L’enfant prodige che ha cambiato le regole del cinema: un brutto carattere in una mente brillante
Ci si può definire amanti del cinema senza aver visto un film di Orson Welles? Si può effettivamente dichiarare di conoscere, amare e rispettare la Settima Arte, senza aver mai visionato una pellicola del noto regista?
No, a essere onesti la risposta è no. Non vogliamo eleggerlo come sacro detentore dei misteri della Settima Arte, ma non si può certamente negare che lui, insieme a molti altri, sia una delle tappe obbligatorie per chi si vuole definire un vero amante del cinema.
È indubbio che si debba anche conoscere il cinema di Charlie Chaplin, John Ford, Howard Hawks, Akira Kurosawa, Alfred Hitchcock, Federico Fellini, Ingmar Bergman, tanto per fare altri esempi di personaggi che hanno lasciato il segno, mostrato la strada maestra, creato nuove regole per stravolgerle subito dopo. Fatto la differenza, insomma.
Il cinema è la risposta ma è anche la domanda
«Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio». Lo aveva dichiarato Federico Fellini, che vedeva nell’arte cinematografica la rappresentazione della vita stessa e nella pellicola la risposta, o il tentativo, quanto meno, di sondare l’animo umano.
Sarà stato proprio questo pensiero a guidare Orson Welles il giorno in cui decise di intraprendere questa carriera. Lui, che era figlio di due menti brillanti: il padre un inventore, la madre una pianista. Indubbiamente, a livello di DNA era ben fornito di idee e guizzi artistici. Un mix che ha prodotto scintille nel giovane, che ha mostrato la sua intraprendenza fin da subito.
Un’infanzia comunque non facile, la sua. I genitori si separarono e lui venne affidato a un istitutore. In seguito, la madre morì di epatite, il padre si diede alla bottiglia, smise di lavorare e perse la vita poco dopo, all’età di 58 anni.
Fu in quel momento che Orson Welles decise di partire e di viaggiare, portando con sé i suoi sogni e una tavolozza con cui dipingere (all’epoca si dilettava come pittore). Si recò in Europa e si spacciò per grande artista di Broadway, mostrando da subito la sua sfacciataggine e riuscendo così ad ammaliare un manager di teatro. Fece il suo esordio calcando le assi del palco del Gate Theatre di Dublino.