Dagli Stati Uniti l’assordante silenzio bianco sulla tragedia di Gaza e i suoi effetti
Luglio 2023. Una ragazza americana bianca residente in un condominio di Brooklyn scriveva nella chat del palazzo che il portiere, un ventenne afroamericano, aveva preso il suo numero di cellulare dal database e le aveva mandato un messaggio: «I bet you’re married but I wanted you to know you are so beautiful» (sicuramente sei sposata ma volevo farti sapere che sei bellissima). La ragazza comunicava che non si sentiva safe, abitando da sola nel suo appartamento, e che trovava la cosa grave.
Due inquiline americane bianche del palazzo, per aiutarla in questo momento di distress, scendevano nell’atrio e affrontavano l’autore dell’aggressione verbale, cacciandolo letteralmente via. L’impiegato usciva dal palazzo, saliva in macchina e restava in doppia fila con le quattro frecce accese davanti all’ingresso del palazzo, fermo lì, in attesa.
La più anziana delle due inquiline, scesa in difesa della ragazza, contattava il manager del palazzo, il quale a sua volta contattava il manager della società che gestisce i portieri: licenziato in tronco, cacciato letteralmente via dalla scrivania senza avere nemmeno il tempo di prendere i propri oggetti personali, recapitatigli un’ora dopo in macchina dal proprio manager. Altri vicini, quelli con gli appartamenti che si affacciano sulla strada principale, nel frattempo, rassicuravano nella chat che facevano da guardia alle finestre per vedere cosa stesse facendo l’aggressore in quella sua macchina con le quattro frecce.
Il femminismo imperialista in America
La più giovane delle due eroine americane bianche, decideva di restare alla reception per coprire il tempo restante del turno, smistando persone e pacchi e tranquillizzando la vittima, la quale nel frattempo faceva sapere di essere andata a dormire da un’amica perché non si sentiva sicura.
Di ottanta partecipanti alla chat di WhatsApp di condominio, su centotrenta condomini, soltanto un ragazzo, un giovane padre, interveniva per chiedere se si fosse indagato e verificato che quanto successo fosse realmente accaduto così come raccontato dalla vittima, chiedendo se non si fosse agito con un po’ di esagerazione, trattandosi di un ragazzo di appena vent’anni. Nel giro di poco, questo condomino ribelle veniva verbalmente aggredito dal resto dei partecipanti alla chat e accusato di essere antifemminista e pericoloso, inoltre, essendo padre di una bimba, si sarebbe dovuto vergognare.
Alcune donne italiane sono venute a conoscenza di questa storia e nessuna di loro avrebbe agito come ha agito la vittima, e soprattutto come hanno agito le donne accorse in suo aiuto, e hanno sottolineato come l’errore sia stato il non rispettare la privacy, più che il contenuto del messaggio, e che la reazione sia stata esagerata. Alcune donne americane bianche non appartenenti al gruppo di WhatsApp, alla domanda «cosa avresti fatto se fossi stata nei panni della vittima e delle intervenute?» hanno risposto che avrebbero fatto la stessa identica cosa.
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