(Adnkronos) – L’Economia Sociale e Civile che serve all’Europa e il modello di Distretto di Economia Sociale e Civile che serve all’Italia 24 maggio 2024. Alleanze di scopo, governance ibride e prospettive di sviluppo locale sono stati temi caldi al Festival Regionale dell’Economia Civile che si è svolto a Rieti: come possono collaborare organizzazione del terzo settore, amministrazioni locali e imprese per dare corpo ad un sistema di economia sociale e civile? I territori e in particolar modo le aree interne, sono chiamati alla sfida di trovare nuovi modi per consolidare le proprie Comunità e generare nuove filiere produttive, in grado di contrastare lo spopolamento e rafforzare i modelli economici locali generando un impatto positivo a livello sociale e ambientale. I Patti di Comunità, i Distretti di Economia Sociale e Civile e i sistemi di progettazione e valutazione dell’impatto multidimensionale delle politiche pubbliche sono solo alcuni degli strumenti che possono contribuire a questo cambio di paradigma. Se ne è parlato nel corso della prima edizione del Festival Regionale dell’Economia Civile, che ha scelto Rieti come sua prima location con la partecipazione di diversi sindaci del territorio laziale che hanno illustrato le loro esperienze nell’applicare i principi di solidarietà, reciprocità e valorizzazione del bene comune, senza tralasciare di sottolineare le problematiche che le amministrazioni locali si trovano ad affrontare. I lavori sono stati aperti da Guido Castelli (Commissario Straordinario Sisma 2016), che ha spiegato il ruolo della PA nell’economia sociale e civile: «Il lavoro che abbiamo svolto si è rivolto anche verso direttrici favorevoli all’economia sociale e civile. Alcune risorse, infatti, sono state destinate alla ricostruzione delle comunità, favorendo le imprese dei territori. Questo, ovviamente, è un esperimento complesso, essendo attuato in territori colpiti dalle calamità. Tuttavia, la creazione di una nuova visione potrebbe far trovare terreno fertile all’economia sociale e civile, trasformando la crisi in opportunità». È stata poi la volta dei vari sindaci del territorio reatino, e non solo, che hanno raccontato le esperienze di bene comune e impegno condiviso. Alberto Guerrieri (Sindaco di Antrodoco) ha detto: «Nonostante le difficoltà incontrate, da anni ci stiamo impegnando per capire come si possa valorizzare il bene comune. In un paese come Antrodoco, in particolare, il bene per eccellenza può essere individuato nelle risorse naturali a disposizione, anch’esse però spesso vincolate da disposizioni superiori». Stefano Micheli (Sindaco di Rocca Sinibalda) ha invece dichiarato: «Nella zona del Turano c’è stata l’abilità, da parte anche di diverse amministrazioni e quindi comunità, di unirsi nell’interesse dettato dalle specificità comuni dei piccoli centri. Sotto questo punto di vista, dunque, la sinergia stessa rappresenta un bene che siamo riusciti a sfruttare e che continua ad essere fondamentale nello sviluppo dei paesi della Valle del Turano. Lo strumento del Patto di Comunità che abbiamo sperimentato ci ha permesso di consolidare e rafforzare le relazioni nel nostro territorio». Paolo Lancia (Sindaco di Contigliano) ha sottolineato: «Puntiamo sulla partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni del terzo settore per raggiungere quegli obiettivi a cui da sola l’amministrazione non può, per carenze strutturali, riuscire ad arrivare». «Grottaferrata – ha dichiarato il Sindaco Mirko Di Bernardo – ha scelto di investire nel “fare sistema”, sull’economia civile, includendo sotto più punti di vista e soprattutto in diversi progetti la propria cittadinanza. Questo ciclo virtuoso si pone come fine quello di innescare un automatismo produttivo, in cui l’iniziativa stessa possa nascere non tanto dalle istituzioni quanto dalla società; già sono arrivati i primi segnali positivi». Roberta Cuneo (Sindaco di Fara Sabina) ha spiegato: «Gli amministratori rappresentano, a livello fattivo, cosa vuol dire trasformare economia in servizi. Sul nostro territorio ci sono tante associazioni che svolgono funzioni di pubblica utilità. Queste vengono promosse dall’amministrazione, anche tramite convenzioni, per svolgere un lavoro complementare a quello del Comune stesso». Tante esperienze accomunate dall’obiettivo delle amministrazioni locali di collaborare con le diverse realtà del territorio che grazie al modello del Distretto di Economia Sociale e Civile proposto dal Festival Nazionale dell’Economia Civile possono prevedere un nuovo modo di interpretare lo sviluppo economico, partendo dal lavoro eccezionale di Giacomo Beccattini, innestando funzioni sociali e nuove modalità di fare impresa, guardando al benessere delle persone. Il Festival Nazionale dell’Economia Civile è promosso da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia per Tutti), con la collaborazione di Muse Firenze e SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo. Il Festival Regionale dell’Economia Civile è stato realizzato grazie alla collaborazione del comitato locale composto da Campagna Sabina, Città di Rieti, Federlus (Federazione delle BCC di Lazio, Abruzzo e Sardegna) e con il contributo di Fondazione Varrone e Sabina Universitas. —immediapresswebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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