Gli allevamenti intensivi e le nostre abitudini

Intervista a Matteo Cupi, fondatore di Animal Equality Italia e attivista da sempre al fianco degli animali

Siamo partiti dalla fine, dall’ultima domanda dell’intervista a Matteo Cupi, attivista per i diritti degli animali da oltre 20 anni e fondatore di Animal Equality in Italia. Non una domanda come tutte, ma la domanda che tutti ci poniamo quando, inorriditi da immagini e servizi televisivi sullo stato degli animali negli allevamenti intensivi, decidiamo, comunque, di non cambiare le nostre abitudini alimentari. La risposta di Matteo Cupi non può che essere no. «Mi dispiace, non si può escludere il diventare vegani o vegetariani perché il problema di fondo degli allevamenti intensivi è il consumo spropositato di carne. Altrimenti non esisterebbero questi posti e non avrebbe senso la presenza degli allevamenti intensivi. Al loro posto ci sarebbero dei piccoli allevamenti e la carne costerebbe tantissimo».

Sfruttamento degli animali e poca qualità nel nostro cibo
Perché condanniamo gli allevamenti intensivi senza cambiare le nostre abitudini? – ilMillimetro.it

Strano ma vero, gli allevamenti intensivi nascono per una casualità che ad oggi vogliamo definire errore. Quasi cento anni fa, nel 1923, Cecile Long Steel, piccola allevatrice statunitense, riceve per sbaglio un carico di 500 pulcini, dieci volte tanto quanto ne aveva ordinati. Invece di mandarli indietro, decide di tenerli e di chiuderli in un capannone al chiuso. Li nutre con mangimi di mais e integratori. Sorprendentemente, l’esperimento riesce: gli animali sopravvivono e si riproducono, aumentando ancora. Secondo alcuni, Steel avrebbe inventato la “moderna industria del pollo”.

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Vantaggi economici, possibilità di cambiare vita, ideologie e odio per l’Occidente: cosa c’è alla base degli arruolamenti volontari dei foreign fighters. Luca Steinmann, collaboratore de il Millimetro, affronta il tema con il suo reportage realizzato direttamente nel Donbass. Greta Cristini ci parla della cosiddetta “guerra intelligente” che al momento non c’è ancora. Alessandro Di Battista affronta l’argomento della “privatizzazione” portata avanti dal Governo Meloni. All’interno anche L’angolo del solipsista, Vita da Cronista, Line-up, Pop Corn, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Andrea Pamparana, Alessandro De Dilectis, Simone Spoladori, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Splendido disegno di copertina di Paolo Niutta.
Il diciassettesimo numero de il Millimetro vi aspetta.

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