(Adnkronos) – "È fondamentale che i Paesi del G7 abbiano una politica comune, una forte collaborazione in modo da affrontare le principali sfide al commercio internazionale – ha affermato Poggi -, con un focus particolare sulla sfida relativa alla crescita del PIL la cui crescita, nel 2023 è stata del 2,7%, inferiore di mezzo punto rispetto all’anno precedente e che, nei prossimi anni, si aggirerà attorno al 3%". Ad affermarlo, a margine della "G7 Industry Stakeholders Conference", in corso di svolgimento a Reggio Calabria, è Andrea Poggi, Innovation leader e capo delegazione B7 per Deloitte Central Mediterranean, che ha parlato delle nuove sfide che attendono i Paesi del G7 dal punto di vista commerciale. "Inoltre – prosegue l’Innovation leader di Deloitte – bisogna tener conto di tutte le movimentazioni geopolitiche con l’impatto sulle fonti di approvvigionamento che vanno diversificate. Si tratta di sfide, quella della transizione, sia energetica che digitale, la crescita del PIL, l’impatto geopolitico sugli approvvigionamenti, che richiedono una leadership forte dei Paesi del G7 per trovare soluzioni comuni, da una parte per sostenere i consumi – conclude Andrea Poggi – e dall’altra per favorire il più possibile gli investimenti diretti". "La pandemia e anche tutti gli shock internazionali, comprese le tendenze inflazionistiche dell’ultimo anno, hanno dimostrato la vulnerabilità delle Catene del valore globale. Per questo è fondamentale un’azione di rinforzo della loro resilienza". "Gli investimenti diretti, la collaborazione multilaterale e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento sono le tre principali azioni per rendere più resilienti, più sostenibili le catene del valore globale – ha spiegato Poggi -. La prima, fondamentale, è la diversificazione delle fonti di approvvigionamento. È necessario essere sicuri che ci sia una minore dipendenza da alcune economie, magari non di mercato, e da alcuni settori industriali. La seconda azione – ha aggiunto – è quella di aumentare la collaborazione internazionale, per facilitare le politiche di sviluppo degli accordi multilaterali, l’inclusione dei Paesi di sviluppo nel processo di collaborazione e di crescita delle iniziative commerciali. Terza azione fondamentale – ha continuato l’Innovation Leader per Deloitte – è la crescita degli investimenti diretti globali che hanno subito un decremento negli ultimi anni. In particolare, nell’ultimo anno gli investimenti esteri diretti sono stati in diminuzione del 2% e questo, sicuramente, non aiuta la crescita dell’attenzione dei Paesi di sviluppo all’interno del commercio internazionale e non facilita – ha poi concluso – il rafforzamento delle infrastrutture". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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