Sono trascorsi sei mesi dall’assassinio dell’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe. Fumio Kishida, che lo ha succeduto dopo una breve presidenza di Yoshihide Suga, ha già dimostrato di voler trasformare alcuni cardini della politica del Paese, in particolare la sua posizione sulla scena internazionale, per esempio attraverso la strategia di sicurezza e difesa varata prima di Natale. Tokyo ha consolidato il proprio asse con Washington e rafforzato il partenariato con la Nato. Con l’inizio del 2023, il Paese ha assunto la presidenza del G7 ed è entrato come membro non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’intento, innanzitutto, sarà quello di consolidare l’unità del G7, il sostegno all’Ucraina, il disarmo e la non-proliferazione nucleare.
Giappone – L’abbandono dell’approccio pacifista e la minaccia cinese
Il 16 dicembre 2022, il Governo Kishida ha approvato tre documenti strategici che, secondo diversi analisti, potrebbero dare una svolta decisiva alla politica estera e di sicurezza del Giappone. Si tratta della nuova Strategia per la sicurezza nazionale (Nss), un documento che sostituisce la prima strategia del 2013; i Criteri guida per il programma di difesa nazionale (Ndpg), sulla politica di difesa; un Piano nazionale di potenziamento delle capacità difensive nazionali (Ndcep), che contiene il programma di sviluppo delle capacità militari nei prossimi anni. Tre documenti che sono in linea con le posizioni assunte da Washington, soprattutto nei confronti della Cina. Solo due mesi prima, infatti, sono usciti la Strategia per la sicurezza nazionale, la Strategia per la difesa nazionale e la Nuclear Posture Review degli Stati Uniti. Dal confronto tra il pacchetto di documenti nipponico e quello americano emerge una chiara sinergia tra le due potenze che concordano sull’importanza – attribuita in particolar modo dall’amministrazione Biden – della “deterrenza integrata”, un concetto che comprende il coordinamento tra le diverse forze armate, la capacità di combattere in diversi domini, le strategie di “whole-of-government”, ossia di coordinamento contemporaneo da parte di diversi enti, agenzie e ministeri, e possibilmente la pianificazione strategica congiunta e le operazioni militari con gli alleati.
Giappone – Focus su Cina e la potenziale invasione di Taiwan
Nell’edizione 2022 del Libro Bianco della Difesa, Tokyo ha sottolineato che: “La stabilità della situazione intorno a Taiwan è anch’essa cruciale per la sicurezza del Giappone e deve essere monitorata da vicino con un senso di urgenza, cooperando al contempo con la comunità internazionale, sulla base del riconoscimento che i cambiamenti dello status quo tramite coercizione sono sfide condivise a livello globale”. Già nei primi giorni dell’anno è tornata alta la tensione con la Repubblica Popolare Cinese quando un drone militare di Pechino è stato rilevato tra le isole giapponesi di Okinawa e Miyakojima. Pur non avendo oltrepassato lo spazio aereo giapponese, l’aeronautica di Tokyo, in risposta, ha levato in volo i propri caccia. E questo è solo l’ultimo episodio che dimostra quanto nel corso del 2022 le relazioni tra Cina e Giappone siano peggiorate, in particolare a causa della disputa per il controllo delle isole Senkaku (rivendicate da Pechino) e per la questione di Taiwan. Motivo per cui Kishida ha reputato necessario rivedere le strategie del Sol Levante. In termini più concreti una delle conseguenze dei documenti firmati il 16 dicembre è il fatto che il Giappone incrementerà notevolmente la spesa militare nei prossimi cinque anni. Dagli attuali 26 mila miliardi di yen (ca. 190 miliardi di dollari USA) a 43 mila miliardi di yen (ca. 314 miliardi di dollari). Quasi un raddoppio, finalizzato a potenziare in primis la difesa nipponica attraverso nuovi droni aerei e subacquei.
Ma non solo, il Paese si doterà anche di nuove armi offensive, in particolare missili di breve e media gittata che per essere funzionali avranno bisogno della super visione americana. Non meno importante l’attenzione che sarà data alle strumentazioni cyber. Spese ingenti, cui il Governo compenserà facilitando le esportazioni nel comparto della difesa e impegnandosi maggiormente in progetti di ricerca e sviluppo, nonché in collaborazioni internazionali. Il Paese sta già lavorando al fianco di Italia e Gran Bretagna a “Tempest”, un ambizioso progetto per lo sviluppo di un aereo di nuova generazione da combattimento, destinato a sostituire l’attuale Eurofighter Typhoon. Il gioiello della tecnologia sarà in grado di volare con un pilota ai comandi o senza, guidato solo dall’intelligenza artificiale e dovrebbe essere operativo nel 2035. Oltre alla particolare attenzione rivolta alla sicurezza e alla difesa emerge, in generale, un’attenzione crescente da parte di Tokyo rivolta all’area dell’indo-pacifico, ma anche all’Australia, nel contesto di un possibile raccordo con i Five Eyes (Usa, Canada, Uk, Australia e Nuova Zelanda). Nell’ambito della politica estera, dunque, il premier Kishida si sta dando da fare e c’è molta attesa per il suo tour in Occidente, previsto in questi giorni. Il 13 gennaio incontrerà il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. «Un’occasione – ha detto il premier – per mostrare al resto del mondo che l’alleanza Usa-Giappone è ancora più forte, ed è un pilastro della sicurezza e della diplomazia giapponese e mostreremo anche che la nostra cooperazione tende a un ‘Indo-Pacifico libero e aperto». Proprio di recente l’incontro a Roma con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nel corso dei colloqui, “particolarmente amichevoli”, spiega in una nota Palazzo Chigi, i due capi di Governo hanno discusso il programma di lavoro del prossimo G7 e l’agenda bilaterale fra Italia e Giappone, fra cui la cooperazione in ambito politico, economico-commerciale, culturale e di sicurezza, affrontando in particolare le ripercussioni globali della guerra di aggressione russa ai danni dell’Ucraina, soprattutto in Africa e in Asia.
Giappone – Economia vacillante e prospettive future
Ancora nel 2023 il Giappone continua ad essere ai primi posti in classifica tra le più di 100 economie valutate per il World Economic Forum (WEF).Tuttavia l’economia del Paese nel 2022 si è trovata più volte in difficoltà. È stato un anno in cui il prodotto interno lordo del paese ha registrato diverse contrazioni, secondo gli esperti soprattutto a causa di una diminuzione delle esportazioni rispetto alle importazioni. Inoltre, si è verificato un generale aumento dei prezzi dovuto, tra le altre cose, al fatto che lo yen ha raggiunto il valore minimo nei confronti del dollaro da 32 anni, il che ha reso ancora più care le importazioni. Il Paese, come tutti gli altri, ha pagato le conseguenze del caro energia, tanto che a novembre il costo della vita è salito del 3,6% e l’inflazione “core”, ossia la tendenza di lungo periodo del livello dei prezzi, ha raggiunto il valore massimo da 40 anni ad oggi.
Il che si aggiunge a una diminuzione del Pil, e a un’accentuata debolezza dello yen, ai minimi da 32 anni rispetto al dollaro. Altro dato sorprendente, per il 2022, è stata la flessione del settore manifatturiero giapponese a dicembre 2022. Il 2023, dunque, sarà un anno cruciale per il Giappone, non solo per la ripresa economica del Paese. Kishida dovrà dimostrare l’efficacia dei suoi investimenti finalizzati a rafforzare la difesa nazionale e soprattutto consolidare quelle alleanze fondamentali che gli consentono di tenere sotto controllo il “nemico” cinese. In occasione del G7 di maggio, a Hiroshima, i riflettori saranno puntati soprattutto sul Paese del Sol Levante. Un appuntamento atteso, in cui si parlerà anche della minaccia nucleare, un tema particolarmente significativo per la città che ospiterà i grandi del mondo.