
- 1997 Il Palazzo reale del XVIII secolo di Caserta con il Parco, l’Acquedotto vanvitelliano e il Complesso di San Leucio
- 1997 Costiera Amalfitana
- 1997 Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande
- 1997 Portovenere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)
- 1997 Residenze Sabaude
- 1997 Su Nuraxi di Barumini
- 1997 Area Archeologica di Agrigento
- 1997 Piazza Armerina, villa romana del Casale
- 1997 L’Orto botanico di Padova
- 1998 Area archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia
- 1998 Centro Storico di Urbino
- 1998 Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula
- 1999 Villa Adriana (Tivoli)
- 2000 Isole Eolie
- 2000 Assisi, La Basilica di San Francesco e altri siti Francescani
- 2000 Città di Verona
- 2001 Villa d’Este (Tivoli)
- 2002 Le città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud-orientale)
- 2003 Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia
- 2004 Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia
- 2004 Val d’Orcia
- 2005 Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica
- 2006 Genova, le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli
- 2008 Mantova e Sabbioneta
- 2008 La ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina
- 2009 Dolomiti
- 2010 Monte San Giorgio
- 2011 I longobardi in Italia. Luoghi di potere
- 2011 Siti palafitticoli preistorici delle Alpi
- 2013 Ville e giardini medicei in Toscana
- 2013 Monte Etna
- 2014 Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato
- 2015 Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale
- 2017 Opere di difesa veneziane del XVI e XVII sec. Stato di Terra-Stato di Mare Occidentale (bene transnazionale, per l’Italia Peschiera, Bergamo, Palmanova)
- 2017 Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, sito transnazionale. In Italia 13 faggete
- 2018 Ivrea, città industriale del XX secolo
- 2019 Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
- 2021 Padova Urbs Picta – Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento
- 2021 Le Grandi Città Termali d’Europa
- 2021 I Portici di Bologna
Bellezze italiane, la nostra miniera d’oro – L’Italia traina il turismo culturale europeo
Bellezze che tutti ci invidiano e che attraggono turisti da ogni parte del mondo. Come dimostrano i dati: 12 miliardi di fatturato entro il 2028. Secondo la previsione della Fondazione Città Identitarie, il turismo culturale europeo torna a crescere. E lo fa soprattutto grazie all’Italia che, con i suoi patrimoni dal fascino intramontabile, è una delle mete preferite dai viaggiatori. L’inestimabile patrimonio culturale che vanta l’Italia è un forte richiamo alla sua scoperta turistica. Per la Fondazione, infatti, tra i Paesi del territorio europeo, “il boom” interesserà soprattutto la Germania e il nostro Paese.
Bellezze italiane, la nostra miniera d’oro – I numeri del turismo culturale italiano
Nel 2022 sono state oltre 142 milioni le presenze dei turisti in Italia. È quanto emerge da un’indagine sul turismo culturale realizzata dall’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (ISNART) per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio. Secondo l’indagine, degli oltre 142 milioni di turisti più della metà è costituita dai flussi italiani (un 55% che si traduce in 78,8 milioni di presenze), mentre la quota internazionale si attesta sui 63,6 milioni. Chi viaggia per motivi culturali spende anche molto di più del turista medio italiano per gli acquisti di beni e servizi durante la vacanza: 93 euro al giorno contro 74 euro. Un trend di spesa significativo, che supera anche i 70 euro registrati nel 2019, anno in cui il turismo culturale ha rappresentato la principale motivazione di viaggio. Insomma, quello culturale è una delle tipologie di turismo più importanti, non solo per ciò che rappresenta, ma anche per le ripercussioni socioeconomiche. Maggiormente interessati alla cultura del nostro Paese sono stati ovviamente gli stranieri (30,5%), affascinati dalle nostre meraviglie artistiche e architettoniche e, per questo, sempre fedeli a questa tipologia di vacanza.
A ribadirlo anche il rapporto speciale sullo stato del turismo culturale in Italia di The Data Appeal Company, secondo il quale il turismo culturale italiano sta vivendo la sua fase di rinascita dopo la pandemia. Le attrazioni più amate risultano essere Castel Sant’Angelo, Reggia di Caserta, il Colosseo di Roma e l’Arena di Verona. Ma i siti UNESCO rappresentano soltanto la punta di un iceberg del nostro inestimabile patrimonio distribuito su tutto il territorio nazionale, tanto nelle grandi città quanto nei borghi più piccoli. Piccoli ma non per questo meno ricchi di tesori. Secondo le stime del FAI (Fondo per l’Ambiente italiano), che da anni si occupa di censire il patrimonio artistico e culturale nazionale, l’Italia può contare su oltre 4.000 musei, 6.000 aree archeologiche, 85.000 chiese soggette a tutela e 40.000 dimore storiche, senza considerare l’arte a cielo aperto costituita da coste, riserve e paesaggi naturali.
Bellezze italiane, la nostra miniera d’oro – L’ identikit del turista culturale
Dall’indagine di ISNART, l’identikit del turista culturale assume un profilo trasversale: attento alla cultura, alla ricerca e all’apprezzamento del patrimonio storico-artistico e architettonico, senza però tralasciare “tesori” turistici d’altra forma da scoprire. I turisti culturali italiani appaiono più attratti dalla combinazione con le destinazioni naturalistiche (22,2%). Quelli stranieri, invece, sono guidati dalla voglia di novità (22%), unita a quella di scoprire l’enogastronomia tipica locale (18,1%). Una volta a destinazione, il turista culturale si dedica naturalmente a visite in centri storici (35,3%), monumenti (30,1%), palazzi e castelli (28%), musei (25,3%) e siti archeologici (18%). Per il turista culturale il web gioca un ruolo fondamentale nella diffusione di informazioni logistiche ed esperienziali. Nella scelta della destinazione ideale, infatti, uno su due si fa influenzare da Internet.
Bellezze italiane, la nostra miniera d’oro – Valore del patrimonio culturale
Ma quanto vale questo patrimonio che tutti ci invidiano? Sei anni fa, la Corte dei Conti ha provato a stimarlo. Dai dati di bilancio del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato emerge che il valore è di almeno 986 miliardi di euro. Solo le opere d’arte classificate come beni mobili di valore culturale, biblioteche e archivi valgono 174 miliardi di euro (il 10,4% del nostro Pil). Tuttavia, l’Italia risulta sempre agli ultimi posti per la percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1,4% contro una media europea del 2,1%). Si è sempre detto, infatti, che siamo tra i paesi che spendono meno in cultura. Ma sembra che ora si stia invertendo la rotta e che finalmente abbiamo capito il valore di quello che “abbiamo tra le mani”. E la speranza arriva dalla gestione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Bellezze italiane, la nostra miniera d’oro – Finanziamenti alla cultura e PNRR
L’auspicio è che la svolta possa arrivare proprio con il PNRR, che include una missione dedicata al turismo e alla cultura. Il Piano, infatti, prevede una serie di investimenti che puntano a incrementare il livello di attrattività del sistema turistico e culturale, attraverso la digitalizzazione e la fruibilità delle informazioni. Gli investimenti previsti per la cultura superano i 4 miliardi di euro a cui si sommano, con il Fondo complementare, gli investimenti del Piano Strategico Grandi Attrattori Culturali finalizzati al finanziamento di 14 interventi di tutela, valorizzazione e promozione culturale. L’obiettivo, dunque, sarà quello di organizzare e conservare il patrimonio culturale italiano, favorendo la nascita di nuovi servizi culturali digitali e ponendo le basi per la creazione di elementi innovativi per l’ecosistema turistico nazionale.
Bellezze italiane, la nostra miniera d’oro – Il confronto con gli altri paesi europei
Sull’impiego dei fondi del PNRR nel settore Cultura e Turismo, l’Italia non solo risulta in controtendenza ma spicca come leader tra i Paesi europei. Su un totale complessivo di 6,68 miliardi dedicati alla cultura, ha infatti già messo a disposizione circa 4,65 miliardi, pari al 70% del totale. E, con la Spagna, risulta tra gli unici paesi europei ad aver presentato la richiesta per la terza tranche di pagamenti alla Commissione Europea. È quanto emerge dall’analisi, in chiave comparata, sullo stato di avanzamento delle misure programmate per il settore Cultura dei Piani di rilancio di quattro Paesi europei: Italia, Francia, Spagna e Portogallo, commissionato dall’Associazione Civita. Dallo studio emerge che le amministrazioni di Francia e Italia risultano essere in Europa le più efficienti nell’allocazione delle risorse a disposizione, almeno per quanto riguarda il settore in esame. E lo stato di avanzamento nell’allocazione è particolarmente importante anche in relazione all’ammontare del totale degli stanziamenti richiesti che, per quanto riguarda Italia e Francia, sono rispettivamente con 191 e 69 miliardi.
Il nostro Paese ha infatti scelto di stanziare 6,68 miliardi dei 191 totali a Cultura e Turismo. Madrid, risulta invece dallo studio, ha optato per stanziare al settore di Sport e Cultura 825 milioni di euro, a fronte di un piano di ripresa dal valore di 69,5 miliardi. Il Portogallo ha disposto in favore della componente cultura del suo piano 243 milioni dei 16,6 miliardi a sua disposizione. La Francia ha stanziato 3,1 miliardi su un totale di 100 miliardi previsti per l’attuazione del piano ad azioni rivolte alla cultura. “L’Italia – conclude lo studio – è indubbiamente il Paese che ha dedicato maggiore attenzione nel suo Piano nazionale di ripresa alla rivitalizzazione e rimessa in moto del settore culturale”. Sembra che, finalmente, abbiamo iniziato a sfruttare le potenzialità di quella che è la nostra miniera d’oro. Del resto, lo dicono i magazine e le riviste di viaggi, lo confermano gli studi e le ricerche recenti: l’Italia piace e colpisce per le sue meravigliose bellezze. Un connubio perfetto tra arte, paesaggi, tradizioni e buon cibo. Un’unicità che abbiamo tutti i giorni sotto i nostri occhi e che dopo anni abbiamo iniziato ad apprezzare, ma soprattutto a valorizzare.