Giubileo 2025, tra indulgenze e miracoli

Nella Chiesa cattolica il Giubileo (o Anno Santo) è un anno speciale di grazia, in cui la Chiesa cattolica offre ai fedeli la possibilità di chiedere l’indulgenza plenaria, cioè la remissione dei peccati, per sé stessi o per parenti defunti. La durata di un Giubileo solitamente è pari a poco più di un anno: inizia a dicembre, prima del Natale, si sviluppa lungo tutto l’anno, per poi concludersi il giorno dell’Epifania dell’anno successivo. Il primo Giubileo della storia è stato celebrato nel 1300, con Bonifacio VIII. Il Giubileo, infine, può essere ordinario o straordinario. Quello ordinario si tiene ogni 25 anni (dalla prima edizione del 1300 fino a quella del 1450, però, si è celebrato ogni 50 anni), mentre è previsto anche un Giubileo straordinario, quando viene organizzato per qualche avvenimento di particolare importanza. È il caso del Giubileo del 2015, indetto da Papa Francesco per il 50º anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. L’ultimo Giubileo ordinario, invece, è quello del 2000, con Giovanni Paolo II. L’inizio dell’evento è previsto per il mese di dicembre del 2024, poco prima di Natale, ed è sancito dall’apertura della Porta Santa, rito che dà il via alle celebrazioni. Le Porte Sante sono aperte solo durante l’anno giubilare. Le quattro basiliche papali di Roma, che quindi hanno una Porta Santa, sono la basilica di San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore. L’inizio del Giubileo è sancito dall’apertura della Porta Santa di San Pietro; nei giorni successivi vengono aperte le altre. È difficile fare una stima del numero di pellegrini che nell’Anno Santo si recheranno a Roma, ma si ipotizzano presenze pari a circa 45 milioni di persone. Nel 2000 furono 32 milioni. Si tratta di un fiume di visitatori che invaderà Roma e che dovrà necessariamente spostarsi, mangiare, dormire, visitare i luoghi di culto. Ecco perché la macchina organizzativa si è già messa in moto. Anzi, a detta di molti, questi 23 mesi che ci separano dall’inizio del Giubileo sarebbero troppo pochi per organizzare al meglio l’evento.

Giubileo 2025, tra indulgenze e miracoli

Giubileo 2025 – Risorse e obiettivi

Il 12 gennaio scorso il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, nella veste di Commissario Straordinario al Giubileo, hanno presentato il “Programma delle opere essenziali e indifferibili per il Giubileo 2025”. E già l’aggettivo ‘indifferibile’ la dice lunga sui buoni propositi ma anche sull’ottimismo delle istituzioni. Il programma, infatti, è davvero ambizioso. Il primo gruppo di interventi prevede 87 progetti: 32 di riqualificazione e valorizzazione, 23 relativi ad accessibilità e mobilità, 8 dedicati al capitolo accoglienza e partecipazione e 24 per ambiente e territorio. Le risorse stanziate sono pari a 1,8 miliardi (di cui 1 miliardo di fondi giubilari, a totale copertura di 62 interventi), alle quali si aggiungono ulteriori 500 milioni di euro che riguardano invece i 335 interventi già definiti con fondi Pnrr per la realizzazione del Piano “Caput Mundi”. Il programma, è stato spiegato nel corso della presentazione ufficiale, “è stato definito secondo le linee di indirizzo stabilite dal tavolo istituzionale istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in stretto raccordo con la Santa Sede e con tutti i soggetti coinvolti”. L’obiettivo, come hanno sottolineato Mantovano e Gualtieri, è quello di “accogliere al meglio le decine di milioni di pellegrini che si recheranno a Roma, e allo stesso tempo rendere la città più accessibile, sostenibile e inclusiva, in coerenza col messaggio di speranza, fraternità universale e fiducia che Papa Francesco ha voluto mettere al centro del Giubileo”.

Giubileo 2025 – Le opere previste

Gli interventi contemplati dal programma del Giubileo 2025 sono davvero tanti e importanti, suddivisi in 5 blocchi: “Riqualificazione e valorizzazione”, “Accessibilità e mobilità”, “Accoglienza e partecipazione”, “Ambiente e territorio” e “Caput mundi”. Si va dalla realizzazione del sottovia di Piazza Pia alla riqualificazione dei percorsi pedonali di via Ottaviano-San Pietro e della stazione San Pietro; dalla riqualificazione del sottopasso pedonale Gregorio VII al restauro dei Paramenti murari di Porta Angelica; dalla manutenzione della viabilità principale (compresi i marciapiedi, il Lungotevere e i relativi ponti), fino alla riqualificazione di piazza dei Cinquecento e della stazione Termini. E poi il completamento dell’aera eventi Tor Vergata, l’acquisto di 35 treni per le linee A e C della metropolitana e di 755 bus ibridi e a metano, il rifacimento delle fermate Atac e la realizzazione di un parcheggio interrato in piazza del Risorgimento. Opere davvero in grado di migliorare la città nell’ottica della riqualificazione urbana, potenziando i trasporti e le infrastrutture e recuperando tante aree oggi caratterizzate dal degrado e dalla marginalità sociale. Ma, come osservato dai più, bisogna fare i conti con i tempi stretti.

Giubileo 2025 – Occhio alla tempistica!

Il timore, infatti, è che gli interventi non siano realizzabili per la mancanza di tempo: dall’avvio del Giubileo ci separano 23 mesi, un lasso di tempo che non è compatibile con la consegna delle opere, che tra fase di progettazione, avvio dei cantieri e ultimazione dei lavori necessitano sicuramente di tempi più lunghi, soprattutto per le opere più complesse. A lanciare l’allarme sui ritardi è stato, tra gli altri, anche Luigi Zanda. L’ex senatore del Partito Democratico ha parlato con cognizione di causa, visto che ha guidato i lavori del Giubileo 2000. Oggi, invece, ‘avverte’ il suo compagno di partito Gualtieri, mettendolo in guardia sui rischi della tempistica: “C’è un grande ritardo nella impostazione del lavoro”, ha detto in una intervista a Repubblica Roma. “Secondo me – ha dichiarato Zanda – bisognerebbe aggiornare il libro dei sogni e rinunciare alle opere irrealizzabili. Per il Giubileo del 2000 partimmo ben 4 anni prima con l’organizzazione, e fu un successo sia per le infrastrutture, che riuscimmo a realizzare senza un morto sul lavoro e senza avvisi di garanzia, che per come ha funzionato la città nel corso dell’anno giubilare”.

Giubileo 2025 – Le occasioni mancate…e quelle sfruttate

Insomma, gli interventi previsti nel programma rischiano di allungare in maniera drammatica il lungo elenco capitolino di opere mai partite o incomplete. Su tutte basta citare la Vela di Calatrava, la piscina olimpionica che doveva essere terminata per i Mondiali di Nuoto del 2009 e che è stata abbandonata in corso di costruzione. A proposito di Olimpiadi: nel 2016 l’allora sindaca Virginia Raggi, del Movimento Cinque Stelle, si oppose alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 (poi assegnate a Parigi), definite dall’esponente grillina “le Olimpiadi del mattone”, per le tante opere previste. Con il senno di poi è facile tirare le somme, ma agli addetti ai lavori (e non solo) non sfugge che le opere previste per le Olimpiadi, se realizzate, avrebbero dato un nuovo volto alla Capitale, alle prese con i problemi di sempre, dal traffico al decoro urbano, dalle infrastrutture all’emergenza abitativa. Le Olimpiadi del 1960, per esempio, furono l’occasione per un restyling di Roma. È vero, erano altri tempi, l’Italia doveva ancora riprendersi dalle conseguenze nefaste della guerra e si poteva solo migliorare. Ma gli interventi furono tanti e importanti. Uno su tutti: la realizzazione di un complesso edilizio nuovo, il Villaggio Olimpico, per ospitare gli atleti, nato vicino allo stadio Flaminio. Alla fine della kermesse sportiva quegli alloggi furono utilizzati per ospitare circa 1.500 famiglie, trasformando così quei terreni in una zona residenziale di tutto rispetto.

Giubileo 2025, tra indulgenze e miracoli

Giubileo 2025 – Expo 2030

Qualche asso nella manica, per fortuna, c’è ancora: molte speranze sono risposte in Expo Roma 2030. La Fondazione nata per questo evento, grazie alla sinergia delle sette principali associazioni datoriali della Capitale, ha messo a disposizione circa un milione di euro per l’avvio e le prime attività. La concorrenza, sia ben chiaro, è davvero agguerrita: Riad in Arabia Saudita, Busan in Corea, Odessa in Ucraina. Ma la Capitale ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi questo evento universale, in grado di offrire a Roma e a tutta l’Italia una vetrina prestigiosa per il mondo intero. Recentemente Dimitri Kerkentzes, il segretario generale del Bureau International des Expositions, è stato a Roma per incontrare istituzioni e imprese e per fare dei sopralluoghi in tutti i luoghi che potrebbero ospitare gli eventi di Expo 2030, a partire da Tor Vergata. Ora si aspetta il mese di novembre, quando l’assemblea generale del BIE avrà l’arduo compito di scegliere la sede della rassegna. A detta di Gianni Massolo, presidente del comitato promotore Expo Roma 2030, questo evento “rappresenta una sfida per il Paese intero che vale 50,6 miliardi di euro in dieci anni, vale a dire 3-4 punti di Pil, e permetterà la nascita di 11 mila nuove imprese e la creazione di 300 mila posti di lavoro”.

Giubileo 2025 – Il caso dei Vigili urbani

Ma torniamo con i piedi per terra. Mentre fantastichiamo sul rilancio di Roma e di tutta l’Italia, mentre sogniamo una Capitale finalmente a misura d’uomo, con infrastrutture moderne e sostenibili, dobbiamo fare i conti con l’amara realtà. Recentemente Acer e l’Università Tor Vergata hanno dato il via ad un Osservatorio sulle opere Pnrr e Giubileo 2025. I dati parlano da soli: ad oggi la progettazione sarebbe stata avviata solo per il 25% dei lavori Pnrr e conclusa per il 13%. La percentuale delle gare partite è invece ferma al 15% e i lavori avviati all’8%. Per il Giubileo, invece, è ancora tutto da realizzare. E a spegnere gli entusiasmi, e farci capire che è tutto complicato, dannatamente complicato, basta un episodio. Tra le misure da mettere in atto per gestire al meglio il Giubileo c’è anche il potenziamento del Corpo dei Vigili urbani. Secondo il sindaco Gualtieri per l’evento servirebbero ben 1000 Vigili in più, che andrebbero a rinforzare l’organico anche prima del 2025, per fronteggiare la “fase di cantieri senza precedenti”, con tutti i problemi di viabilità. Giusto, ben detto. I Vigili restano un presidio fondamentale di legalità e sicurezza, e sono la ‘prima linea’ sul territorio, e quindi un punto di riferimento insostituibile per cittadini e turisti. Accade però che i ‘pizzardoni’, come vengono chiamati per via del cappello a doppia punta (pizzarda) che i Vigili romani indossavano nell’Ottocento, ci sono e non sono pochi, circa 6.000. Ma uno su sei risulta essere “inidoneo”. In tutto parliamo di oltre 1.000 esentati. C’è chi non può guidare, chi non può stare in piedi per troppo tempo, chi è esentato dal servizio in esterna e addirittura chi non può indossare la divisa d’ordinanza. Sia chiaro: sicuramente ci sono situazioni personali che giustificano l’inidoneità, ma uno su sei appare davvero una percentuale… fuori dal comune. E così tra Vigili inidonei, tempi strettissimi, cantieri fermi, degrado sociale e sogni nel cassetto, c’è da augurarsi che più che l’indulgenza, il Giubileo del 2025 ci porti un bel po’ di miracoli. Per credenti…e non!

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