A Roma c’è un problema con gli asili nido

Angela arriva dalla Basilicata, anni fa si è trasferita a Roma per fare l’Università. Ma poi, come successo alla maggior parte degli studenti fuori sede, la Capitale “le ha offerto un lavoro” e negli anni ha costruito lì la sua famiglia. Ha un marito e due figli maschi, uno frequenta le elementari e l’altro l’ultimo anno di nido. Vivono nel V Municipio. Lei è un’operatrice sociale, suo marito un libero professionista. Due lavoratori, non originari di Roma, che quindi non hanno i nonni “a portata di mano”. Un grande problema date le enormi difficoltà che stanno riscontrando nel gestire il bimbo che frequenta il nido. “Già dallo scorso anno – racconta Angela – è capitato più volte di ricevere dal nido telefonate all’ultimo momento in cui ci veniva detto di andare subito a riprendere i bimbi perché non c’era l’educatrice. Mio marito è un libero professionista e può provare a organizzarsi, ma per me che sono una dipendente chiedere un permesso perché il nido si ritrova all’improvviso senza personale è complicato. Molte volte poi è capitato di portare il bimbo al nido prima di andare al lavoro, ma di rimanere a scuola per aspettare l’arrivo della sostituzione. Inevitabile quindi l’ingresso in ritardo al lavoro. Un problema non di poco conto”. Una situazione che, come loro, vivono in molti. Tante coppie di neogenitori, originarie di altre città, che non possono fare affidamento sui nonni e quindi si rivolgono agli asili. “Noi abbiamo una baby-sitter, ma lei ovviamente non è disponibile 24 ore su 24. E poi c’è da dire che questi problemi emergono all’ultimo secondo. Un problema organizzativo, ma anche economico. Noi fortunatamente possiamo sostenere la spesa per la retta del nido e baby-sitter, ma non è così per tutti”.

A Roma c'è un problema con gli asili nido

A Roma c’è un problema con gli asili nido – Ma cosa sta succedendo? Perché c’è questo caos?

“Manca l’organico necessario per coprire tutti i servizi, specie per le sostituzioni. Con 1400 contratti annuali in meno rispetto allo scorso anno, Roma Capitale ha iniziato a ridurre il personale nel mese di giugno, per poi fare ulteriori tagli ad agosto e a settembre” spiega Fabiana Rinaldi dell’Unione Sindacale di Base aggiungendo che “non c’è personale perché non ci sono fondi sufficienti. Quest’anno soprattutto i nidi hanno subito un contenimento economico che non permette servizi efficienti e compromette il buon operato delle educatrici e di conseguenza lo sviluppo dei bambini”. Non bisogna dimenticare, come ricordano famiglie e sindacati, “che gli asili non sono dei parcheggi dove lasciare i bambini, ma degli ambienti formativi. Luoghi di crescita fondamentali per lo sviluppo dei piccoli. Ma questo – prosegue la sindacalista – non viene capito dalla maggior parte degli amministratori”. E così ogni anno si ripete la stessa storia: “il settore non viene finanziato a sufficienza e quindi si creano questi disagi. Si ragiona con la politica del risparmio, a discapito dei bambini. È un problema cronico che sta andando peggiorando. Questo settore non viene visto come un investimento, ma solo come una spesa. Spesa che ogni anno viene ridotta”. Alla base di tutto, secondo la sindacalista, c’è una sbagliata concezione culturale. Non c’è la cultura dell’infanzia. Ci si riempie la bocca di parole come inclusione, sostegno alla dispersione scolastica, ma se non si inizia a investire nei primi 3 anni di vita non si va da nessuna parte. Bisogna investire sulla fascia 0-6 con l’ampliamento di orari e di servizi per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Si devono individuare alcune strutture, nei 15 Municipi di Roma, che stiano aperte con orario 7-18. Inizialmente era stato fatto, ma poi non sono bastati i fondi e quindi sono stati ridotti gli orari”.

A Roma c'è un problema con gli asili nido

A Roma c’è un problema con gli asili nido – Cosa fare?

Investire di più e ripensare al sistema modificandone alcuni aspetti. “Secondo l’attuale normativa se un’educatrice si assenta per malattia un solo giorno non è prevista la supplenza. O meglio: viene prevista solo nel caso in cui non si possa rispettare la legge regionale che stabilisce il rapporto 1 a 7 tra educatrici e bambini. Ovvero: ogni educatrice può seguire 7 bimbi. Logica sbagliata che non permette una gestione adeguata” lamenta Rinaldi. A peggiorare la situazione poi “le diverse modalità di assegnazione delle supplenze nei Municipi. Le circolari – prosegue – sono poco comprensibili e troppo interpretabili. Il risultato? Quindici Municipi che diventano 15 Repubbliche autonome. Ognuno fa come vuole e si creano figli e figliastri, con evidenti e inevitabili problemi sulla crescita dei bambini”. Richieste che i sindacati continuano a ribadire a ogni incontro con “gli addetti ai lavori”, ma che vengono accolte solo parzialmente. Ed è per questo che continuano con la loro lotta. Il prossimo passo sarà lo sciopero del 5 ottobre. Proclamato dalle Organizzazioni Sindacali USB, COBAS e ADL COBAS riguarderà tutto il personale educativo e scolastico del Comune di Roma Capitale.

A Roma c'è un problema con gli asili nido

A Roma c’è un problema con gli asili nido – Si va verso i privati perché i figli “non sono pacchi”

La conseguenza di tutto questo è solo una: famiglie costrette a trasferire i figli in strutture private, spendendo cifre che spesso mettono in difficoltà, ma che sono l’unica soluzione per avere “stabilità” conclude Rinaldi. E chi proprio non può affrontare questo tipo di spesa, spesso è costretto a lasciare il lavoro. E a rimetterci sono quasi sempre le donne, evidenzia Angela. “Per noi è fondamentale avere strutture che consentano di ospitare tuo figlio mentre sei al lavoro, altrimenti sei costretta a dimetterti perché anche lo smartworking, quando i figli sono così piccoli, è difficile da gestire. Questo però non significa che, pur di lavorare, siamo disposte a consegnare i nostri figli in delle strutture concepite come un deposito. I nostri bambini non sono pacchi, ma esseri umani che hanno bisogno di crescere in ambienti sani e stimolanti che favoriscano il loro sviluppo”.

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