Nel 2023 si è registrata una crescita importante nel settore e il nostro Paese si sta muovendo per restare al passo con i tempi
Finalmente una notizia che lascia ben sperare. Il 2023 è stato un anno eccezionale per l’industria delle turbine eoliche. L’ultimo rapporto annuale “Supply Side Data”, redatto dal Global Wind Energy Council, mette in evidenza risultati inediti per quanto concerne le installazioni. Il dato più significativo riguarda il record di capacità eolica installata nel 2023 per un totale di 117 GW, che rappresenta la somma fra nuovi impianti onshore (progettazione e installazione su zone terrene all’aperto, rilievi collinari, zone montuose) e offshore (turbine eoliche poste in mare aperto). In particolare, rispetto al 2022, è aumentata del 50% la nuova capacità installata.
Il traguardo più importante registrato è quello del superamento della quota di 1TW nel 2023, con una crescita su base annua del 13%. «È bello vedere in ripresa la crescita del settore eolico – ha dichiarato Ben Backwell, CEO del Global Wind Energy Council – e siamo orgogliosi di raggiungere un nuovo record annuale. Tuttavia, è necessario fare molto di più per sbloccare la crescita da parte dei politici, dell’industria e di altre parti interessate per intraprendere il percorso 3X necessario per raggiungere le emissioni zero».
Il percorso 3X e dominio cinese
Secondo quanto prefissato nella lista degli obiettivi stabiliti in occasione della COP28 di Dubai, l’industria eolica dovrà triplicare la sua crescita annuale. L’attuale livello di 117 GW nel 2023 dovrà quindi raggiungere almeno 320 GW entro il 2023, così da portare la capacità globale oltre i 3TW.
Eppure, nonostante complessivamente l’Europa sia il secondo continente per nuove installazioni eoliche, non sembra che i Paesi membri singolarmente stiano facendo quanto necessario per arrivare pronti all’esame del 2030. Tra tutti emerge la Germania, che si classifica nella top 5 tra i Paesi di tutto il mondo per nuova capacità installata (3% di nuove installazioni onshore), mentre gli altri Paesi europei hanno un peso decisamente inferiore (Francia, Polonia, Finlandia, Francia con solo l’1%).
La Cina prosegue il suo percorso e si afferma come Nazione dominante nel settore, avendo raggiunto una quota sul mercato globale in termini di capacità produttiva non lontana dal 60%, con quattro aziende cinesi tra i primi cinque fornitori di energia eolica al mondo. In cima alla classifica l’azienda Goldwin, seguita da Envision e dalla danese Vestas, che vanta un’ottima diversificazione geografica con turbine in 36 Paesi. Altre compagnie cinesi, come Sany e Dongfang, si sono classificate nella top 10, sebbene il 97% delle installazioni sia concentrato nel mercato interno, con gli stessi livelli dell’anno precedente. Nel complesso, il gigante asiatico ha raggiunto i 75GW di nuove installazioni nel 2023, ossia il 65% del globale totale. A seguire, molto distanti, si trovano gli Stati Uniti con il 5%, il Brasile (4%), Germania (3%) e India (2%).
Si tratta di un settore su cui il Presidente cinese punta da tempo, sia con lo scopo di risolvere una serie di problemi cronici, come l’inquinamento e i frequenti blackout, sia per fare delle rinnovabili il fulcro delle proprie strategie di crescita. L’ambizioso obiettivo è quello di raggiungere una capacità totale installata di eolico e solare pari a 1300 GW già entro la fine dell’anno, superando quindi la potenza delle centrali a carbone.
Un intento che rientra in un progetto a più ampio spettro, in cui Pechino si è data come obiettivo il raggiungimento, entro il 2060, dell’80% del suo mix elettrico con fonti non fossili. Il quadro generale è già a buon punto, considerando che, secondo il report completo di tutte le fonti, fornito dalla NEA (National Energy Administration), per quanto riguarda la potenza fotovoltaica, l’aumento è stato del 55%, con un totale installato di 609 GW. Per l’eolico l’incremento è risultato di quasi il 21% (per 441 GW totali).
Il geotermoelettrico nel 2023 è cresciuto del 4,1% (1.390 GW installati totali), il nucleare del 2,4% (57 GW) e l’idroelettrico dell’1,8% (oltre 421 GW). Nel complesso, gli investimenti in energie rinnovabili in Cina sono aumentati del 40% nel solo 2023 rispetto all’anno precedente, ossia 6,3 trilioni di Yuan (890 miliardi di dollari). Il fatto che la Cina spadroneggi nettamente in questo settore dell’economia green va attribuito a una serie di input lanciati dall’esecutivo a partire dal 2019, con diversi programmi vantaggiosi in termini di incentivi.
La supremazia cinese, d’altra parte, acuisce anche la competizione economica Washington-Pechino, con gli Stati Uniti che si sono posti l’ambizioso obiettivo di incrementare la propria produzione di energia eolica, raggiungendo i 110.000 MW entro il 2050, il che equivarrebbe a installare 110 nuovi reattori nucleari.
Il settore in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, attualmente, l‘energia eolica rappresenta la terza fonte rinnovabile per generazione, costituendo il 20,7% del totale delle fonti rinnovabili elettriche. Eppure, nell’ultimo anno, la potenza annuale installata ha registrato un lieve calo (-7%) rispetto al 2022.
La maggior parte degli impianti si trova nel sud del Paese e nelle isole maggiori, territori più ventosi. In particolare, è la Puglia la regione che vanta il maggior numero di impianti eolici installati ed è in cantiere, a San Severo, un nuovo parco in collaborazione con la compagnia tedesca dell’energia RWE AG. Entro il 2024 dovrebbero essere pronte all’uso 12 nuove turbine eoliche, ognuna con una capacità di 4,5 MW, ossia 54 MW di capacità produttiva totale.
In tutto il Paese, l’obiettivo prefissato è quello di raggiungere 2,1 GW entro il 2030 (a partire dal 2025) a livello di eolico offshore. A livello onshore, invece, si punta a passare da 1,5 GW del 2024 a 2,1 GW nel 2026.
In Italia, nel 2023, l’eolico ha raggiunto un record di produzione di 23,4 TWh, andando a coprire il 7,6% della domanda elettrica nazionale e il 9,1% della produzione totale. Ma non è ancora abbastanza.
Un ampliamento del parco eolico italiano è stato delineato nel PNRR alla missione 2, in considerazione non solo dei benefici legati alla transizione ecologica, ma anche dello sviluppo della manodopera locale. Simone Togni, presidente dell’ANEV (Associazione Nazionale Energia del Vento), ha spiegato che: «L’eolico offshore in Italia ha un percorso di crescita già definito dal PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) di 2GW al 2030, che possono diventare 10 al 2050. Sviluppare questa tecnologia permetterebbe con questi obiettivi di coprire il 10% del fabbisogno energetico nazionale.
Il nostro Paese nel settore ha eccellenze industriali e tecnologiche, la crescita delle aziende riunite nella nostra associazione ANEV può portare certamente a definire un nuovo standard e a esportare questa applicazione marina dell’eolico anche nel resto del mondo». L’obiettivo che ANEV ha stabilito nel “manifesto dello sviluppo eolico”, sottoscritto in collaborazione con Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club, è quello di garantire il rispetto dell’ambiente e del paesaggio marino, massimizzando il potenziale dell’energia eolica presente nei nostri mari per contribuire alla de-carbonizzazione nazionale e all’autosufficienza energetica. L’attenzione è rivolta anche a preservare le attività economiche e gli ecosistemi marini.
Favorire e rafforzare il sistema eolico del Paese è dunque ormai indispensabile, considerando anche il piano d’azione europeo per l’energia eolica che si basa su sei pilastri di azione: accelerazione delle installazioni grazie a una maggiore prevedibilità e a procedure di autorizzazione più rapide; migliore progettazione delle aste; accesso ai finanziamenti; contesto internazionale improntato alla concorrenza leale; competenze; partecipazione delle imprese e impegni assunti dagli Stati membri.
Nel febbraio 2024 è stato pubblicato in gazzetta ufficiale il Decreto Energia approvato dal governo che, tra le altre cose, prevede anche di estendere a tutto il territorio nazionale, incluse le aree limitrofe a quelle in “phase out” dal carbone, la possibilità di individuare porti in cui realizzare piattaforme galleggianti per lo sviluppo dell’eolico rispetto ai due già individuati dal decreto nel Sud d’Italia. Inoltre, nell’aprile 2024, il governo ha espresso il proprio parere favorevole in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per otto progetti, di cui cinque parchi eolici e tre progetti di impianti agrivoltaici. Si tratta della realizzazione di cinque parchi eolici nella provincia di Brindisi e Campobasso, per un totale di 333 MW di nuova potenza rinnovabile.
Il settore dell’energia eolica ha un enorme potenziale di sviluppo e le istituzioni stanno iniziando a comprendere il peso del suo contributo nell’ormai imprescindibile processo di de-carbonizzazione.