Da Yara Gambirasio a Sharon Verzeni, una lunga scia di sangue circoscritta nella stessa area geografica. E c’è chi parla di un serial killer della bergamasca
Dal vampiro della bergamasca al caso di Yara Gambirasio, un luogo dove storicamente e anche attualmente, si stanno concentrando moltissimi omicidi. Le vittime prescelte: Le donne. Le pagine dei giornali sono piene di notizie riguardanti femminicidi, con una regolarità nauseante si parla di fatti atroci in cui le vittime provengono proprio dall’universo femminile.
Donne che vengono uccise da individui che vivono al loro fianco magari da anni, in cui riponevano fiducia, da cui si sentivano finanche protette: il tradimento nel tradimento. Presenze oscure e malate, che si rivelano solo in seguito quando ormai è troppo tardi.
Uomini che odiano le donne, direbbe lo scrittore Stieg Larsson, ma così sembra quasi fin troppo semplice. Odio, non è solo questo. Oltre al pericolo di chi hanno accanto e si rivela essere in seguito un mostro, vi è anche l’ignoto. Ed è quello che sta accadendo da anni bella bergamasca. Dove una o più mani oscure hanno già mietuto diverse vittime.
L’ipotesi del serial killer nella bergamasca
Nella bergamasca non sono nuovi a fatti di cronaca terribili, hanno anche un serial killer storico, il primo italiano, soprannominato proprio ‘il vampiro della bergamasca’ Vincenzo Verzeni. Un caso che venne perfino studiato da Cesare Lombroso, noto come il padre della moderna criminologia.
Brembate poi è rimasto nei ricordi di ognuno per una vicenda terribile avvenuta negli ultimi anni, l’omicidio di Yara Gambirasio. Un fatto di cronaca che malgrado abbia visto per la giustizia un colpevole, Massimo Bossetti, per molti è rimasto come un caso ancora carico di punti di domanda.
Ciclicamente vengono sollevate perplessità in merito a come si sarebbero svolti nel dettaglio i fatti, a come siano state affrontate le indagini, alla possibilità di un colpevole diverso, un complice, un serial killer addirittura. La giustizia ha consegnato le sue prove, ma questo non sembra aver dato pace ai cittadini del luogo.
In un recente docufilm andato in onda su Netflix, Il caso Yara, oltre ogni ragionevole dubbio, sono stati messi in evidenza alcuni di questi fatti, e a sollevare ulteriori dubbi un ennesimo recente caso di omicidio a Terno d’Isola, sempre nella Bergamasca, ad un quarto d’ora da Brembate. Nuovamente una donna uccisa, la 33enne Sharon Verzeni, a cui è stata tolta la vita nella notte tra il 29 ed il 30 luglio scorso.
Yara Gambirasio e Sharon Verzeni, l’ombra del dubbio
Yara e Sharon non sono le sole, nel corso degli anni, a partire dal 1993, sono stati diversi gli omicidi irrisolti, casi di cronaca che presentano numerosi punti di domanda. Intanto ad unire le due donne vi sono già delle analisi che si stanno effettuando per il caso Verzeni.
A dieci anni dai test a tappeto fatti in seguito all’omicidio di Yara, i marcatori utilizzati per le analisi sono gli stessi. È necessario raccogliere i dati in base alle procedure standardizzate a livello internazionale, ovvero le uniche accettate dai tribunali.
Giuseppe Novelli, dell’Università di Roma Tor Vergata, che nel 2014 per il caso di Yara Gambirasio aveva collaborato alla mappa del DNA di quello che allora era definito ‘Ignoto 1’, ha dichiarato: “Le tecniche sono migliorate per quanto riguarda la strumentazione e l’analisi del campione, ma c’è un modello standard da rispettare, basato su analisi riconosciute a livello internazionale ai fini dell’attribuzione di una traccia genetica a un campione di DNA”.
Anche per Sharon, il primo passo sarà ottenere il profilo genetico dalle tracce di DNA rinvenute sulla vittima o sulla scena del crimine. Con la speranza che per lei vi siano certezze matematiche tali da poter fornire un colpevole oltre ogni ragionevole dubbio.
Brembate, un serial killer a piede libero?
Tra il 1993 e il 2024, con l’ultimo delitto Verzeni, si sono verificati una serie di omicidi nella bergamasca: otto donne sono state uccise in circostanze misteriose. Il tempo intercorso tra il primo delitto e l’ultimo è ampio, ma il dubbio che a tessere una tela di sangue vi sia un’unica mano si è sollevato spesso.
Nell’estate del 1993 i primi tre omicidi, tutti nell’aerea circoscritta della provincia di Bergamo, ad una decina di chilometri di distanza. Intervalli di tempo molto brevi, tutti a sole poche settimane. La prima vittima una ragazza di 23 anni, Laura Bigoni che viene trovata morta il 1° agosto 1993 a Clusone, uccisa con nove pugnalate.
Un caso che vede una svolta – che poi svolta non sarà – solo nel 2023, quando un collega della ragazza parla di un taxi giallo visto sotto casa della vittima la sera del delitto. Il tassista però non verrà mai individuato.
Il 10 agosto dello stesso anno viene uccisa anche Giacomina Carminati, di 59 anni. L’assassinio a Trescore Balneario, a 30 chilometri da Clusone: la donna viene soffocata con un sacchetto di plastica, le gambe legata con una cintura. Inizialmente per lei si pensa ad una rapina, poiché dalla sua abitazione spariscono un milione di lire. Non vengono tuttavia mai trovate prove concrete per collegare qualcuno al brutale omicidio.
La terza vittima di quella maledetta estate è Marina Loreto, una giovane di 28 anni: viene uccisa il 23 settembre nel parco del Famedio a Ponte San Pietro, a 35 chilometri da Trescore Balneario. La ragazza viene strangolata e picchiata. Sotto le unghie della vittima vengono trovate diverse tracce biologiche come pelle e capelli, ma nemmeno in questo caso si riesce ad individuare il killer.
Gli omicidi nella bergamasca tra il 2010 e il 2024
Anni di apparente quiete senza più omicidi, o perlomeno senza più corpi rinvenuti privi di vita le cui indagini non portano da nessuna parte. Nel 2010 a riportare nuovamente alla mente quella terribile estate, l’omicidio di Yara Gambirasio, la giovane 13enne che scompare a Brembate di Sopra, a 12 chilometri da Ponte San Pietro, il 26 novembre 2010.
Le ricerche durano mesi, ben tre, con cani molecolari e gruppi di persone che ininterrottamente si mobilitano per i boschi e in ogni luogo circostante. Il corpo viene rinvenuto il 26 febbraio 2011 in un campo a Chignolo d’Isola. Massimo Bossetti è in prigione accusato di quell’omicidio, ma ancora in molti sollevano dubbi che vi sia in libertà il ‘vero’ assassino.
Nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016 un’altra donna viene uccisa, un’ex insegnante di 63 anni, Gianna Del Gaudio. L’assassinio avviene nella sua casa a Seriate a 17 chilometri da Brembate di Sopra. Alla donna viene recisa la gola con un cutter. Il principale sospettato è il marito.
L’uomo si difende dicendo di aver visto, rientrando dal giardino, quella sera, un uomo incappucciato, con una felpa nera, che derubava la moglie frugando nella borsetta. La donna riversa a terra, in una pozza di sangue.
Il DNA anche in questo caso fa da padrone: alcuni mesi dopo, in una siepe nei pressi dell’abitazione viene trovato un cutter. Il profilo genetico che viene rinvenuto su questo in parte corrisponde a quello del marito. I legali dell’uomo contestano fin da subito il prelievo e portano avanti la tesi della contaminazione, che viene accolta dai giudici.
La Corte d’Assise d’Appello di Brescia conferma l’assoluzione già stabilità in primo grado a Bergamo e viene giudicato credibile il racconto di Tizzani riguardante il killer sconosciuto.
Continua la scia di sangue con Daniela Roveri il 20 dicembre 2016, la donna di 48 anni viene uccisa nell’androne del suo palazzo a Colognola, Bergamo, a pochi chilometri da Seriate. Viene assassinata in modo simile alla Del Gaudio, anche lei colpita alla gola.
L’ultima vittima è Sharon Verzeni, 33 anni, uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, dieci chilometri da Brembate di Sopra. La donna viene accoltellata mentre torna a casa. Le indagini sono ancora in corso.
Omicidi brutali e caotici, gli investigatori non riescono a trovare una connessione e malgrado la presenza frequente di DNA e tracce, non risulta fattibile ottenere nulla per poter approfondire le indagini. L’unico fil rouge a conti fatti risulta essere l’area geografica piuttosto circoscritta.
Il presunto omicidio trascurato
Come dichiarato più volte da chi proclama Bossetti innocente e cerca di portare avanti la teoria del serial killer, nell’anno della morte di Yara è avvenuto un altro omicidio che molti dicono esser connesso al caso Gambirasio. Quello della giovane operaia Sarbjit Kaur, una ragazza di origini indiane. Questa viene trovata morta nel fiume Serio e il caso archiviato come suicidio.
Per la famiglia della giovane si è sempre trattato di un caso di omicidio e non di suicidio. Il corpo della ragazza è stato trovato con gli slip e i calzini. I jeans allacciati a cinquanta metri di distanza.
La certezza è che si tratta di una lunga scia di sangue, in un’area ben precisa, con dei casi carichi di dubbi e zone d’ombra che pretendono una luce sufficiente per poter essere esaminati. Così da poter ridare un po’ di pace a chi è rimasto, e spera di poter avere un po’ di giustizia per le vittime.