(Adnkronos) – “Per parlare di flexitarianesimo bisogna partire dalla definizione: la parola nasce dall’unione di ‘flexible’, ovvero flessibile, e ‘vegetarian’, ossia vegetariano. Un flextariano è dunque una persona che vuole ridurre il consumo di carne e proteine animali ma lo fa con diversi gradi di rigore. Dallo studio che abbiamo condotto per Bonduelle è emerso che due terzi della popolazione italiana adotta uno stile di alimentazione compatibile con il flexitarianesimo. Tra questi i flexitariani consapevoli e continuativi sono il 12%, il 30% sono flexitariani consapevoli ma saltuari e il 23% dichiara di aver ridotto il consumo di carne. Se si considerano, oltre ai flexitariani, anche i vegani, vegetariani e pescetariani, il 69% dei consumatori italiani ha ridotto il consumo di proteine animali. Solo il 31%, infatti, non ha intenzione di cambiare la propria alimentazione”. Così Nicola Neri, country manager di Ipsos Italia, a margine della conferenza stampa di presentazione del nuovo logo dell’azienda leader nel mondo vegetale, presentando i risultati della ricerca che Ipsos sta conducendo per Bonduelle in Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Russia, Stati Uniti e Regno Unito sul tema del flexitarianesimo. I risultati preliminari della ricerca mostrano che le motivazioni che spingono le persone ad avvicinarsi ad un’alimentazione più ricca di vegetali e con meno prodotti di origine animale sono principalmente tre: “I driver di questo cambiamento sono la salute, si può scegliere infatti questo stile alimentare dietro suggerimento di un dottore o per la volontà di perdere peso – aggiunge Neri – le ragioni economiche, poiché negli ultimi anni abbiamo visto calare il potere d’acquisto e ridursi il consumo di carne e salumi a causa del loro costo, e l’ultimo punto è la maggiore consapevolezza di quanto un’alimentazione a base vegetale possa essere utile alla sostenibilità ambientale”. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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