A un Millimetro da… Matteo Mainardi

Ospite nella nostra redazione, l’attivista ha parlato della situazione sulla cannabis in Italia

Matteo Mainardi, membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni e attivista che coltiva piante di cannabis per uso personale, è passato a trovarci in redazione. Con lui abbiamo affrontato il tema della legalizzazione della cannabis stessa e dei benefici socio-giuridici che subentrerebbero con la liberalizzazione di quest’ultima.

Parlando dei benefici della legalizzazione della cannabis, potrei citare benefici dal punto di vista della giustizia e dell’economia e della finanza pubblica, benefici terapeutici per i pazienti. Però, quelli che mi interessano di più sono i benefici sulla salute dei consumatori di cannabis oggi in Italia. La relazione annuale al Parlamento del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri ci dice che, ad oggi, 14,5 milioni di Italiani hanno consumato cannabis almeno una volta nella vita, nell’ultimo anno 5 milioni di italiani. Stiamo parlando del 10% della popolazione e sono persone che per rifornirsi di cannabis si devono rivolgere al mercato nero. Sempre quei dati sui sequestri ci dicono che la maggior parte della cannabis oggi in commercio per le strade è tagliata con lana di vetro per aumentarne il volume, con polvere di piombo per aumentarne il peso e lacca per aumentarne la lucentezza. Sono tutte sostanze che, inconsapevolmente, 5 milioni di italiani ogni anno si ritrovano a consumare.

Matteo Mainardi ospite a il Millimetro
Nella redazione de il Millimetro, Matteo Mainardi – ilMillimetro.it

L’intervista a Matteo Mainardi

Entrando più nel personale, su YouTube hai un canale dove spieghi come coltivare cannabis in casa. Ci dici un po’ come funziona questa attività? Cosa ne pensano le persone che vivono con te o chi è intorno a te e se ti ha creato problemi.

Nel 2020, con l’associazione Luca Coscioni e Meglio legale è stata lanciata una grande disobbedienza civile, che ha portato 25.500 persone a coltivare pubblicamente e ad autodenunciarsi. Tra queste persone c’ero anche io e da quel momento ho iniziato a raccontare la mia esperienza con la coltivazione di cannabis online su YouTube, con l’intento anche di far uscire le persone dall’approvvigionamento tramite mercato nero. Personalmente, devo dire che non ho mai avuto problemi con le persone intorno a me, con i colleghi, con i vicini di casa, con i familiari. Questo è un qualcosa che riguarda me, ma la stragrande maggioranza delle persone, magari che non vive nelle grandi città, se facessero la stessa cosa che faccio io tutti i giorni purtroppo si ritroverebbero di fronte a perquisizioni, sequestri e processi, verrebbero sbattute sulle locandine di tutte le edicole con il titolone “Trovato spacciatore”, solo perché magari aveva una piantina in casa, rovinando quindi la vita a quella persona e a tutto il nucleo familiare.

Questa attività da dove nasce ?

Nasce dall’attivismo, ho sempre ritenuto fondamentale regolamentare certi fenomeni, tra cui quello dell’utilizzo di stupefacenti. Negli anni abbiamo promosso manifestazioni, dibattiti, proposte di legge popolari, il referendum. Sono state tutte vie che purtroppo non hanno portato a nulla, non hanno portato a un inizio di una discussione all’interno delle istituzioni. Quindi, diciamo che la disobbedienza civile è rimasta di fatto l’unica strada da poter perseguire per cercare di far iniziare dei processi e far almeno esprimere i tribunali su tale questione. Personalmente consumo cannabis, quindi sono anche toccato dal fenomeno.

Hai visto differenze con gli altri governi sullo sfatare il tabù cannabis?

Qualsiasi governo in realtà non ha mai avuto il coraggio e la voglia di mettere mano alla normativa. Stiamo parlando del Testo Unico Stupefacenti, è del 1990 e quindi sono passati un po’ di anni da quando è stato approvato quel testo unico che chiedeva una revisione periodica appunto delle norme contenute all’interno. Revisione che non c’è mai stata in questi 34 anni, non è quindi una questione di destra, di sinistra. Purtroppo il tabù politico esiste e dico tabù “politico” perché poi nella società in realtà il tabù non c’è più, qualsiasi sondaggio ci dice che la maggioranza degli italiani è a favore di regole su questo tema. Una differenza tra i governi precedenti e questo governo è che ora c’è un inasprimento continuo delle pene per i consumatori e per chi compie qualsiasi azione con la cannabis. Addirittura con il CBD siamo arrivati a suggerire degli emendamenti per proporre di vietare la semplice immagine della cannabis e quindi c’è un’ostinazione ideologica nel perpetuare un atteggiamento di proibizione che non ha funzionato in questi 34 anni e non si capisce perché dovrebbe funzionare ora, a differenza del passato, dove ci poteva essere uno scontro ideologico tra i proibizionisti e gli antiproibizionisti. Ad oggi, in realtà, basterebbe guardare quello che succede in tutti gli altri Stati. Tutti gli spauracchi del governo e di questi governi, in realtà, si dimostrano fuffa di fronte ai dati oggettivi che emergono dagli Stati che hanno legalizzato.

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